MEDIATECA DELLA MEMORIA – un’ iniziativa della Circoscrizione Est del Comune di Prato nel maggio 2001 (LA GIORNATA DELLA MEMORIA FU ISTITUITA NEL NOVEMBRE DEL 2005) la storia di E.T. Eugenio Tinti parte 2 (dopo il preambolo dello scorso 27 gennaio)

MEDIATECA DELLA MEMORIA – un’ iniziativa della Circoscrizione Est del Comune di Prato nel maggio 2001 (LA GIORNATA DELLA MEMORIA FU ISTITUITA NEL NOVEMBRE DEL 2005) la storia di E.T. Eugenio Tinti parte 2 (dopo il preambolo dello scorso 27 gennaio)

2.
Quando lo andiamo a trovare per intervistarlo scatta in piedi, in una posizione eratta che ci fa anche un pochino di invidia; gli occhi gli brillano di una luce straordinaria che ci trasmette una gran voglia di comnicare; si agita un po’ perché sa che di lì a poco dovrà parlare con noi della sua vita delle sue storie. La figlia ci ha fatto trovare dei documenti: li guardiamo e li troviamo assolutamente importanti, così interessanti da non volerli portare via, come ci consigliano: torneremo invece a fotografarli, forse li fotocopieremo (sotto casa c’è una copisteria) un altro giorno, per ora li guardiamo soltanto: riguardano la partecipazione di Eugenio Tinti, classe 1899, alla prima guerra mondiale.

Eugenio congedo

Parte del foglio di congedo illimitato relativo alla Grande Guerra
Gli chiediamo di ricordare qualche episodio: ci parla del Piave, ci parla delle cariche, era un Bersagliere con il cappello piumato e la tromba, e lui suonava la tromba dando la carica. Ci tornano alla memoria alcuni passi della “Canzone del Piave” ed il tributo di vite umane e di gioventù perduta che quella guerra, non meno di certo delle tante altre guerre che hanno insanguinato il Novecento, ha significato.
Eugenio Tinti è un sopravvissuto, uno che ha visto e che ha potuto raccontare: quanti altri giovani come lui non sono più tornati, quanti altri sono ritornati a casa mutilati nel corpo e nell’anima, testimoni degli orrori e delle sofferenze fisiche e morali che hanno dovuto subire, nelle fredde umide anguste trincee, nei percorsi di marcia faticosi e nelle cariche di morte! Forse gli fa fatica oggi ricordare quei momenti: non è uno sforzo soltanto mentale, è qualcosa d’altro, è la volontà di dimenticare una parte così essenziale nella storia di un uomo, la giovinezza, perduta un po’ dietro questi percorsi obbligati da un Paese che sceglieva la forza delle armi per risolvere alcuni problemi territoriali.

Eugentio Tinti, lo si capisce meglio incontrandolo, è un pacifista e quella parte di vita vorrebbe non averla vissuta ed infatti la rimuove: ma ci sono i documenti che noi riportiamo in fotografia e che costituiscono un’attestazione comunque storicamente fondamentale della sua vita, a riportare quei momenti all’attenzione di chi come noi ha pensato che fosse di grande interesse ricostruire i cento e più anni di un uomo, testimone di grandi eventi e di piccoli eventi, che hanno costellato il secolo scorso.
Ricorda anche l’infanzia e l’adolescenza, i giochi, gli amori: nella sua Poppi; ci parla della parte alta e della parte bassa, ricorda ancora il vecchio Ponte medievale sull’Arno distrutto nella seconda guerra mondiale (ora ce n’è un altro – ci dice – ma anche se gli assomiglia è tutta un’altra cosa) e la vita che si svolgeva in paese con le stradine fiancheggiate tutte da portici, ed i bagni nell’Arno in un periodo nel quale le amicizie e le storie d’amore non erano ancora contrassegnate da quei contrasti mortali che caratterizzarono gli anni del famigerato Ventennio fascista: infatti alcuni degli amici di Eugenio Tinti poi divennero suoi nemici, nel vero senso del termine in quell’ambito di guerra civile che contrassegnò lo scontro fascisti-antifascisti (fra i ricordi particolari di quel periodo, il nostro ne sottolinea due con un po’ di confusione che ci viene dissolta con l’aiuto della figlia Marite: il primo riguarda la tragica fine di un suo amico d’infanzia annegato nell’Arno: il secondo una serie di furibondi litigi di carattere ideologico con l’allora giovane capostipite della pelletteria Gucci).

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