I VASI COMUNICANTI, MACHIAVELLI E IL NUOVO PRINCIPE perchè NI o forse SI parte 2

I VASI COMUNICANTI, MACHIAVELLI E IL NUOVO PRINCIPE perchè NI o forse SI parte 2

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Nel post di ieri non era chiaro il riferimento al titolo. Qui, dopo alcune righe di ulteriore commento alle ragioni del NO e quelle del NI o forse del SI, brevemente illustro il senso del titolo.

“o Franza o Spagna, purché se magna”

In linea di principio il ragionamento di chi propende per il NO non fa una grinza, tuttavia…..pecca di concretezza, disegnando un Paese assai lontano dalla realtà e ad esso rapportandosi nelle analisi e nelle prospettive. Costruito intorno ad un’ utopia ideologica. Purtroppo è uno dei difetti periodici della Sinistra, quello di assumere come propria la difesa di fortini dentro i quali si annidano poi molti dei suoi nemici, ipocriti e ciarlatani, ingannatori. E’ così che tanta gente per bene, convinta di partecipare ad una sacra crociata si trova ad essere fantoccio inconsapevole del Potere, quello senza distinzione di colore o casacca, che nel mentre si lancia contro il qualunquismo, se ne avvantaggia crogiolandosene al suo interno.
L’incauto ingenuo sostenitore di tali pseudo difensori della Democrazia e della Libertà utilizza, pensando a propri ideali vantaggi, una costante sopravvalutazione dell’elemento ideologico fondamentalmente acritico ed improduttivo a asvantaggio della concretezza. C’è chi è convinto di porre un argine alla Destra ma non si rende conto che va sostenendo forme ormai indistinte di governo.
Comunque vada i conti per chi conta andranno a gonfie vele. Ecco il riferimento ai vasi comunicanti. O si vota o non si vota i vuoti si riempiranno, gli spazi saranno coperti sempre dalle stesse persone, quelle che verranno scelte al di là di quanto uno, o più di uno, avrebbe desiderato.
Si fa un gran argomentare di rappresentanza ma nulla si dice e nulla si è fatto e si fa nel concreto per riformare la modalità di reclutamento e di inserimento nelle liste dei candidati. Gli esempi concreti non mancano: a Prato, città nella quale vivo e dalla quale scrivo, gli elettori del Centrosinistra, di quel PD rosa pallido, alle ultime elezioni politiche avevano l’unica possibilità di votare un candidato davvero spurio, lontano dal territorio e “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. E nel meccanismo elettivo regionale nella prossima occasione ci saranno ancora una volta listini bloccati.
Si parla molto per slogan e non si scende mai nel concreto. Al di là dei numeri dei parlamentari ci sarebbe davvero da riformare il meccanismo rappresentativo, rendendolo più legato ai territori ed in grado di corrispondere maggiormente ad una sua diretta rappresentanza.
Inoltre sarebbe opportuno avere rappresentanze più diffuse sui territori e meno nel Parlamento. Chi oggi si impegna a mantenere (o, come dice un compagno ad aumentare addirittura) il numero di “parlamentari”, dovrebbe nel contempo impegnarsi – MA NON A CHIACCHIERE – a realizzare un DECENTRAMENTO operoso più collegato ai territori periferici.

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Allorché richiamo la figura di Machiavelli mi ricollego essenzialmente al suo “pessimismo”, quello con il quale egli interpreta il conformismo degli intellettuali e l’”utilidiotismo” dei suoi contemporanei, nessuno escluso.
Certamente la figura “forte” che a volte si auspica da parte del “popolo” sarebbe una reale punizione della dabbenaggine comune e della incapacità a concretizzare un discorso più ampio e collettivo di tipo riformatore che parta davvero, però, dai bisogni dei tanti: se ne avvantaggerebbero “tutti”, non solo i più potenti, perché vivere in un mondo più felice rende tutti felici.
Uno dei rischi, forse il più duro per chi crede negli ideali, sarebbe la rivalutazione del “qualunquismo”, del disimpegno. Una Democrazia che tuttavia non vede la partecipazione dei cittadini (vedi Napoli e poi pensa anche al referendum nel quale il “quorum” non sarà significativo per il raggiungimento del risultato) andrebbe riformata. Ovviamente occorrono dei “correttivi” democratici rispettosi della ragione di una possibile maggioranza. Oggi tutto ciò non è possibile, ma un legislatore dovrebbe intervenire in merito, non fermarsi all’immanenza degli eventi.
Ecco alcune delle ragioni per cui mi sento molto lontano da coloro che, senza costruire progetti e prospettive ragionevoli, affermano che occorra votare contro il taglio dei parlamentari.

Joshua Madalon

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