CINEMA –una storia minima – seconda parte degli Anni venti prima del sonoro (vedi 31 maggio)

CINEMA –una storia minima – seconda parte degli Anni venti prima del sonoro (vedi 31 maggio)

Nel 1924 si avvia la carriera di uno dei più grandi autori cinematografici francesi – e non solo – con René Clair ed il suo manifesto dell’Avanguardia, “Entr’Acte” prodotto – come si evince dallo stesso titolo – come “film di sostegno” che intrattenga gli spettatori di un balletto di Picabia. In quello stesso anno, sempre in Francia, si produce “Ballet mécanique” di Fernard Léger, opera fondamentale per la conoscenza dell’arte futurista di cui Léger era interprete.

Intanto, tra il 1923 ed il 1924 si affaccia in modo rilevante sulla ribalta dell’arte cinematografica la stella di Buster Keaton, la cui “faccia triste” accompagnerà gli spettatori fino alla metà degli anni Sessanta. Straordinarie le sue interpretazioni, accompagnate da grandissimi successi commerciali, ne “La legge dell’ospitalità” del 1923, “La palla n.13” del 1924 e, sempre in quest’ultimo anno, “Il navigatore”.

Da segnalare, nel 1924, uno splendido film di fantasia e di avventura, che si avvale dell’interpretazione di uno dei “divi” più significativi dell’epoca del cinema muto, Douglas Fairbanks e del genio registico di Raoul Walsh: si tratta de “Il ladro di Bagdad”.

Ritornando al 1925, avendo ricordata l’uscita di quel capolavoro che è “L’ultima risata” di Murnau, che punta il dito sul declino della società mitteleuropea, non possiamo non aggiungere che è l’anno de “La corazzata Potemkin”, punto di riferimento della cinefilia non solo nostrana, ma indubbio capolavoro della cinematografia sovietica. Sempre in quell’anno, Eisenstein realizza un altro dei suoi capolavori, “Sciopero”.

In quello stesso anno, agli inizi della carriera avviata appena due anni prima, esce “La via senza gioia” di Georg Wilhelm Pabst, la cui protagonista anche ella più o meno agli inizi della carriera è quella straordinaria icòna Diva che porta il nome di Greta Garbo. La straordinarietà del film consiste anche nella presenza contemporanea di altre due “dive”: Asta Nielsen e Marlene Dietrich. Greta Garbo era stata notata da Pabst su un set nell’anno precedente, quello di La leggenda di Gosta Berling” di Mauritz Stiller. Il film, così come altre opere di quel periodo (la stessa “L’ultima risata” di cui si accenna sopra) rappresenta, attraverso la figura interpretata dalla Garbo, la crisi economica, civile e morale della Germania, dopo la sconfitta subita nella Grande Guerra.

Sempre nel 1925, tornando negli Stati Uniti va segnalata la quinta opera di Eric von Stroheim, “Greed”, un Kolossal enciclopedico di durata improponibile (circa 7 ore nella versione originale), considerato anche per questo motivo tra i film “maledetti” della storia del Cinema. Analogamente alle atmosfere europee, forse per le origini austriache del grande “maestro”, i temi trattati nei film di Stroheim sembrano collegarsi al clima di declino morale che si respirava in Germania. Molto diversa era l’aria che spirava nelle “storie” narrate da Charles Chaplin che nello stesso anno gira “La febbre dell’oro”, nel quale aleggia la speranza di un riscatto umano e sociale sempre presente nel mito americano dell’uomo che si fa strada verso il riscatto partendo dal basso.

Il 1925 è anche l’anno di un esordio eccellente in Gran Bretagna, quello di Alfred Hitchcock, con “The Pleasure Garden”, una storiella abbastanza esile, nella quale però si intravede il genio che verrà. Ed infatti nell’anno seguente, il 1926, “The Lodger” (Il pensionante) già rivela uno stile inimitabile nella narrazione che farà di Hitchcock un marchio indiscutibile fino alle ultime sue prove ed un punto di riferimento per tantissimi giovani autori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *