11 gennaio 2020 – LEONE GINZBURG un evento a Prato (vedi locandina) Prato in Comune aderisce

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11 gennaio 2020 – LEONE GINZBURG un evento a Prato (vedi locandina) Prato in Comune aderisce

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Oggi pomeriggio al Circolo “La Libertà” di Viaccia in quel di Prato un pool di soggetti politici e culturali organizza un incontro su “Leone Ginzburg” con la presentazione dell’ultimo libro di Angelo d’Orsi “L’intellettuale antifascista” edito da Neri Pozza.

Siete tutte/i invitate/i a partecipare

Il libro parte dalla necessità di approfondire la nostra storia attraverso una delle figure un po’ defilate ma sostanzialmente fondamentali per conoscere meglio la storia dell’antifascismo partendo dalla formazione familiare e scolastica di un gruppo di intellettuali.

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Angelo d’Orsi nella sua premessa al libro (che la casa editrice ci offre) ci fa comprendere con molta chiarezza la genesi della ricerca che ha condotto.

con un copia/incolla di questa striscia potete leggerla

https://tolinoreader.ibs.it/reader/index.html#/epub?epuburl=https:%2F%2Fcdp.pageplace.de%2Fcdp%2Fpublic%2Fpublications%2FDT0245%2F9788854520158%2FPREVIEW%2Fleseprobe-9788854520158.epub&lang=it_IT

Mi sono sempre chiesto da dove il male….. Pino Petruzzelli recita Bonhoeffer

Mi sono sempre chiesto da dove il male….. Pino Petruzzelli recita Bonhoeffer

Un utile promemoria per chi ha poca memoria o non conosce la storia; anche questo è un recupero di memoria in qualche modo personale, anche se afferente ad un Progetto che con Stefano Gruni abbiamo promosso (ne accenno in quella lettera a Mattia Diletti riportata l’altro ieri, 8 gennaio, in questo Blog) nella frazione San Paolo di Prato

Il video è stato registrato dal nostro amico e compagno Luca Bravi. All’inizio del Progetto che poi non ebbe un seguito dopo il naufragio della nostra partecipazione a “Luoghi (idea)li” in un incontro nella stanzetta del Circolo San Paolo avemmo l’opportunità di incontrare Pino Petruzzelli, anche se nessuno di noi ne conosceva le qualità.

Oggi vogliamo intanto solo in minima parte riparare a quella ignoranza. Se volete sapere di più andate pure sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/teatroipotesi/

https://www.wuz.it/biografia/407/Petruzzelli-Pino.html

Ad ogni modo ascoltate le parole di Dietrich Bonhoeffer perchè sono molto utili ad evitare facili entusiasmi legati a discutibili proposte.

Joshua Madalon

OLTRE LO STATUS QUO per una giustizia sociale

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OLTRE LO STATUS QUO per una giustizia sociale

