TEMPI NUOVI…. pesi e misure

assalto ai treni 2

TEMPI NUOVI ….pesi e misure

Non ho mai sottovalutato la difficoltà e la pericolosità del momento che stiamo vivendo: sin dai primi segnali “internazionali”, forse anche perché viviamo a stretto contatto con una delle “comunità” cinesi più numerose e concentrate d’Italia e forse d’Europa, ho osservato con attenzione il processo dell’epidemia.
Ed in questo modo ho potuto convincermi che nella nostra città, dove ancora permaneva una certa forma di discriminazione o avversione contro i cittadini cinesi, non sarebbe accaduto nulla che potesse essere riferibile alla loro responsabilità. Immediatamente, infatti, hanno scelto di mantenere alta la guardia, rinunciando addirittura a celebrare una delle festività più attese del loro calendario: il Capodanno, che si era annunciato ricco di sorprese; hanno poi continuato ad osservare più di quanto fossero stati capaci prima le norme di igiene e di sanità personale e collettiva.

Capodanno cinese

E’ probabile che nel ragionare sul mio Blog io mi vada ripetendo.
Tuttavia quello che scrivo, che ribadisce ciò che ho già scritto, può essere ancor più utile, affinchè quel che accade nel suo tragico proporsi sia foriero di un cambiamento di clima nei prossimi tempi, quelli migliori che dobbiamo auspicare arrivino presto.
Detto questo, non posso non rilevare una parziale divergenza rispetto agli aspri rimproveri che sono stati diretti nei confronti di coloro che, avvisati da una serie di comunicati giornalistici, peraltro molto vicini al vero, dell’imminente chiusura di un ben più vasto territorio del Nord comprendente l’intera Lombardia e gran parte del Piemonte, del Veneto, dell’Emilia Romagna e di un lembo di Marche, hanno preparato in gran fretta e furia i loro bagagli ed hanno letteralmente occupato i treni che da Milano proseguono verso Sud. Mi sono detto: cosa avrei fatto io? Seguendo la mia esperienza pluriennale e le mie conoscenze attuali, avrei scelto quasi certamente di fare lo stesso. Ragioniamoci finché la testa ci aiuta! Davanti ad un allarme di questa portata, di cui non si intravede la parte finale, e davanti ad una situazione “occupazionale” incertissima (io spero che i censori di quel comportamento abbiano ben presente che centinaia e forse migliaia di persone hanno perso il lavoro o ne vedono la reale possibilità di perderlo ad horas) avrei di gran lunga preferito fare la fame a casa dei miei – forse in una situazione sanitaria naturalmente migliore – piuttosto che vivere nell’angoscia quotidiana dell’incertezza futura lontano dai miei affetti più cari. Detto ciò, ritengo che sia doveroso da parte di chi si è spostato così repentinamente mettersi a disposizione immediatamente delle autorità sanitarie locali affidandosi ad esse, proprio nel rispetto delle comunità nelle quali si sceglie di proseguire la propria vita, semmai per lo stretto tempo necessario – forse lungo speriamo breve – della crisi epidemica in atto.
Ben diverso è il mio giudizio nei confronti di quanti non hanno accolto in modo ristretto le indicazioni del Governo e della comunità scientifica.
Ne riparleremo certamente in uno dei prossimi post.

Joshua Madalon