“ANNO NUOVO – VECCHIO ANNO la continuità” un vecchio post preceduto da un nuovo post non dissimile dal primo

“ANNO NUOVO – VECCHIO ANNO la continuità” un vecchio post preceduto da un nuovo post non dissimile dal primo

Il testo dell'”operetta morale” di Leopardi aiuta a comprendere come noi diamo un senso a ciò che in linea di massima non ne ha.
Ogni giorno è l’ultimo ed il giorno successivo è il primo di una serie di giorni che potranno dare una svolta (un nuovo inizio, una sollecitazione diversa) alla nostra vita. Molto dipende da noi stessi, anche se si vorrebbe attraverso meccanismi metafisici – come gli oroscopi o gli atti di fede religiosi – assegnare la responsabilità del nostro destino ad altre figure aliene (gli angeli buoni o cattivi, le divinità, gli altri da noi). Ciascuno è responsabile delle proprie scelte e deve accollarsene il peso; bisogna essere, anche attraverso il lavoro, la famiglia, l’impegno sociale e civile, politico tout court, co-protagonisti della storia del nostro tempo. Non ci si può arroccare in “torri d’avorio” che separano dalla vita reale. Oggi è il nostro giorno, sempre.

Il vecchio post rifletteva sul 2018….c’era un Governo essenzialmente di Destra (giallo verde – giallo per il M5S, verde per la Lega). Dall’agosto 2019 c’è un Governo che potrebbe essere diverso ma che in definitiva non lo ha ancora dimostrato. Il Governo “giallo rosso” (giallo vedi sopra – rosso dovrebbe rappresentare il PD) è ancora molto sbiadito e non si è neanche formato il colore “arancione” (il rosso ed il giallo dovrebbero dare l’arancione). Molte delle cose che scrivevo un anno fa sono ancora da divenire (alcune scelte del Governo precedente sono in piedi e creano problemi alla convivenza civile). Bisogna avere più coraggio; certamente non è facile quando la plutocrazia finanziaria condiziona anche l’informazione e l’azione positiva viene offuscata da “fake-news” fuorvianti. Ma la battaglia con i Titani giganti crea il mito degli eroi. Occorre mettere insieme le forze, anche se i passi in tale direzione dovrebbero partire da chi è più forte non da chi non lo è.
Ad ogni modo, è il tempo che scorre che racconterà la Storia.

BUON ANNO giorno dopo giorno fino alla fine dei tempi!

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IL POST DI UN ANNO FA

Cominciamo il nuovo Anno così come abbiamo chiuso il vecchio.
A coloro che – nella tradizione favolistica d’antan – credevano che ci si potesse lasciar dietro tutto quello che non ci era piaciuto e mantenere quella parte di buono, diciamo “di comodo”, che avevamo acquisito, dovrò dare una delusione. E’ finito il tempo in cui in modo apotropaico a fine anno buttavamo dalla finestra quegli oggetti che non ci servivano più, vecchi arnesi, piatti sbeccati e simbolicamente anche la spazzatura che, nel suo complesso, allagava le strade. Oggi, dopo la mezzanotte, finito lo spettacolo dei fuochi di artificio, si può circolare senza il timore che vi siano danni agli pneumatici ed alla carrozzeria: la crisi ha indotto la buona educazione, grazie al fatto che anche le cose un po’ vecchie un po’ rotte possono essere utili ancora, con il risultato che le cantine e i ripostigli, i garage, sono pieni di cianfrusaglie che ciascuno conserva, “non si sa mai possano essere utili”.
E’ tempo, questo, di letture e di riflessioni. A fine anno in zona Cesarini il Governo è riuscito a produrre e farsi approvare a tamburo battente una legge di Bilancio che dire “creativa” le fa assumere un valore di positività che non merita. La modalità attuata, generata da una necessità emergenziale (andare oltre il 31 dicembre sarebbe stato un atto doveroso per il rispetto del ruolo del Parlamento ma una iattura ulteriore inferta al quadro economico del nostro Paese), è legata al fatto che si è voluto costruire un Bilancio attraverso un braccio di ferro con la Comunità europea, che ha prodotto nel suo iter danni incommensurabili alla nostra economia attraverso lo spread. Lo si è fatto per difendere fino all’ultimo le scelte che ciascuna delle due forze, antitetiche in campagna elettorale – alleate per necessità nel Governo, aveva messo in campo. Via facendo, con il consiglio dei responsabili istituzionali europei, a quei progetti è stato fatto il tagliando; e la soluzione apparentemente positiva è scaturita da un assist poderoso da parte del Presidente francese Macron che, spintonato dai gilet gialli ha promesso l’impossibile facendo crescere a dismisura il rapporto deficit/pil del suo Paese.
Ho accennato al termine “creatività” assegnandolo al Bilancio appena approvato. Ho anche detto che non lo assegnavo come elemento positivo. Infatti il termine “creativo” solitamente collegato a forme artistiche ha un valore positivo, mentre quello collegato agli strumenti economici con cui si governa uno Stato è stato da sempre contornato dall’ironia.
Nel Bilancio, infatti, ci sono molte cifre di uscita che di fronte a quelle “incerte” di entrata non possono che essere delle mere illusioni. Tra l’altro gli interventi collegati a quella pur minima parte della “flat tax” ridurranno le entrate, facendo crescere l’elusione fiscale; quelli collegati alla fantomatica “quota 100” per le pensioni potrebbero avere effetti devastanti anche sulla qualità del lavoro; quelli riservati invece al “reddito di cittadinanza” sono pure affermazioni ideologiche che produrranno tuttavia danni irreparabili su un corpo antropologicamente malato di una parte considerevole del Paese: e non c’è alcuna differenza tra Nord Centro e Sud anche se la Lega continua a pensare che la parte peggiore sia nel Mezzogiorno (anche se, negli ultimi tempi, tende strumentalmente a nascondere questa idea).
Ovviamente i sostenitori di questo Governo sbandierano cifre a tutto spiano per propagandare “le magnifiche sorti e progressive” innescate dai loro interventi. Continueranno a dirlo, allo scopo di imbambolare un popolo disperso che avrebbe bisogno di essere sostenuto ben diversamente da quanto non hanno fatto i precedenti Governi e non sono in grado di fare costoro, venditori di odio e di fumo.

Joshua Madalon