MEDIATECA DELLA MEMORIA – un’ iniziativa della Circoscrizione Est del Comune di Prato nel maggio 2001 (LA GIORNATA DELLA MEMORIA FU ISTITUITA NEL NOVEMBRE DEL 2005) la storia di E.T. Eugenio Tinti parte 5 (dopo il preambolo dello scorso 27 gennaio e la prima parte contrassegnata con il numero 2 del 3 febbraio più quella numero 3 del 12 febbraio e la numero 4 del 17)

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2487,0,1,0,370,256,316,2,2,134,46,1,0,100,0,1972,1968,2177,80447
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MEDIATECA DELLA MEMORIA – un’ iniziativa della Circoscrizione Est del Comune di Prato nel maggio 2001 (LA GIORNATA DELLA MEMORIA FU ISTITUITA NEL NOVEMBRE DEL 2005) la storia di E.T. Eugenio Tinti parte 5 (dopo il preambolo dello scorso 27 gennaio e la prima parte contrassegnata con il numero 2 del 3 febbraio più quella numero 3 del 12 febbraio e la numero 4 del 17)

ND.: E magari eravate tutti un po’ così amici in una zona come questa.
E.T.: Qui, oltre a essere amici nella zona, eravamo amici anche dentro il palazzo dove abito. Perché prima eravamo quasi tutti, io son del Casentino, non son fiorentino, son di Poppi; quindi quando son venuto qui a Firenze eravamo tutta gente di qui che ci conoscevamo e ci scambiavamo anche delle visite, diciamo così; oggi anche qui dentro è diventata come la casbah di Algeri: non ci si conosce più nessuno. Son venuti di fuori, non so, ci sono persone che qualificherei come non troppo desiderabili, ecco.
ND.: E allora, se lei avesse bisogno di una cortesia, non c’è modo di averla.
E.T..: La cortesia, posso dire che ci ho un’inquilina qui accanto, giovane, carina: se si ha bisogno di qualcosa, alle volte ho bisogno del latte o che mi manca qualcosa ed è a lei che mi posso rivolgere…
ND.: Meno male, meno male, signor Eugenio, perché questi famosi ceno gradini, ecco, quante volte al giorno li fa, lei?
E.T..: Anche tre volte al giorno.
ND.: Perché?
E.T..: E perché ho bisogno di uscire prima per fare la spesa, perché non c’è nessuno che me la fa e, poi, per andare, anche per me andare a fare una passeggiata oppure andare a portare della roba, per esempio io come lavare faccio far tutto in tintoria, e quindi bisogna che vada anche lì, non ci andrò tutti i giorni; insomma una volta alla settimana bisogna che vada anche lì.
ND.: Lei ha parlato di passeggiate: come fa a passeggiare in questo centro così caotico, nonostante ora abbiano un po’ dimensionato il traffico?
E.T.: La mia passeggiata non è che la faccia proprio nel centro: vado qualche volta anche nel centro, per forza di cose dobbiamo andarci; però io preferisco andare nel Lungarno oppure là in quel piccolo giardino, là a San Niccolò…perché si respira un po’ meglio… in centro non è possibile starci tanto. Ora meno male che hanno messo la zona verde, un po’ più si respira, ma c’è pericolo, per esempio la mattina, prima che scatti la zona verde o la sera dopo le sei che comincia il traffico un’altra volta ed è una fornace di gas.
ND.: E qualche amico oppure qualche luogo, diciamo non so, un centro sociale o qualcosa del genere dove scambiare quattro chiacchiere?
E.T.: Ma, e io veramente ci sarebbe la Casa del Popolo della Sinigaglia, ma io non posso lasciare mia moglie perché mia moglie è malata a letto e io bisogna stia sempre con lei; se vo un’oretta fuori, come ripeto, per fare due passi per via di non farmi atrofizzare le gambe, se no io sto in casa.
ND: Signor Eugenio, lei ha parlato della malattia di sua moglie. Qui vedo una ricetta veramente nutrita: sono molte le medicine che deve prendere, paga molto di ticket?
ET.: Ultimamente ho pagato quarantamila lire.
ND.: Quarantamila lire ogni quanto?
E.T.: No, non sempre quarantamila lire ma sulle ventimila quindici ventimila lire ogni quindici giorni bisogna che io faccia questo lavoro.
ND.: Cosa ne dice di questi ticket?
E.T.: Mah, questi ticket per me sarà la salvezza, non so, di come si chiama….di Galloni o come si chiama…di Donat Cattin, ma non che sia una cosa che faccia bene a chi ci ha una pensione, per me son di molto dolorosi.
ND.: Io, signor Eugenio, a questo punto la saluto, la ringrazio di averci ospitato; le auguro di essere sempre così come la vedo adesso.
E.T.: Grazie tante della visita: ho avuto piacere anch’io di poter comunicare con voi, non so potrà fare comodo ad altri, per me la vita….
ND.: No, questo non lo dica: lei è un bell’esempio di “ragazzo del ’99.

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