Di tanto in tanto emergono solo come punta di un iceberg – e solo “di tanto in tanto” – le problematiche più dure ed insopportabili del “mondo del lavoro”. A Prato, la città, simbolo di una operosità intensa soprattutto espressa nel secondo dopoguerra nel settore tessile, può rappresentare solo un pallido esempio delle ingiustizie che – in tempi di deregulation a lungo tollerata – si praticano come pane quotidiano a danno dei lavoratori troppo spesso lasciati alla mercè di padroni la cui principale mission industriale è predatoria ed aggressiva. Nell’età dell’oro non mancava di certo la protervia e l’aggressività abbinata alla pretesa verso le maestranze allo scopo che fossero produttive, ma a ciò si abbinava un trattamento “speciale” sugli straordinari (molto spesso “a nero”) ed una generosità che si traduceva in “bonus” economici a fine bilancio industriale. Niente di tutto questo (con buona pace della illegalità) oggi accade; anzi, come di tanto in tanto avveniva in quel tempo lontano, la corresponsione dei compensi tarda di alcuni mesi e quando arriva è decurtata, con la giustificazione che gli affari sono stati magri; ed a volte senza alcuna giustificazione.
La Sinistra, oltre che a denunciare questo stato delle cose, dovrebbe approfondire l’origine di tali mali e produrre una giusta e sana autocritica. In particolare le principali forze sindacali, non sempre aliene da rapporti di tipo politico – ed in particolare partitico – economico, avrebbero dovuto farlo, in quanto assertori paladini della difesa dei mondi del lavoro. Se negli ultimi decenni il livello partecipativo dei lavoratori alle organizzazioni sindacali è andato sempre più scemando è anche e soprattutto perché non sono stati difesi gli interessi dei lavoratori come era giusto e sacrosanto fare. Se negli ultimi decenni sono apparse sempre più sigle che si riferiscono ad organizzazioni “autonome” e “di base” un motivo – o più di uno – pur ci sarà. E non è di certo dovuto a questioni di leadership mancate.
A Prato sono emerse irregolarità grazie alle denunce plateali di alcuni operai stranieri, soprattutto stranieri ma non solo. E’ del tutto evidente che nelle sacche create da una incerta legislazione collegata al fenomeno delle immigrazioni extracomunitarie si siano inseriti meccanismi perversi che hanno abbassato in modo “anche” illegale il costo del lavoro a vantaggio indubbio di imprenditori famelici e disonesti. Questo era sotto gli occhi di tutti e si è lasciato che accadesse: non ci sono responsabilità solo di una “parte” politica e/o sindacale. Tutti non hanno prodotto i necessari interventi legislativi affinchè ciò non accadesse, ciò non continuasse perdurantemente ad accadere. Ci si limita ad alzare le spalle, chiudendo uno o due occhi, raccontando che non ci sono sufficienti elementi per controllare. Pur tuttavia, quando c’è una denuncia si può, utilizzando personale “sotto copertura”, avviare una verifica. Si racconta che quando si arriva in una fabbrica, in un laboratorio, molti addetti dichiarino di essere “appena” arrivati: si proceda ad una identificazione e poi si utilizzino sistemi di rilevamento periodico a campione. L e forze sindacali e politiche diano un nuovo segnale di intransigenza verso queste forme di ingiustizia palese, abbandonando forme di protagonismo conflittuale che sono utili in modo esclusivo, creando qualche dubbio nell’opinione pubblica più avveduta, al mantenimento di uno “status quo” insopportabile nella sua illegalità.

Joshua Madalon

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continuo a riprodurre alcuni documenti per la storia politica del territorio – Comitato Civico Permanente di Studio ed Elaborazione Progettuale di San Paolo PRATO – un’integrazione al documento del 18 gennaio 2014 PERCHE’ IL NOSTRO PROGETTO DI “LUOGHI IDEALI” NON FU REALIZZATO

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continuo a riprodurre alcuni documenti per la storia politica del territorio – Comitato Civico Permanente di Studio ed Elaborazione Progettuale di San Paolo PRATO – un’integrazione al documento del 18 gennaio 2014

L’integrazione di cui parlavo ieri riguarda la nostra adesione al Progetto “Luoghi ideali”. Noi ritenevamo che l’aggettivo si formasse partendo dalle Idee e su quelle avevamo lavorato intensamente. Proprio per presentare il nostro Progetto avevamo fissato un incontro con un giovane ricercatore in Scienza Politica, che faceva parte del gruppo ristretto che operava intorno a Fabrizio Barca e gli scrivemmo una mail annunciando luogo dell’incontro (l’Istituto di ricerca IRIS) e temi.

