PESI E MISURE ……continua

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PESI E MISURE ……continua

La giornata di ieri è stata intensamente contrassegnata da tutta una serie di vicende collegate al susseguirsi di argomentazioni e riflessioni intorno alla crisi epidemica che va travolgendo le nostre abitudini. Siamo tutti, soprattutto noi anziani che disponiamo di un maggiore spazio di tempo libero, incollati ai programmi televisivi che cpntinuano a trasmettere bollettini di guerra ed a dispensare consigli, più o meno sempre gli stessi.
Questo “preambolo” è utile a giustificare l’assenza dal Blog per alcune ore e per tutta la giornata di ieri.
Anche se ormai è storia passata (da ripassare in rassegna – per trarne lezione di vita – una volta conclusa questa vicenda) vorrei sottolineare la mia vicinanza a coloro che, all’annuncio della decisione del Governo di considerare “zona arancione” la Lombardia ed altre quattordici province del Nord Italia, hanno deciso in un battibaleno di prendere il primo mezzo utile e tornare alle loro famiglie.
Ho rilevato intorno a quell’evento una insolita severità e la considero il frutto di una profonda incapacità di comprendere la drammaticità nel suo complesso. E’ tipico, questo comportamento, di chi è garantito da una condizione di partenza già perlomeno sufficiente a mantenere un tenore di vita dignitoso. Mi spiego meglio portando un esempio: la signora Elsa Fornero nel pieno del suo impegno ministeriale, tra le lacrime ed i sorrisi, ebbe modo di avanzare una riflessione acuta sui benefici del lavoro in agricoltura. Le sue argomentazioni rivelavano il livello di cultura rappresentata dalla concezione snobbistica borghese da vera e propria “madamin”, che dall’alto della condizione economica personale poteva guardare all’agricoltura come un hobby.

Potete trovare parte delle sue dotte argomentazioni nel seguente articolo:

https://www.ilgiornale.it/news/interni/i-contadini-restano-giovani-fornero-ora-consiglia-andare-853630.html

Ho preso l’esempio della Fornero, perché ritengo più o meno simile il livello culturale di chi (anche persone che stimo per tanti versi) non ha avuto un minimo di comprensione verso chi, preso dal panico, cercava in tanti modi di ritornare a casa. Queste persone così rigide non si nascondano dietro lo stato di necessità unilaterale ma osservino la totalità delle problematiche. In questi giorni una parte del nostro popolo non ha soltanto il problema medico sanitario da tener d’occhio, ha anche un problema economico personale senza la soluzione del quale può essere molto difficile affrontare il primo. Molti hanno perso il lavoro, molti erano nei territori del Nord alla ricerca del lavoro, erano sulle spese per l’affitto e per la minima sussistenza personale: cosa avrebbero dovuto fare?
Sono ritornato a trattare quel tema, e penso che sarebbe stato meglio invece, anche da parte degli occhiuti censori di cui sopra, rivolgere il nostro biasimo a quei giovani che in diversi luoghi ed occasioni hanno affollato i luoghi delle “movide”. Il mio biasimo non è solo verso di loro, ma soprattutto verso i loro genitori, evidentemente incapaci di trasmettere rigore soprattutto nel momento in cui questo risulta necessario.
In realtà, anche io l’altro giorno, arrivando alla Coop di Prato sono stato colpito dal modo in cui persone adulte facessero capannelli senza curarsi delle prescrizioni generali. Probabilmente tra quei signori c’erano anche alcuni dei genitori “modello” dei “vitelloni” del nostro tempo.

Joshua Madalon