Nel tempo del Coronavirus – alcune attività e riflessioni

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Nel tempo del Coronavirus – alcune attività e riflessioni

Non c’è dubbio: nel tempo del bisogno si riconoscono le amicizie lunghe, quelle che – comunque vada – conteranno. Ovviamente, parlo di “bisogno” reciproco, collettivo, condiviso. Sotto questo aspetto, molto utili sono i “social”. Nessuno può sentirsi solo con questi strumenti: si comunica più di quanto non si facesse prima ed a nessuno verrebbe in mente “ora” di sottolineare l’inutilità dell’uso di essi; anche quello parossistico di cui spesso sono stato accusato – devo dirlo? – ingiustamente.
In questi giorni di reclusione forzata, incolpevole, abbiamo molto da fare: che strano? Non ce ne eravamo accorti prima: non ci si annoia, per niente, e fondamentalmente, finisce per piacerci questo ritmo che non è per niente lento, anche se meditato e pieno di belle sorprese. A dirla pienamente cominciamo a renderci conto che la nostra vita fino a qualche settimana fa era scandita da ritmi inutilmente infernali.
A me, poi, cui piace il Cinema, rivedo vecchi capolavori e vado alla ricerca di nuovi prodotti di livello medio-alto. Prima erano le sale cinematografiche a partire da quelle fumose dei “cinemini” di periferia e le “matinèè” festive ed estive, queste ultime soprattutto “arene” vicine al mare come quella di “Nuovo Cinema Paradiso”.
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Poi vennero le proiezioni domestiche di materiali in 16 mm che mi venivano spediti dalle varie Ambasciate, il Canada e la Germania Ovest; c’era una vecchia credenza veneta, dal quale facevo scendere un lenzuolo e furono i tempi e la scoperta di Murnau, Wegener, Lang, Vigo, Clair, Carné, Renoir e McLaren. Poi la passione per i Festival e per le sale d’essai, a partire dalla “Giovanni XXIII” di Bergamo bassa per andare allo Spazio Uno di Firenze ed alla nascita del Terminale qui a Prato. Oggi – poi – riesco a vedere di tutto. Ho migliaia di file (non riesco più a contarli e chissà che in questo periodo non li catalogherò tutti); e posso segnalare all’attenzione un po’ di prodotti. Può servire, questo, a diluire la tensione di un tempo che a tanti può apparire pesante da sopportare.

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Guardo anche la TV. Forse è la parte meno esaltante: mette in evidenza l’eroismo di tanti, ma anche la sottolineatura delle sconfitte, della incapacità a fornire una spiegazione valida su tanti aspetti. Ci girano e ci rigirano intorno ed a volte si ha la sensazione che in qualcuno vi sia un perfido cinismo, quasi una rivalsa sulle proprie dicutibili competenze. L’ho letta nel sogghigno di una tra le più quotate scienziate italiane, che non ha ancora chiesto scusa agli italiani per la sottovalutazione dell’epidemia valutata né più né meno a livello di una sindrome influenzale. E la “signora” in una recente sortita, di poche ore fa, ha preteso di poter parlare del “dopo”, affidandosi ad uno sciovinismo “femminista” di dubbio – anche questo – valore, andando ad affermare che il “futuro” sarebbe da affidare – ho avuto la sensazione che fosse un occhiolino all’imprenditoria famelica ed alla finanza ottusa – alle donne, visto che percentualmente sono di gran lunga le meno colpite da questo “virus”.
Imprenditoria e finanza che mal digeriscono il blocco delle attività, dimostrando una fortissima sensibilità al guadagno ed un’insensibilità verso i problemi che stanno colpendo la parte più debole del Paese, si ergono, entrambi, insieme ai loro sostenitori politici, come se fossero difensori dell’Economia e del Lavoro, anche se finora non lo hanno mai evidenziato, in realtà a difesa dei propri limitati interessi.
Certamente l’Impresa quando è soprattutto ad evidenza sociale va tutelata e difesa ed in questi settori la mano del pubblico deve essere protettiva.

A questo proposito ricordo il dettato costituzionale all’
Articolo 41

L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

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