Gentilissimo Mattia Diletti
oltre a quanto già scritto ieri sera, il nostro Circolo si sta dotando di un “blog” di cui parleremo lunedì al quale va lavorando Stefano Gruni e Marco Cagna e sul quale sarà chiesta la più ampia collaborazione in particolare di alcuni giovani che si sono avvicinati a noi in modo eminentemente “culturale”. Il nostro Circolo ha fra le sue caratteristiche quella di non chiedere a chi partecipa l’adesione al PD fino a quando questa non viene espressamente decisa; in ogni caso chi viene ai nostri incontri, partecipa e contribuisce alle decisioni come se fosse iscritto: non ci interessano i record di iscritti, vorremmo i record di elettori.
Il nostro Circolo ha attivato su Facebook un account da poco più di sei mesi (avviato il 31 maggio 2013) dal titolo “Il Circolo dei Circoli” allo scopo di avviare una “rete” di contatti fra i tanti Circoli presenti su Facebook. Ad oggi le adesioni (poche sono quelle individuali) assommano ad 862.
Sappiamo di non essere “unici” ma intendiamo ad ogni modo contribuire alla costruzione di una Rete di “rapporti virtuosi” e non solo “virtuali”.
Ti aspettiamo. Quasi certamente saremo ospiti dell’IRIS http://www.irisricerche.it/ nella tarda mattinata.
Buon lavoro.
Giuseppe Maddaluno

L’incontro si svolse in maniera molto approssimativa e frettolosa. Noi presentammo il Progetto ed attendemmo le Note per poterlo meglio strutturare in un contesto complessivo che tenesse conto anche degli altri progetti. Nelle settimane successive ci sentimmo più volte con alcuni dei componenti del “gruppo di lavoro romano” e lavorammo ad una stesura che soddisfacesse a quelle condizioni. Attendemmo di poter essere inseriti nel novero dei progetti principali dei “Luoghi ideali” ma quando questi furono annunciati il nostro non c’era. Chiamai direttamente Fabrizio Barca per chiedere le motivazioni per l’esclusione e mi rassicurò che, pur non essendo tra i prescelti di prima fascia, il “nostro” avrebbe potuto essere realizzato di supporto ad altri “viciniori” (La Spezia). Ovviamente, era una “poco pia” menzogna, fatta a fin di bene, ma nascondeva l’imbarazzo di dover riconoscere che, per “eretici” come noi, non sarebbe stato possibile entrare in un contesto come quello senza il supporto del Partito. In realtà, si poteva essere “critici” ma fino ad un certo punto.

Joshua Madalon

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continuo a riprodurre alcuni documenti per la storia politica del territorio – Comitato Civico Permanente di Studio ed Elaborazione Progettuale di San Paolo PRATO seconda parte

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continuo a riprodurre alcuni documenti per la storia politica del territorio – Comitato Civico Permanente di Studio ed Elaborazione Progettuale di San Paolo PRATO seconda parte

18 gennaio 2014

2.

