Le dimissioni del Ministro della Pubblica Istruzione sono una buona notizia

Le dimissioni del Ministro della Pubblica Istruzione sono una buona notizia

Finalmente un “politico”, un intellettuale prestato alla Politica, dà seguito ad affermazioni “politiche” in modo coerente. Leggendo il suo curriculum comprendo perfettamente il senso del suo gesto e lo condivido. Discutiamo sul valore della coerenza, apprezzandola come elemento positivo, ma poi siamo troppo spesso indulgenti con quanti la sottomettono al proprio interesse – semmai contrabbandandolo come “universale”.
La scuola, con il suo complesso di categorie (allievi, docenti, non docenti, famiglie), è stata da sempre un punto di riferimento di tutti coloro che si occupano di Politica, anche se con nonchalance ipocrita ciascuno afferma che “nella e sulla scuola non si fa Politica”. Ed invece molte delle azioni amministrative collegate al mondo della Scuola sono contornate da “passerelle” con invito alla Stampa ed ai mezzi di informazione più vari e diversi.
La Scuola, negli ultimi decenni (dagli anni Settanta in poi), ha vissuto un lento inesorabile declino complessivo; in modo particolare la Scuola superiore di secondo grado ha smarrito la bussola dei suoi obiettivi. Forse proprio le “politiche” confuse, raffazzonate, azzeccagarbugliate dei legislatori, che hanno prodotto una classe docente incapace di fornire agli allievi il metodo per districarsi all’interno delle problematiche, fermandosi al nozionismo puro e spinto, hanno portato al disastro “culturale e morale” il nostro Paese. E soprattutto in relazione alle altre realtà europee con le quali necessita un confronto immediato i nostri allievi, in generale (non mancano di certo le eccellenze, collegate però in modo più esplicito al caratteristico “genio italico”), sanno ma “non sanno fare”.
Il Paese aveva bisogno (ha bisogno) di una scossa virtuosa, di un incoraggiamento, di una iniezione di fiducia: e questi aspetti devono essere ricostruiti attraverso il Sapere e la Conoscenza, attraverso un rispetto per la Legalità nel senso più ampio del termine, con un progetto di largo respiro, che in questo momento sembra molto lontano anni luce dall’essere avviato, se non soltanto “preso in considerazione”. Sono inadeguati questi governi: lo era quello giallo-verde, lo è ancor di più anche se per motivi molto diversi questo giallo-rosso (dove il “rosso” è incolore). Ma entrambi, così come quelli precedenti hanno solo sfruttato, strumentalizzato con i loro “annunci” (patetici quelli renziani – andateveli a rileggere) il mondo della Scuola e lo hanno fatto senza ritegno.
Vi ricordate quando annunciava che avrebbe visitato ogni mercoledì una scuola? Ecco cosa diceva l’inossidabile faccia da schiaffi http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/02/25/news/matteo-renzi-e-la-scuola-che-cade-a-pezzi-1.154912 .

“Da Presidente del Consiglio io entrerò nelle scuole, una volta ottenuta – se così sarà – la fiducia del Senato e della Camera. Mercoledì mattina, come faccio tutte le settimane, mi recherò in una scuola; la prima sarà un istituto di Treviso mentre la settimana prossima andrò in una scuola del Sud”. Quelle che avete appena letto sono le parole del premier Matteo Renzi nell’aula del Senato pronunciate in occasione della richiesta della fiducia il 24 febbraio scorso.”

Era il febbraio del 2014.
Noi non possiamo – oggi – di fronte alle dimissioni del Ministro Fioramonti non riflettere su quel che si deve fare. Nessuno è fuori dalle responsabilità; lo dico a me stesso e lo dico anche a quei compagni della Sinistra che continuano a ragionare all’interno di schematismi ormai obsoleti ed inapplicabili; così come chiedo a quella parte di Sinistra democratica e cattolica di essere capaci di distinguere l’interesse di tutti dall’interesse di una parte, anche se non residuale.

Concludo con un brano da questo articolo del “Sole24ore” del 20 gennaio 2019 scritto da Corrado Griffa, manager bancario ed industriale (CFO, CEO), consulente aziendale in Italia e all’estero, giornalista pubblicista

https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2019/01/20/scuola-italiana-declino-societa/
La scuola è malata; la sua malattia pervade la società e proviene allo stesso tempo dalla società stessa; senza una adeguata scuola un paese è destinato prima al declino, poi al disastro: l’istruzione è la linfa vitale di una nazione.

Tratterò questi temi in altro post, nei prossimi giorni.

7soluzioniscuola

Joshua Madalon

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