I CONTI NON TORNANO – ottava parte

I CONTI NON TORNANO ottava parte (per la settima vedi 13 maggio)

Riprendendo il “Rapporto” dell’allora Preside del Liceo “Copernico”:
“Dunque, l’edificio appariva sovradimensionato per le esigenze del solo Dagomari al punto da risultare sulla carta idoneo a recepire anche un altro Istituto, il “Gramsci”, tendenzialmente volto alla perdita del parametro di dimensionamento…. Questa fu la prima decisione…Il nostro Liceo…sarebbe stato trasferito negli edifici lasciati liberi dall’ITC Gramsci nel nuovo lotto scolastico denominato “Secondo lotto del Keynes in via di Reggiana. Fu costituita per questo scopo una commissione composta dal Provveditore, dall’Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di Prato, dai Presidi, rispettivamente del Gramsci e del Dagomari, sostenuta da tecnici della Provincia, con lo scopo di studiare la fattibilità concreta del passaggio del Gramsci nello stesso edificio del Dagomari, come appariva effettuabile sulla carta….(il 23.11.98) tale commissione relazionò che l’operazione non era possibile in quanto, pur esistendo spazi per contenere anche le classi del Gramsci dentro l’edificio ospitante il Dagomari, la funzionalità dei due Istituti, relativamente alla disponibilità dei laboratori, sarebbe risultata compromessa. A questo sacrificio dei due Istituti avrebbe fatto riscontro, viceversa, l’eccesso di spazi disponibili per il Liceo Copernico collocato in via Reggiana (per dare un’idea, parlando solo delle aule: 76 aule per 48 classi).”
L’elaborazione aveva un profondo “difetto”: veniva privilegiata la pretesa del Liceo Copernico di trasgredire rispetto a quelli che erano i parametri previsti per tutti di un dimensionamento ottimale per una gestione complessiva dal punto di vista amministrativo e didattico. In realtà lo stesso Gramsci, che era destinato ad una parabola discendente collegata alla specificità del suo ordinamento (per “geometri”), avrebbe potuto essere inglobato nel “Dagomari”, utilizzando semmai temporaneamente gli spazi che erano stati costruiti in un primo tempo per ospitare il “Keynes” e che venivano utilizzati dall’Ufficio Scolastico Provinciale (sezione amministrativa). In realtà, andando a vedere quel che è poi accaduto e che avrebbe dovuto essere nelle previsioni, il Gramsci si sarebbe ridotto progressivamente (già nell’anno scolastico 1997 gli allievi iscritti a quei corsi erano 565 e si erano ridotti di 113 unità nell’anno successivo 1998, arrivando a 452) fino ad essere conglobato. La qual cosa – mi ripeto – è poi realmente accaduta a vantaggio del Keynes. Tra l’altro, sempre con lo sguardo lungo che noi avevamo – e che è stato confermato dai fatti – lo stesso Copernico avrebbe potuto crescere “meglio” in spazi nuovi (quelli del secondo lotto, non di certo quelli – che poi vedremo – raffrescati alla buona dell’ex Gramsci, dove sarebbe stato destinato il “Dagomari”).
Riprendo il testo del “Rapporto”:
“Tenuto conto che assunto di base della conferenza dei Presidi e dell’Assessore Provinciale alla Pubblica Istruzione era stato il principio di programmare il dimensionamento numerico ottimale degli Istituti mediante controllo delle iscrizioni e non mediante tagli traumatici di classi da spostare ad altro Istituto….la rinione dei Presidi decise di adottare l’unica alternativa prospettata dall’Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di fronte al fallimento della prima ipotesi. Tale alternativa prevedeva lo spostamento del Gramsci nel secondo lotto Keynes, del Dagomari nell’edificio ex-Gramsci e del Copernico nel contenitore lasciato libero dal Dagomari…”.

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