Il Partito non era (e non è ancor oggi, gonfio dei successi effimeri della valanga renziana) in grado di lavorare in tale direzione; il partito non è in grado neanche di produrre una vera e propria sua Piattaforma programmatica a quattro mesi dalla prossima scadenza elettorale. A noi purtroppo sembra che l’onda dell’incultura sia lunga e che difficilmente in questa città riusciremo a riprendere l’egemonia; si parla di “egemonia” perché anche laddove si fosse in grado di vincere non vi sarebbe alcun cambiamento. E’ la Cultura che manca a questa sedicente classe dirigente ed in tutto questo noi che possediamo il senso dei nostri limiti vorremmo far prevalere la ricerca della conoscenza all’ideologia del pragmatismo quotidiano.
Quando Fabrizio Barca ha deciso di intraprendere il suo Viaggio noi avevamo già avviato un percorso di approfondimento di temi con il più ampio coinvolgimento di persone, di associazioni, di forze politiche, sindacali, economiche ed imprenditoriali e l’avevamo chiamata “La Palestra delle Idee”. Il Partito ci guardava (ma questo avveniva anche prima) con un certo sospetto, ci sopportava, sperando che alla fine ci saremmo stancati. Non è accaduto anche se il nostro stato è in una fase precomatosa, nella quale la nostra forza è tendenzialmente “fuori” dal Partito, anche se singolarmente ciascuno deciderà il proprio destino. Quando abbiamo letto la “Memoria” di Fabrizio ci si è aperto un varco ed è stato lì che abbiamo attivato i nostri contatti ed è partito l’invito, raccolto con entusiasmo da Fabrizio e Silvia, ma accolto con enormi sospetti dall’apparato locale con il quale abbiamo dovuto ingaggiare un braccio di ferro inspiegabile a chi poco conosce i meccanismi della Politica.
Dopo quell’incontro siamo andati avanti per un po’ con i vari incontri de “La Palestra delle Idee” riscuotendo grandi consensi in particolre fra gli osservatori esterni alla Politica. In alcuni di questi incontri abbiamo cominciato a discutere con Massimo Bressan, con Betsy Krause, con Roberto Vezzosi; abbiamo attivato un rapporto molto stretto con alcuni altri Circoli, con il Laboratorio di via del Cittadino fatto soprattutto di giovani, come Michele Del Campo, direttore della FIL (che si occupa di Formazione professionale e mercato del Lavoro) e con alcuni rappresentanti di forze politiche minori, come Alessandro Michelozzi. E le discussioni sono state frequenti, assidue e fruttuose dal punto di vista progettuale; anche se negli ultimi mesi abbiamo dovuto pagare lo scotto degli appuntamenti frenetici che la Politica del Partito Democratico ci ha riservato con la congerie di pre-Congressi e Congressi, di Primarie e Secondarie che tutti conosciamo. E si è perso del tempo prezioso per ascoltare e discutere, per analizzare ed approfondire. Sì, tempo prezioso! Anche se vi è una parte dell’apparato che sembra avere l’orticaria quando le si chiede di confrontarsi: hanno già le loro soluzioni, ovverosia i nomi ed i cognomi di coloro che saranno chiamati a comandare.
Ma arriviamo a noi ed a quello che, a prescindere da quale sia il destino di questo Partito e di questa città, noi vorremmo proporre. Innanzitutto il territorio, questo che circonda il Circolo; un’area ben precisa che conosciamo come Macrolotto Zero. E’ un’area caratterizzata da forte connotazione industriale sulla quale aveva puntato grande attenzione Bernardo Secchi con il suo Piano urbanistico del 1996. Abbiamo incontrato il grande urbanista venerdì 10 u.s. in un incontro che rimarrà nella nostra memoria come lezione somma di intervento urbanistico in un’area postindustriale. E forse l’idea di ripartire dall’analisi di quel Piano a quasi venti anni di distanza per lavorare poi su questo nuovo tessuto sfrangiato di rapporti umani vecchi e nuovi non è irrilevante. Noi non vogliamo porci dei limiti troppo vicini; anche per questo non vendiamo a nessuno la nostra proposta in relazione a competizioni elettorali ravvicinate. Costruiremo un Progetto che veda la presenza costante di un nucleo di esperti di vari settori che ci aiutino a comprendere meglio la nostra realtà, coinvolgendo gli stessi abitanti del Quartiere, sia quelli autoctoni che stranieri, con frequenti interviste sia strutturate che libere da registrare in video che conserveremo in un nostro Archivio della Memoria. Il Progetto che è “in fieri” si chiamerà quasi certamente “Quartieri inclusivi” ma ne discuteremo meglio nei prossimi giorni. Gli obiettivi minimi sono quelli di una migliore conoscenza della nostra realtà, ma ci piacerebbe essere in grado di migliorare la condizione di vita “morale” e “civile” di tutti gli abitanti, contribuendo a creare un clima più sereno fra le diverse etnie portandole tutte ad una positiva cointegrazione.

