per intero “La pelle e l’anima” – Astruc, Bazin, Chabrol, Godard, Rivette, Rohmer, Truffaut Intorno alla Nouvelle Vague

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su “La pelle e l’anima” – Astruc, Bazin, Chabrol, Godard, Rivette, Rohmer, Truffaut
Intorno alla Nouvelle Vague

Una delle mie passioni cinematografiche è stata quella per la Nouvelle Vague, il Free Cinema ed il Nuovo Cinema Tedesco. Da giovane, la mia voglia di indagare, scoprire, essere disponibile alla contestazione ma attento anche alla riflessione, mi spinse verso i movimenti cinematografici giovanili e sperimentali, ma anche narrativi. E fu così che mi accostai al cinema di Truffaut e Godard, a quello di Lindsay Anderson e di Karel Reisz fino a Wenders, Herzog e Fassbinder. La passione si affinò nel periodo “feltrino” a contatto con alcuni studiosi del Cinema, dal collezionista cinefilo Carlo Montanaro al prof. Antonio Costa alla docente di Cinema Cristina Bragaglia ai critici cinematografici come Maurizio Grande, Leonardo Quaresima e Giovanna Grignaffini, che avevano appena contribuito in prima fila alla redazione della “Storia del Cinema” a cura di Adelio Ferrero per la Marsilio Editori.
Una volta trasferito in Toscana alla fine del 1982, tra Prato, Firenze ed Empoli proseguii a coltivare la mia passione.
Alcuni aspetti della mia presenza a Prato in quei primi anni sono già stati oggetto di analisi su questo Blog (il lavoro nell’ARCI, l’attività cinefila nell’UCCA, la fondazione del Cinema “Terminale”). Oggi credo sia molto importante ricordare l’attività del Cinema d’essai ad Empoli svolta con il compagno cinefilo, conosciuto alle varie edizioni del Festival del Cinema di Venezia negli anni precedenti, Jaurés Baldeschi. Accanto all’Unicoop di Empoli c’era uno spazio Cinema. Era non molto lontano dalla sede dell’Istituto (il Tecnico Commerciale “Enrico Fermi”) nel quale insegnavo ed infatti nelle ore libere, prima o dopo le lezioni, mi trattenevo tra l’Unicoop e la Biblioteca Comunale, dove lavorava sia Baldeschi sia Franco Neri, che ne era il Direttore (Franco poi è stato per lungo tempo alla “Lazzerini” di Prato con lo stesso incarico), ed insieme ad altri amministratori comunali e membri del Cineclub Unicoop si organizzavano inziative culturali, una delle quali peraltro produsse anche un volume preziosissimo di materiali critici cinematografici. Di questo intendo da oggi per qualche giorno attraverso più post trattare. Il tema che trattammo fu proprio la Nouvelle Vague. L’esperta di quel periodo era Giovanna Grignaffini. La contattai e la coinvolsi.
Nella parte organizzativa, insieme al citato Baldeschi, che è tuttora molto attivo sempre nell’ambito della cultura cinematografica in quel di Castefiorentino, a Bruno Berti, un medico appassionato di Cinema, e Giulio Marlia, che ha continuato ad occuparsi di Cinema come docente a Pisa, ebbi un ruolo primario (d’altra parte ero responsabile regionale dell’UCCA e membro nazionale del direttivo dello stesso organismo); non potetti essere molto partecipe nella parte finale del progetto, poichè in quelle settimane si annunciò la nascita di mia figlia Lavinia, che avvenne l’8 gennaio, e mi impegnò notevolmente nelle settimane decisive.
Su indicazione di Giovanna Grignaffini trovammo molto centrato il titolo della Rassegna “Verso la Nouvelle Vague”: l’intento era infatti di ricostruire la genesi cinefila che aveva prodotto la passione dei protagonisti di quel periodo, nata – quella passione – accrescendo la sua Cultura tra i locali cinematografici ed alcune riviste, una su tutte i “Cahiers du Cinéma” di André Bazin, suo protettore e mentore.
E, come già scritto sopra, cooperammo nella composizione di un libro denso di materiali di prima mano appositamente tradotti per la prima volta: “La pelle e l’anima – Intorno alla Nouvelle Vague”.

