Una riflessione del 15 dicembre 2011

Una riflessione del 15 dicembre 2011

15 dicembre del 2011. Stilavo questa riflessione: a Prato da un paio di anni c’era una Giunta di Centrodestra. La città aveva preferito un industriale sul viale del tramonto ad un cattolico democratico che non aveva avuto il sostegno convinto da parte del Centrosinistra. Il risultato era stato disastroso e da lì in avanti Prato non si sarebbe più ripresa. Anche il risultato delle elezioni del 2014 che vide la vittoria del candidato di Centrosinistra fu reso possibile da una serie di accordi con persone e gruppi “molto moderati”, anche vicini al Centrodestra. Imparata (!) la lezione, il Centrosinistra per vincere di nuovo anche nel 2019 ha stretto accordi con parti “moderate” della città, con il risultato di avere un Consiglio con una maggioranza molto variegata. D’altronde, come ho detto in più occasioni, non è stato il Centrosinistra a vincere ma il Centrodestra “a perdere” nel ballottaggio del 9 giugno.

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Avrei preferito non intervenire in relazione all’incontro che alcune sere fa (per la precisione il 5 dicembre) si è svolto al Circolo “Curiel” intorno ai temi dell’integrazione e della sicurezza ma due fatti ugualmente gravi mi portano a farlo sapendo che, esprimendo il mio pensiero, solleverò polemiche fra benpensanti e pie donne.
Il primo di questi “fatti” è arcinoto e se ne conoscono ampiamente i dettagli e riguarda Firenze*; il secondo è molto meno noto e riguarda un altro immigrato “regolare” che l’altro giorno, mentre si spostava in bicicletta qui a Prato, è stato travolto da un auto subendo varie fratture e contusioni senza essere soccorso. Certo qualcuno dirà che questo fatto non fa notizia; ben più succulento per l’opinione pubblica “malata” sarebbe il sapere che un extracomunitario in bicicletta avesse travolto un passante “doc” e fosse scappato semmai inseguito da torme assatanate di vendetta xenofoba.
Ritorno a quella serata del 5 dicembre; di fronte agli organizzatori ed ai rappresentanti politici locali le opposte fazioni si sono scontrate dialetticamente ma con una differenza sostanziale: a fronte dei ragionamenti critici ed, aggiungo io, “autocritici” di alcuni Democratici si contrapponevano urla offensive e minacciose anche da parte di autorevoli esponenti della Giunta comunale, sostenuti da cittadine e cittadini che con orgoglio andavano autodefinendosi “razzisti”. Durante la campagna elettorale di due anni e mezzo fa forse poteva essere giustificabile (la lunga astinenza e la “fame” di potere) la rabbia la veemenza e la virulenza, ma oggi occorrerebbe agire in modo più sereno e corretto nel rispetto delle istituzioni a partire proprio dai suoi rappresentanti che, comportandosi in modo incivile, segnalano la loro profonda difficoltà mentale, politica, culturale ed intellettuale a fronteggiare le criticità che perdurano e si aggravano.
Aggiungo infine che proprio alcuni dei cittadini più esagitati nella contrapposizione dell’incontro cui accenno si travestono da £civici” arroccandosi in solitarie ed autoreferenziali “arene partecipative” elaborando idee e proposte in gran parte condivisibili ma che mancano già in partenza di una vera e propria disponibilità al confronto dialettico democratico interculturale; ed infatti è poi la stessa amministrazione a rispondere che, sì, le proposte sono interessanti ma vanno calate in una realtà complessa e che solo “nel limite delle possibilità” potranno trovare soluzione.
Concludo dicendo che se i toni si abbassassero e si dialogasse senza offese e minacce, potremmo averne tutti un vantaggio, ma conoscendo gli elementi di cui ho parlato credo che la mia sia soltanto un’illusione.

Joshua Madalon

* A Firenze il 13 dicembre 2011 avvenne un grave attacco durante il quale due senegalesi, Samb Modou e Diop Mor, furono uccisi da Gianluca Casseri, un estremista di destra sostenitore e attivista del gruppo politico neofascista CasaPound, che si suicidò mentre le forze dell’ordine gli davano la caccia.

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