…2….. segue integrazione

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IN BREVE _ Dalle fake news alle trash e rabbish news –

IN BREVE _ Dalle fake news alle trash e rabbish news

A Prato si torna a fare i conti con la realtà dell’illegalità diffusa, ma la si attua a colpi di dichiarazioni che se non fossero legate a questioni serie sarebbero davvero esilaranti. Flaiano docet (la situazione…è grave ma non è seria).
Dopo la denuncia del presidente della Fondazione Caponnetto che paragona i nostri territori a quelli di Corleone, accostando la mafia storica a quella cinese, e l’eco che alle sue dichiarazioni verrebbero, a quanto riferisce Notizie di Prato, quotidiano on line, da settori della Procura di Prato e dal settore nazionale Antimafia ( http://www.notiziediprato.it/news/l-allarme-della-fondazione-caponnetto-il-triangolo-prato-firenze-osmannoro-e-la-corleone-della-mafia-cinese), c’è stato il contrappunto stizzito del Sindaco di Prato che non ha gradito che si parlasse di “mafia” e, senza negare la presenza diffusa di illegalità, ha sferrato un attacco alle critiche, etichettandole come “dichiarazioni semplicistiche” (http://www.notiziediprato.it/news/mafia-cinese-nicolosi-e-biffoni-nessuna-sottovalutazione-del-fenomeno).
Mancavano però le dichiarazioni dell’opposizione, ma non si sono fatte attendere molto. Sia il candidato Sindaco della Destra, Daniele Spada, sia la capogruppo in Consiglio comunale della Lega, Patrizia Ovattoni, si sono impegnati a sostenere la denuncia della Fondazione Caponnetto. Il primo, occorre dirlo, lo ha fatto in modo pacato; la seconda, come di consueto, in maniera sgangherata, lasciandosi andare, forse ad emulare maldestramente il suo leader nazionale, in affermazioni poco credibili perché impossibili da dimostrare in modo serio e scientifico. Ella fa una grande confusione tra il rispetto umano da riservare ad ogni creatura con la sottovalutazione dei fenomeni criminali: nessuno nella Sinistra, ancor più nella Sinistra estrema, ha mai mostrato di voler soggiacere alle illegalità ed alla criminalità, da qualsiasi parte essa provenga. Lo dimostra l’attenzione molto forte verso quei lavoratori che vengono sfruttati da nostri connazionali e da rappresentanti di altre nazionalità, emuli dei primi.
E’ proprio questo modo di confondere le acque ed annebbiare l’aria creando divisioni a consentire il permanere e lo sviluppo di attività illegali in città. Basterebbe farsi un giro per notare come si stiano diffondendo….basterebbe dare un’occhiata a certe pubblicità appiccicate dietro i parabrezza delle auto ed osservare quei disegni idilliaci che pubblicizzano attività che dovrebbero essere vietate, soprattutto in quanto fondate sullo sfruttamento.

IN BREVE e Attendendo la Befana, ho ricevuto due regali

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IN BREVE e Attendendo la Befana, ho ricevuto due regali

Due regali importanti sui quali mi esprimerò più diffusamente nei prossimi giorni:
il primo è quello che mi ha portato Roberto Marcelli. In realtà non è proprio “un regalo”, avendolo io pagato a prezzo intero. L’ho fatto volentieri, ma lo sottolineo solamente perché non vorrei che altri potessero pretendere da lui simile trattamento.
Da qualche giorno, Roberto mi aveva contattato per informarmi che il prossimo sabato 11 gennaio sarebbe ritornato a Prato il prof. Angelo d’Orsi. Lo aveva fatto anche per ottenere un suggerimento sull’ “accomodation” che avevo riservato al professor d’Orsi nelle due occasioni in cui era stato ospite a Prato ed a Montemurlo (in realtà l’organizzazione dell’ospitalità di Prato era stata mia, quella di Montemurlo, invece, del Comune di quella cittadina: in questa seconda occasione, avevo svolto un ruolo prioritariamente culturale). Avevo suggerito la location ma avevo già annunciato che, con grandissimo rammarico, non avrei potuto partecipare, anche se avrei voluto leggere il libro che Angelo veniva a presentare.
Sto leggendo “Leone Ginzburg – L’intellettuale antifascista” e nei prossimi giorni prima dell’11 scriverò qualche nota.

