In breve 2020 . “Temi all’Ordine del giorno”

Avvenire

In breve 2020 . “Temi all’Ordine del giorno”

Nelle ultime settimane del 2019 mi è stata data la possibilità di leggere le pagine di un quotidiano, “Avvenire”, e non credo sia stata la gratuità inattesa a farmene apprezzare i contenuti. Per ciascuno di noi l’apprezzamento è collegato non solo – e non soltanto – alla consonanza di valutazioni su diversi temi, ma anche – e soprattutto – alle dissonanze, pur all’interno di un confronto dialettico virtuale. Intendo dire che, pur non essendo sempre del tutto d’accordo con alcune delle idee espresse ho trovato una presenza ampia di posizioni che consentono di discorrere civilmente; e, questo, in tempi di recrudescenza di posizioni tranchant intolleranti verso chi dissente o si pone in modo dissimile, rappresenta un vero presidio di salvezza e di difesa della Democrazia, e delle Libertà.

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Una nuova rivoluzione. Quando scoppierà, solo quando gli effetti si moltiplicheranno, il mondo se ne avvederà. Pur tuttavia, alcuni segnali la annunciano. Non saranno più i proletari schiavi spartachisti nè il popolo di Masaniello o quello cencioso da “corte dei miracoli” di fine Settecento o i “miserabili” vittorughiani nè le masse sovietiche a cambiare il mondo. Sarà il clima e la Natura con i suoi elementi, l’acqua, la terra, il fuoco, l’aria, come cavalieri dell’Apocalisse ha cominciato già da tempo a dare segnali: terremoti, eruzioni, incendi, uragani, alluvioni sono protagonisti quotidiani. La Natura si ribella all’insipienza umana…e Greta, la piccola Giovanna d’Arco dei nostri tempi, finirà per apparire come un gigantesco profeta dei disastri prossimi venturi.

Prima che sia troppo tardi. Una trasmissione della RAI degli anni Sessanta del Novecento, pioniera nell’ambito dell’educazione di base in tempi di diffuso analfabetismo, si intitolava “Non è mai troppo tardi”. Oggi, mentre entriamo nel secondo decennio del 2000, non possiamo non prendere in considerazione la necessità, l’urgenza di procedere verso un recupero dell’alfabetismo. Da tempo era evidente a tutti coloro che praticavano l’ambiente educativo e scolastico, e se ne occupavano nei contesti sociali e politici, come l’abbandono e la dispersione continuativa negli anni andasse procurando danni ingenti alla convivenza civile. Già negli anni Ottanta del secolo scorso, a mia memoria, nelle stanze del Partito Comunista Italiano qui a Prato (la città dove vivo), ci si interrogava su come agire in relazione ai dati spietati con i quali un territorio, che aveva privilegiato il “lavoro” alla “cultura” ed all’”istruzione”, doveva fare i conti. Da quegli anni in avanti poco è stato fatto, anche se la città ha mostrato di avere sensibilità cui tuttavia non vi è stato conseguentemente un vero e proprio progetto di recupero per una massa sempre più ampia di dropout naturali. Ecco, “Prima che sia troppo tardi” sarebbe un titolo adatto per avviare questo Progetto.

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Fabrizio Barca ha una vera e propria “idea fissa”: “Aggredire le disuguaglianze”. Ebbene, dovrebbe essere un viatico costante per chi si occupa di Politica. Invece, anche per ottenere consensi e contributi finanziari per mantenere gli apparati, la Politica, pur sbandierando in modo propagandistico gli stessi proclami, tende in realtà ad ampliare il divario tra chi più possiede e chi poco o nulla ha.

Joshua Madalon

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