Alcuni documenti sulla “storia” del Circolo PD Sezione Nuova San Paolo di via Cilea nella città di Prato – quarta parte (verso il Congresso)

Via Vivaldi

Alcuni documenti sulla “storia” del Circolo PD Sezione Nuova San Paolo di via Cilea nella città di Prato – quarta parte (verso il Congresso)

Il nostro non fu un Congresso come se ne svolgono tanti altri. Di certo i grandi Congressi, quelli nazionali, hanno dei loro “riti” che possono anche essere “spettacolari”, se non altro “mastodontici” nella loro struttura anche teatrale (grandi raduni con i loro apparati istrionici in grandissimi spazi). “Noi” a San Paolo pensavamo ad una festa- E “festa” fu. Allestimmo anche un canovaccio con una sceneggiatura di ferro come per una documentazione mediatica. Qualcuno di noi in fondo era esperto per questi aspetti. Non ci sarebbe stato un relatore unico; un gruppo consistente di compagne e compagni avrebbe letto parti della Presentazione, facendole intervallare da variegate forme multimediali e testimonianze in video (videoclip, letture).
Era uno spettacolo in tutti i sensi. Quel che avremmo detto lo scrivemmo insieme e ci furono varie edizioni del testo fino a quella finale.
Avevamo in mente di costruire un Circolo nel quale “tutti” (cittadine e cittadini di San Paolo e non) avrebbero potuto partecipare “anche” alle scelte strategiche territoriali, a prescindere dall’iscrizione al PD: un vero e proprio Laboratorio Democratico aperto, una vera e propria “Palestra delle Idee”. Non credo che non ci fossero nel Paese altri esempi consimili, ma a Prato non ce n’erano. Il Partito Democratico già allora, prima della meteora renziana, era rinchiuso in se stesso, piegato a difesa dei fortini degli apparati veteropopolari democristiani e vetero diessini. Ci guardavano con curiosità e con timori. Con curiosità coloro che aspiravano al “nuovo”, con paura quelli che il “nuovo” lo aborrivano, pur professandosi a parole come rinnovatori.
Se qualcuno di quelli che ancora appartengono ai vecchi apparati o agiscono come loro cloni vogliono obiettare rispetto a quel che scrivo, alle critiche che continuo a rivolgere a quei metodi, riflettano un attimo prima, se ne hanno la capacità, in quale stato di degrado hanno portato il PD, senza lasciarsi prendere da entusiasmi acritici legati a presunte “vittorie” che non appartengono loro.
Nei prossimi giorni pubblicherò anche “ad uso” dei prossimi Congressi (in quel di San Paolo ne è annunciato uno a breve) il testo di quella nostra “performance”.
Posso sbagliarmi per una forma senile di auto-sciovinismo, ma quel che scrivevamo allora è “purtroppo” ancora attuale perché “non praticato” (e i risultati si vedono).

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Paesaggio libero 2