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Il secondo regalo è quello che mi ha inviato “gratuitamente” Maurizio Giardi. L’amico Maurizio, il compagno Maurizio che si firma Lidice ha realizzato un cortometraggio dal titolo “Il corpo dell’attrice”. Le immagini in bianco e nero sono nitide ed, accompagnate da un motivo “Eyes Shut – Nocturne in C Minor” di Olafur Arnalds, musicista islandese, eseguito al pianoforte da Alice Sara Ott una giovane artista giapponese, rappresentano attraverso dei primissimi piani dedicati a particolari del “corpo” (occhi, orecchie, labbra, braccia, schiena, piedi, gambe, capelli), una vera e propria pregevole coreografia. Il testo evidenzia la profondità di tematiche non banali che trattano in modo particolare i processi dell’espressione artistica creatrice sia dal punto di vista letterario che da quello prettamente teatrale, entrambi inscindibili e non riconoscibili da chi non li vive intensamente in modo diretto. Il dono che mi è stato fatto è ancor più rilevante dal momento che, a leggere ed interpretare il testo, è Mario Giansanti,la cui voce ho immediatamente riconosciuto. A dare volto, o “corpo”, alla protagonista, pur nella parcellizzazione delle diverse parti, è una delle icone del teatro sperimentale della scena pratese, Monica Bucciantini.

Icelandic music and composer Olafur Arnalds poses for the photographer in Madrid, central Spain, on 12 June 2013, on the eve of his concert. On 14 June he will offer a concert in Barcelona. EFE/Fernando Alvarado (Newscom TagID: efephotos229973.jpg) [Photo via Newscom]
Icelandic music and composer Olafur Arnalds poses for the photographer in Madrid, central Spain, on 12 June 2013, on the eve of his concert. On 14 June he will offer a concert in Barcelona. EFE/Fernando Alvarado (Newscom TagID: efephotos229973.jpg) [Photo via Newscom]

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continuo a riprodurre alcuni documenti per la storia politica del territorio – Comitato Civico Permanente di Studio ed Elaborazione Progettuale di San Paolo PRATO

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Comitato Civico Permanente di Studio ed Elaborazione Progettuale di San Paolo PRATO

Tra gli obiettivi che mi sono posto operando su questo Blog c’è quello di riportare molte delle documentazioni su quanto siamo riusciti a fare nei decenni passati – credo di poter essere considerato tra i promotori ed ispiratori di progetti – insieme a tanti altri, come Marzio Gruni, Paolo Giusti, Nicola Verde, Elda Baldacci, Livio Santini (menziono solo una piccola parte non presente nel testo che oggi ripropongo nel suo primo blocco)

