Un progetto per il cinema – Prato 2 gennaio 1984 – intro e primi passi

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Un progetto per il cinema – Prato 2 gennaio 1984

Premessa datata oggi giugno 2020 (ad evitare fraintendimenti)

Ero a Prato dalla fine del 1982; mi occupavo di cultura cinematografica per l’ARCI, ero coordinatore regionale toscano e membro del Durettivo nazionale dell’UCCA, avevamo fondato ed aperto il Cinema Terminale “Movies”; avevamo deciso di mettere in piedi un progetto per il Cinema a Prato. Come spesso mi è accaduto, non ho mai voluto tergiversare intorno ai problemi; c’era qualcosa che non riuscivo a comprendere: si voleva fare ma non si sapeva come portare a compimento, realizzare tali progetti. Nella Introduzione trovate “subito” le perplessità, le preoccupazioni, anche se amaramente appaiono un po’ polemiche. Subito dopo, ad evitare che si potesse dire che non vi fossero idee e progetti, ci sono idee e progetti complessivi per la città di Prato.

Introduzione

Impegno preso, impegno assolto, questo di presentarvi un progetto (anche se modesto) per l’attività cinematografica a Prato, ed ho posto in esso tutto l’entusiasmo e l’interesse che ho per il cinema, con quel poco di esperienza che ho accuumulato in questi pochi anni. Tuttavia non vedo ancora quelle certezze che sono necessarie per un mio lavoro sereno, affinchè la mia collaborazione possa contare effettivamente, e servire. Personalmente, non ho alcuna frustrazione da cui riscattarmi attraverso ruoli culturali liberatori: ho un lavoro che mi soddisfa e mi impegna, una famiglia felice, un’attività culturale già intensa. Non sarebbe dunque il “Movies” di Prato a garantirmi la felicità, anche se mi interessa vederlo crescere. Esistono delle ambiguità elusive soprattutto sul piano organizzativo e delle incertezze ancora profonde sull’assetto operativo: poichè ritengo in maniera alquanto presuntuosa, di essere in grado di offrire una collaborazione attiva, e necessaria, non considero sufficienti le garanzie del nostro rapporto attuale sia sul piano della riuscita culturale sia su quello economico finanziario, per cui non riesco oggi a prevedere altra soluzione se non quella di ridurre la mia collaborazione allo stesso livello di gran parte dei soci fondatori del nostro Circolo, ricordandovi che ho impegni altrettanto seri ed interessanti a livello regionale e nazionale. Esistono delle pigrizie, che chiamerei assopimenti teorico-politici” che non posso condividere; e poi, cari compagni, a conti fatti, chi me lo fa fare! Consideratemi, tuttavia, in ogni momento a disposizione, laddove si voglia chiarire il tutto ed affrontare ogni questione in maniera più seria e globale.

Dopo questa parte “critica” (l’isolamento nella gestione del Programma che non riceveva consensi da parte del gruppo dei fondatori) ed “autocritica” (nel riconoscere di sentirmi inadeguato, ma orgogliosamente consapevole delle potenzialità che avrei potuto esprimere) non rinuncio ad affrontare gli aspetti culturali necessari per una migliore promozione della nostra proposta.
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