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PELLE E ANIMA — seconda parte
Il libro, edito da Casa Usher – Biblioteca dello spettacolo – Cinema a pagina IV portava una sintesi:
“Questo volume viene pubblicato con il contributo del Comune di Empoli, Assessorato alla Cultura, in occasione della rassegna “Fino all’ultimo Godard – 25 anni di Nouvelle Vague”, tenutasi ad Empoli dal 24 gennaio al 18 aprile 1984, allestita a cura di Jaurès Baldeschi, Bruno Berti, Giuseppe Maddaluno, Giulio Marlia, con la collaborazione di Regione Toscana, Amministrazione Provinciale di Firenze, Cineclub Unicoop, ARCI Empoli, Distretto scolastico n.25, Istituti scolastici superiri, Consorzio Toscano Cinematografico, Ambasciata di Francia.”
A pagina VII una breve presentazione da parte dell’Assessore alla Cultura del Comune di Empoli, Lucano Ferri (che aveva seguito in prima persona tutte le fasi ideative ed organizzative della Rassegna):
Da qualche anno oramai, ad Empoli, si è sviluppato un nuovo interesse nei confronti del cinema, grazie al prezioso lavoro svolto dal cineclub Unicoop e dall’ARCI e da un nuovo e costruttivo rapporto che si è sviluppato con il mondo della scuola. Sono questi i presupposti che ci hanno stimolato a raccogliere questi maeriali di studio sulla Nouvelle Vague che ci sembrano di interesse, non solo nel nostro ambito locale, ma un più ampio respiro di carattere nazionale. L’interesse per il cinema transaplino è partito dalla primavera del 1983, quando, su specifiche richieste della scuola, il Comune di Empoli promosse una serie di incontri sul cinema francese degli anni trenta che ottennero un discreto successo e a cui parteciparono vari studiosi dell’arte cinematografica. Da qui lo stimolo per continuare l’analisi su una realtà cinematografica come la Nuovelle Vague che ha finito per influenzare e sconvolgere il panorma cinematografico mondiale. Pertanto, gli scritti e i materiali, inediti in Italia, che vedono la luce vogliono essere un modesto contributo al dibattito e alla riflessione su questo importante fenomeno.”

A pagina IX troviamo una Nota introduttiva curata da Jaurés Baldeschi:
“Tra il gennaio e l’aprile del 1984 il Comune di Empoli, attraverso il comitato comunale per le attività cinematografiche, ha realizzato una ampia rassegna cinematografica dedicata alla Nouvelle Vague con la presentazione di una quarantina di film, alcuni dei quali inediti in Italia. Perché una rassegna cinematografica, e di ampia portata, dedicata alla Nouvelle Vague? Per moda, per una trovata estemporanea, per snobismo culturale? Niente di tutto questo. La Nouvella Vague ha rappresentato uno dei momenti più alti di riflessione del cinema su se stesso, ha puntato uno sguardo molto attento sul mondo sociale e politico, ha vuto un notevole sviluppo nell’acquisizione di linguaggio, tecniche e tematiche, che anche se non del tutto originali perché mutuate dalla letteratura e dall’arte in genere, sono state approfondite sensibilmente e fatte proprie dai “nuovi maestri” del cinema. Se nel panorama cinematografico di oggi troviamo numerosi autori, più consapevoli del mezzo che usano, si deve soprattutto a quella stagione cinematografica. Se pensiamo a un film pregevole come “Lo stato delle cose” di Wenders, con la sua affascinante riflessione sul rapporto tra finzione e realtà nel cinema, sul senso del raccontare delle storie, non possiamo fare a meno di andare con il ricordo al Godard di quindici o venti anni fa (“Pierrot le Fou”, “Week-end”)….