La struttura che noi in primo luogo rappresentiamo è un Circolo ARCI (S.Paolo) antico nel quale trova sede un Circolo PD (Sezione Nuova San Paolo) molto giovane (vi era assai prima una sede PCI, poi PDS e poi ancora DS) ma solo da poco più di due anni si è costituito un Gruppo di persone di varia provenienza culturale ed anche territoriale con l’obiettivo di lavorare su questo territorio partendo da una critica severa nei confronti dell’apparato politico tradizionale. L’ansia di rinnovamento espressa ha fatto sì che, all’apparir del Renzi, questo Gruppo fosse accreditato, a prescindere da qualsiasi valutazione, alla sua corte. Ma non poteva essere così, in quanto il nostro obiettivo non era quello di sostituire una leadership vincente ad un’altra perdente ma molto più ambizioso e coerente con i bisogni culturali del territorio.
Questa parte di Prato – zona Ovest, zona Macrolotto Zero, Quartiere di San Paolo – ha vissuto gli anni della crisi del distretto tessile senza più quell’apporto vitale che la Politica era riuscita a dare fino alla fine degli anni Ottanta. Le crisi, che erano state cicliche ed erano state risolte con interventi straordinari dallo Stato, dagli anni Novanta ad oggi hanno prodotto uno sfilacciamento progressivo del rapporto fra Politica e territorio e dei rapporti umani, provocando quel disastro che oggi appare irrisolvibile. Anche se è vero che parlando di Politica il pensiero va a quella della Sinistra e qualcuno potrebbe obiettare che a quella si è andata sostituendo quella della Destra, occorre precisare che la Destra ha solo occupato dei “vuoti” ma non è stata in grado di fornire risposte adeguate per risolvere i drammi, sia quelli che colpiscono gli autoctoni (una congerie di provenienza disparata dal Friuli all’Emilia, alla Campania, alla Sicilia e oltre) sia quelli che riguardano le comunità straniere , in primo luogo quella cinese.
Il nucleo principale del nostro Circolo, prima della sua nascita, è apparso attivo immediatamente dopo la sconfitta del 2009: una sconfitta inattesa ma a conti fatti meritata, perché da anni la Sinistra ed il Centro che la sosteneva avevano smesso di ascoltare in modo diretto i cittadini e si era asserragliata nelle stanze delle Segreterie e nei palazzi centrali senza mai avere la consapevolezza che si era definitivamente rotto quel rapporto di fiducia che fino a pochi anni indietro era comunque il risultato di un lavoro condotto in prima linea dagli amministratori e dai militanti. Su quella sconfitta fino ad oggi il Partito più importante del Centro Sinistra pratese non ha mai voluto fare i conti. In verità quanto accadeva a Prato (dove un gruppo dirigente “giovane” arrogantemente si permetteva di dire, dopo un’analoga sconfitta a Pistoia, che “Prato non era Pistoia”!) avveniva un po’ dappertutto e questo funzionava da “pomata lenitiva” dei dolori politici di tanti di noi. Ma non era sufficiente. Occorreva lavorare, analizzare, studiare, approfondire tanti dei processi che avevano prodotto quel disastro.

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In breve 2020 . “Temi all’Ordine del giorno”

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In breve 2020 . “Temi all’Ordine del giorno”

Nelle ultime settimane del 2019 mi è stata data la possibilità di leggere le pagine di un quotidiano, “Avvenire”, e non credo sia stata la gratuità inattesa a farmene apprezzare i contenuti. Per ciascuno di noi l’apprezzamento è collegato non solo – e non soltanto – alla consonanza di valutazioni su diversi temi, ma anche – e soprattutto – alle dissonanze, pur all’interno di un confronto dialettico virtuale. Intendo dire che, pur non essendo sempre del tutto d’accordo con alcune delle idee espresse ho trovato una presenza ampia di posizioni che consentono di discorrere civilmente; e, questo, in tempi di recrudescenza di posizioni tranchant intolleranti verso chi dissente o si pone in modo dissimile, rappresenta un vero presidio di salvezza e di difesa della Democrazia, e delle Libertà.

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Una nuova rivoluzione. Quando scoppierà, solo quando gli effetti si moltiplicheranno, il mondo se ne avvederà. Pur tuttavia, alcuni segnali la annunciano. Non saranno più i proletari schiavi spartachisti nè il popolo di Masaniello o quello cencioso da “corte dei miracoli” di fine Settecento o i “miserabili” vittorughiani nè le masse sovietiche a cambiare il mondo. Sarà il clima e la Natura con i suoi elementi, l’acqua, la terra, il fuoco, l’aria, come cavalieri dell’Apocalisse ha cominciato già da tempo a dare segnali: terremoti, eruzioni, incendi, uragani, alluvioni sono protagonisti quotidiani. La Natura si ribella all’insipienza umana…e Greta, la piccola Giovanna d’Arco dei nostri tempi, finirà per apparire come un gigantesco profeta dei disastri prossimi venturi.

