da giovane: la sensibilità ambientalista, storica e culturale….quella politica e cinematografica – ottava parte – 12 (vedi post 17 aprile 2020)

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da giovane: la sensibilità ambientalista, storica e culturale….quella politica e cinematografica – ottava parte – 12 (vedi post 17 aprile 2020)

un mio intervento sulla rivista “SegnoCinema” riservato al Cineclub Spazio Uno di Firenze
Sul numero 17 del marzo 1985 di “SegnoCinema” fu inserita una Sezione Speciale dedicata ai Cineclub.

Segnospeciale/Cineclub Addio a cura di Gianni Canova comprendeva una introduzione generale da parte del curatore con un occhiello “Fenomenologia di una crisi evidente”, con un Titolo “Le cineclub à mort” ed un sommario “Macerati dai tempi, dalle nuove tecnologie e dalle mutate abitudini di consumo, sono avviati a scomparire o a trasformarsi”.

Ovviamente si trattava di un “De profundis” relativo alla crisi dei Cineclub. Seguiva a pag. 19 e pag. 20 un ampio articolo di fondo che vantava le lodi del Cineclub, a cura di Alberto Farassino con un Titolo “Quindici anni di rivoluzione” un occhiello “E’ finita l’epoca della separatezza: conclusa un’esperienza storica” ed un sommario” “In una futura storia mediologica d’Italia il ruolo degli originari club-cinema merita attenzione e riconoscenza per alcune intuizioni fondamentali”.
Seguivano poi dei reportage sul Cineclub Lumière di Genova, sul Movie Club di Torino, sulla “Cappella Underground di Trieste, sull’ Obraz di Milano, su Cinema Altro di Napoli, su Circuito Cinema di Venezia, sulla rete di Cineclub in Emilia, su Filmstudio e su Officina filmclub di Roma, su Grauco-Cineclub e Novocine sempre di Roma. A me, che in Toscana mi occupavo proprio della rete dei Circoli Cinematografici dell’ARCI (UCCA) chiesero di scrivere un pezzo sul Cineclub Spaziouno di Firenze, che stava vivendo un momento di profonda crisi. Il Titolo prescelto fu “Il risultato di un lungo litigio” ed il sommario “Un’astiosa polemica condotta nei confronti di Andrea Vannini, direttore del Cineclub, da parte del gruppo dirigente del Circolo Enel ha prodotto come logica conseguenza la precarietà della programmazione e un clima di accesi contrasti”.
In un riquadro dell’articolo in alto a sinistra a pagina 26 la sintesi della diatriba. La vicenda polemica che ha condotto ad un serrato contenzioso tra Andrea Vannini, direttore della programmazione di “Spaziouno” e i dirigenti del circolo Enel affonda le sue radici ancora nel 1984, quando in aprile tutti i membri del comitato direttivo sonol stati avvicendati, ad eccezione del presidente ed è prevalsa una forma di orientamento gestionale del circolo che ha successivamente provocato, in settembre, l’inizio di una stagione di proiezioni priva della consueta programmazione, il licenziamento, in ottobre, di Andrea Vannini e la conseguente sospensione delle pubblicazioni della storica rivista “Cult Movie”.

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L’articolo vero e proprio

Di cineclub in Toscana ve ne è più di uno, ma a Firenze, quando si parla di cineclub, si dice (o, forse, si diceva?) soprattutto Spaziouno, anche se Firenze ne ha avuti e ne ha tuttor altri, qualcuno già chiuso, qualche altro legato ad Enti pubblici e culturali, come Le Cineclub e Le Cinematographe. Ma, nel qudro generale dei problemi legati alla vita dei cineclub, è estremamente importante conoscere la storia e gli esiti di Spaziouno, o meglio, come ci dice Andrea Vannini, che per 10 anni ne ha curato la gestione culturale, di Kinospazio (così si chiamava il cineclub di via del Sole dal 1974 al 1979).
Incontriamo Vannini, un po’ stanco, amareggiato ma per niente sfiduciato, all’interno del Nazionale, un vecchio teatro del ‘700 adattato a cinema, sul quale egli ed altri operatori hanno di recente puntata l’attenzione per continuare, con la professionalità consueta, quel discorso che il nuovo consiglio direttivo del Circolo Enel, dove ha sede Spaziouno, ha voluto drasticamente ed inopinatamente interrompere. In verità, la programmazione del cineclub continua anche senza di lui, ma obiettivamente oggi le manca quella garanzia di studio professionale e critico che la rendeva, pur nell’anomalia del tipo di gestione poltica, un modello da imitare.

…12….

Joshua Madalon

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