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PELLE E ANIMA terza parte
…Questa iniziativa ha teso ad essere un tentativo di opposizione al riflusso politico ed ideologico dominante ed al massiccio revival del cinema hollywoodiano favolistico ed incantatore. In ultima analisi, un nvito a pensare criticamente il cinema.
L’interesse degli organizzatori era soprattutto quello di rivolgersi a due specifici settori di pubblico: la scuola e il “pubblico normale”. Per il primo si sono presentate diverse articolazioni nel modo seguente: il primo intervento è stato rivolto esclusivamente agli studenti con la preparazione di alcuni materiali propedeutici alla conoscenza del periodo e della tecnica cinematografica, l’altro diretto particolarmente ai docenti , ma senza escludere gli allievi, che tendesse a mostrare la rivoluzione linguistica e teorica della Nouvelle Vague, ad analizzare le valenze ed i significati del linguaggio filmico. Un terzo momento rivolto ad insegnanti e studenti con la presentazione in moviola (usando il videoregistratore) di alcuni film fondamentali della Nouvelle Vague. Per il “pubblico normale”, naturalmente non esclusi studenti e insegnanti, è stata allestita la visione di film e la fornitura dei materiali informativi. L’intervento si è articolato in più sezioni: al mattino cinque incontri nelle scuole superiori con una presenza media di quaranta studenti e due insegnanti. Venti proiezioni pomeridiane con una media di venticinque/trenta spettatori ciascuna, introdotte da un telegrafico commento e accompagnate da una scheda informativa. L’aspetto nuovo e interessante è stato l’inserimento nella normale programmazione del cineclub Unicoop di otto film di autori della Nouvelle Vague che hanno avuto ( e hanno ancora) un vivo successo, oltre che di critica, anche di pubblico, dal Godard di “Fino all’ultimo respiro” al Resnais di “La vita è un romanzo”. La partecipazione media a questi film ha oscillato tra le centottanta e le duecento presenze per ogni proiezione. L’iniziativa prevedeva inoltre, con una programmazione a incastro, una serie di sezioni monografiche così suddivise: film di autori che piacquero ai registi della Nouvelle Vague (Hawks, Hitchcock, Ray, Rossellini); film di autori attivi nello stesso periodo che in qualche modo furono influenzati e influenzarono la Nouvelle Vague. A completamento di questo lavoro abbiamo ritenuto utile proporre una serie di scritti inediti che, presentando una certa autonomia e completezza, non pretendono certo di porsi come esaustivi. L’idea di raccogliere questi interventi voleva rispondere ad una duplice esigenza, da un lato offrire agli interlocutori dell’iniziativa nel suo complesso anche un materiale più “specialistico”, e dall’altro individuare anche un interlocutore più generalizzato che è dato da quanti lavorano e studiano di aspetti cinematografici.
In questo senso la struttura stessa del volume ha tenuto presente quanto già edito in Italia su questo fenomeno, e soprattutto i materiali in corso di preparazione, legati all’iniziativa che il secondo Festival Internazionale Cinema Giovani di Torino dedicherà nel mese di ottobre all’esperienza della Nouvelle Vague.
Jaurés Baldeschi
Subito dopo a pagina XI del libro “La pelle e l’anima” c’è il frontespizio interno con l’Introduzione di Giovanna Grignaffini; ne riporterò qualche pagina per dare un’idea del valore del testo.
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PELLE E ANIMA – parte quarta
A pagina XIII del libro due frasi a epigrafe svelano le ragioni del titolo.
La prima è di André Bazin, figura fondamentale per gli autori della Nouvelle Vague, in modo particolare per Francois Truffaut, ed è riferita ad uno degli autori più importanti della Storia del Cinema, non solo quello francese, Jean Renoir. “I film di Renoir sono fatti con la pelle delle cose”
La seconda frase è invece di uno degli autori più colti e raffinati tra quelli che arricchirono la Nouvelle Vague, Eric Rohmer ed è riferita ad un altro dei grandi cineasti cui guardarono con particolare attenzione i giovani autori di quel periodo, Roberto Rossellini. “…come se “Europa ‘51”, solo con la forza di ciò che fa vedere….si proponesse di provare l’esistenza dell’anima stessa.”
Come avevo specificato a conclusione della parte terza, riporto solo una pagina, la XIII, dell’Introduzione di Giovanna Grignaffini

“La pelle e l’anima. Titolo provocatoriamente anacronistico, senza dubbio. Indubbiamente omologo però rispetto ai materiali che compongono questa antologia: materiali dentro a cui quei termini affiorano e rimbalzano con un’insistenza che diventa vera e propria ossessione. E riproporli non significa solo mettere in scena il desiderio di liberarsi di questa ossessione. Qualcosa di più. Innanzitutto la dichiarazione esplicita di non voler rimuovere lo sfondo in cui questi materiali si collocano e che non è semplicemente un generico “idealismo diffuso”, ma arriva a sfiorare quel cattolicesiomo che in Francia negli anni Quaranta Cinquanta si muoveva in bilico tra spiritualismo e fenomenologia. Nella convinzione, ovviamente, non che lì bisogna arrivare ma che da lì bisogna partire. La nostra intende dunque porsi come ricognizione che tenta il più possibile di stare a ridosso del proprio oggetto, nel tentativo non di cercarne alcune, fin troppo facili, modernizzazioni a posteriori, ma di farne emergere, lavorando sulla superficie dei testi, se non l’anima, almeno una qualche parziale verità. Ed è solo una speranza. Secondariamente, la convinzione che quei due termini siano in grado di significare, o almeno evocare, il nucleo teorico più originale e unitario che scorre attraverso la diversità dei materiali raccolti. Meno provocatoria, e più direttamente ancorata a paramteri storicisti, potrà apparire la seconda articolazione del titolo: Intorno alla Nouvelle Vague, che tende ad istituire un rapporto di derivazione tra questi testi di critica e teoria e l’esperienza cinematografica affermatasi in Francia verso la fine degli anni Cinquanta. Una derivazione questa, che la stessa “Mappa cronologica del nuovo cinema”, proposta in apertura di questa raccolta, sembra accreditare. A parte il fatto che quella “Mappa” parla di “Nuovo cinema” e non di Nouvelle Vague in senso stretto (e la cosa, come vedremo, non è affatto irrilevante), va sottolineato (come cerca di fare la stessa definizione “Verso la Nouvelle Vague. Dentro al cinema) che i testi presentati possono disporsi ad un doppio livello di lettura, potendosi riferire cioè innanzitutto ad un discorso generale sul cinema e secondariamente a quella esperienza cinematografica specifica. E si tratterà anche di stabilire le forme e i modi attraverso cui far scattare l’ipotesi della derivazione…………..

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