Prima che sia troppo tardi. Una trasmissione della RAI degli anni Sessanta del Novecento, pioniera nell’ambito dell’educazione di base in tempi di diffuso analfabetismo, si intitolava “Non è mai troppo tardi”. Oggi, mentre entriamo nel secondo decennio del 2000, non possiamo non prendere in considerazione la necessità, l’urgenza di procedere verso un recupero dell’alfabetismo. Da tempo era evidente a tutti coloro che praticavano l’ambiente educativo e scolastico, e se ne occupavano nei contesti sociali e politici, come l’abbandono e la dispersione continuativa negli anni andasse procurando danni ingenti alla convivenza civile. Già negli anni Ottanta del secolo scorso, a mia memoria, nelle stanze del Partito Comunista Italiano qui a Prato (la città dove vivo), ci si interrogava su come agire in relazione ai dati spietati con i quali un territorio, che aveva privilegiato il “lavoro” alla “cultura” ed all’”istruzione”, doveva fare i conti. Da quegli anni in avanti poco è stato fatto, anche se la città ha mostrato di avere sensibilità cui tuttavia non vi è stato conseguentemente un vero e proprio progetto di recupero per una massa sempre più ampia di dropout naturali. Ecco, “Prima che sia troppo tardi” sarebbe un titolo adatto per avviare questo Progetto.

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Fabrizio Barca ha una vera e propria “idea fissa”: “Aggredire le disuguaglianze”. Ebbene, dovrebbe essere un viatico costante per chi si occupa di Politica. Invece, anche per ottenere consensi e contributi finanziari per mantenere gli apparati, la Politica, pur sbandierando in modo propagandistico gli stessi proclami, tende in realtà ad ampliare il divario tra chi più possiede e chi poco o nulla ha.

Joshua Madalon

Dopo il discorso di fine anno…..

Dopo il discorso di fine anno…… del nostro Presidente della Repubblica i commenti politici hanno messo in rilievo la profonda differenza di stile che caratterizza nel mondo politico le compagini partitiche più importanti. Salvini e la Lega non hanno perso l’occasione per mostrare lo scarso rispetto verso le istituzioni, in primo e unico luogo quella della Presidenza della Repubblica che costituzionalmente non è di parte. Mattarella ha espresso come non mai in tante altre occasioni con asciuttezza i temi prioritari ai quali il popolo italiano deve guardare nei prossimi mesi; ha richiamato alla fiducia partendo dalla fiducia, ha sottolineato i gravi rischi che sono collegati all’essere troppo autoreferenziali e poco propensi ad essere ispirati da una visione complessiva non solo europea ancorata in maniera stretta al proprio territorio. Indubbiamente ha utilizzato in modo pacato e discorsivo una sollecitazione ad andare oltre i nazionalismi e i sovranismi. Questo ha provocato la reazione di Salvini che, non avendo – come spesso gli accade – argomenti validi per controbattere le affermazioni del Capo dello Stato, si è “limitato” a giudicare il discorso riferendosi indirettamente a “discorsi melliflui, più incolori, più indolori e più insapori”. In modo indiretto, sì, ma chiaro soprattutto a chi è ormai avvezzo a sentire le sue esternazioni contornate da riferimenti impropri e sacrileghi a simboli religiosi e immagini sacre.
Il nostro Paese non merita di essere rappresentato da questo livello culturale ed è importante che se ne renda “davvero” conto quella parte sana del Paese (non importa neanche in quale collocazione partitica essa sia) che è chiamata ad operare “insieme” per portare l’Italia fuori dalle secche della crisi.
J.M.