una documentazione su un Progetto complesso di Educazione degli Adulti realizzato a Prato negli anni Ottanta -parte 5 (vedi post del 12, 15 e 17 gennaio u.s)

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una documentazione su un Progetto complesso di Educazione degli Adulti realizzato a Prato negli anni Ottanta -parte 5 (vedi post del 12, 15 e 17 gennaio u.s)

5.
Detto ciò, sembra quasi che io voglia far cambiare il titolo di questo Seminario, trasformandolo in “Verso un 2000…diseducativo”: credo invece che é proprio il rischio di avviarsi seriamente, almeno per quel che concerne il nostro Paese, verso una situazione sempre più difficile, verso un mondo di analfabeti di ritorno, verso una realtà scolastica sempre più lontana da quella tecnologica, ancora troppo elitaria, a sollecitare nel Comune di Prato, nella CEE e nell’Università degli Studi di Firenze, la necessità di una verifica con questo dibattito, con questo Seminario.
Il tema principale su cui si discute è l’educazione degli adulti, ma mi sia permessa una riflessione che non deve essere considerata una digressione: la mia esperienza di educatore dei giovani nella scuola media superiore mi fa consapevole delle forti carenze esistenti nell’ordinamento scolastico – soprattutto nei “curricola” e nei “programmi” – che definirò “normale”; questa consapevolezza deve essere utilizzata per evitare nel limite delle umane possibilità gli stessi errori nell’elaborazione di progetti che riguardano l’educazione degli adulti, far riflettere ancora una volta di più sulla situazione generale della cultura e dell’apprendimento, porre a fuoco proprio le ambiguità, le contraddizioni, l’arretratezza del sistema educativo e far diventare quindi l’educazione degli adulti la palestra per il rinnovamento generale dello stesso (il sistema educativo).
In effetti oggi nella scuola “normale” avvertiamo sempre maggiore la difficoltà di costruire un mondo a misura dei nostri giovani; questi sono destinati inevitabilmente – in questo tipo di ordinamento – a confrontarsi con la realtà concreta soltanto quando sono fuori dalla scuola e spesso ne sono estromessi drammaticamente o vi si immettono con difficoltà enormi, superando gli ostacoli a proprie spese, materiali e morali.
Rinnovare la scuola risulta essere un paradosso politico irrisolto oramai da alcuni decenni: i ragazzi studiano su programmi suggeriti in epoche lontane che si spera superate e dimenticate. Rinnovare la scuola in generale, adeguarla alle nuove tecnologie, formare il personale significa dare il via ad investimenti che solo apparentemente sono improduttivi: il guaio è che in Italia non esiste una seria programmazione che leghi il settore dell’istruzione a tutti gli altri e che, ad un settore pubblico sempre più in disfacimento, dilaniato da questioni sociali ed economiche, si contrappone un settore privato che da solo, in autonomia, costruisce i propri quadri, li prepara, li stimola, li incentiva.
In questa realtà così deprimente l’educazione riservata agli adulti organizzata dagli Enti Locali, pur non essendo la panacea di tutti i mali sopra descritti, risulta essere una sana boccata d’ossigeno, anche se investe (andando molto al di là di esse) solo alcune discipline scolastiche curricolari, anche se è orientata ad una preparazione con obiettivi ridotti ma non per questo meno importanti ed interessanti.

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