UCCA1985 – Progetto di attività dell’UCCA Prato Firenze martedì 23 aprile 1985 – intero (per la parte 8 e ultima vedi 8 agosto)

PROGETTO DI ATTIVITA’ dell’ UCCA Prato Firenze martedì 23 aprile 1985 – prima parte

Arrivato a Prato nel 1982, mi posi a disposizione dell’ARCI, con la quale Associazione già nel periodo bellunese (feltrino) avevo lavorato. Portavo con me un bagaglio minimo di competenze acquisite soprattutto con la passione del cinefilo. Nel 1983 e nel 1984 lavorammo molto per aprire a Prato una sala d’essai, il Cinema “Terminale” che ancora oggi è attivo, anche se trasformata in Cooperativa, alla quale non ho mai voluto aderire per una mia personale scelta. Questo intervento che qui posto suddiviso in più parti segue l’Assemblea Regionale durante la quale venni eletto come coordinatore regionale dei Circoli Cinematografici dell’ARCI. Fu una bella esperienza che mi permise di conoscere nel profondo la realtà toscana.

Primi mesi di attività, dopo l’Assemblea di Prato

Sono già trascorsi cinque mesi dall’Assemblea Regionale di Prato, alla conclusione della quale presi l’impegno di responsabile regionale dell’Unione. Il mio incarico prevedeva, per il fatto che non era stato possibile un conforno più ampio nella fase precongressuale, di portare l’Unione ad un vero e proprio Congresso (o Assemblea di Organizzazione) nel corso del 1985 e, quindi, era opportuno che nel periodo intermedio si attuassero quei confronti con le realtà territoriali e si ricercasse con queste un diverso migliore collegamento per arrivare all’appuntamento di fine anno, discutendo in particolare delle prospettive della politica cinematograficadell’ARCI in Toscana.
Con i Territoriali si è tentato di aprire un rapporto immediato con una lunga lettera questionario che ha avuto scarsa rispondenza – primo inequivocabile segnale della scarsa attenzione che i Territoriali (anche quando poi si imbarcano in imprese interessanti e fondamentalmente più che decorose) riservano a questo settore – si pensi che hanno risposto due soli Territoriali su 24, Massa e Ponte a Egola (Comprensorio del cuoio), che sono fra i più piccoli che questa Associazione conti sul territorio toscano. Subito dopo ho iniziato una serie di visite nei Comitati Territoriali (sono stato a Pistoia, Empoli, Arezzo, Pontedera, Siena, Massa) che ha ottenuto due risultati importanti: 1) ha dato al corpo associativo decentrato a livello dirigenziale la sensazione che vi fosse una seria e giusta attenzione nei confronti delle loro autonome scelte in campo video cinematografico; 2) ha offerto al sottoscritto la possibilità di conoscere meglio la situazione reale, la qual cosa ha consentito di superare miti o pregiudizi e di verificare in ogni caso le potenzialità del corpo sociale diffuso, ricevendo la massima disponibilità da parte di tutti i dirigenti locali. Il mio giro chiaramente non è finito e stimo di portarlo a termine entro i prossimi mesi, ben prima dell’estate.
E’ stato indubbiamente in seguito a queste mie prime visite che ho ritenuto opportuno andare al di là di quelle che dovevano essere le mie prerogative quasi “commissariali”, presentando oggi quello che io propongo come “programma di attività dell’Unione per il 1985-1986”.

Il “nuovo”

Non pretendo, facendo così, di costringere il Congresso di fine anno ad accettare essenzialmente questa ipotesi, ma ritengo che un’articolazione come la nostra non possa oggi rinunciare ad avere un suo programma, un progetto d’intervento anche minimo come quello che qui segue. Una realtà come la nostra, ricca di stimoli e quasi sempre costitutivamente disposta a recepire il “nuovo”, ha avanzato in maniera diretta l’esigenza di ricevere un indirizzo, spesso contribuendo attivamente a formarlo, su alcuni problemi pratici della politica culturale cinematografica.

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PROGETTO DI ATTIVITA’ dell’ UCCA Prato Firenze martedì 23 aprile 1985 – seconda parte

Il Congresso Nazionale di San Miniato certamente passerà alla storia per avere espresso l’intenzione di operare un profondo rinnovamento nell’apparato direttivo, adeguanfolo al corrispondente adeguamento emerso nella nostra società, e di estendere l’intervento dell’UCCA, con una maggiore attenzione, al sistema di realizzazione elettronica, riconoscendo inoltre che il corpo sociale si era fondamentalmente trasformato e non si poteva più fare esclusivo riferimento al vecchio Circolo di Cultura Cinematografica (UCCA senza puntini non significa più Unione dei Circoli Cinematografici dell’ARCI, ma è comunque una sigla che permane per consolidato storico ed affettivo), nè essenzialmente al vecchio tipo di sala, seppure “d’essai”.
Anche lo spettatore e l’operatore culturale hanno assunto in questi ultimi anni caratteristiche molto diverse, i primi diventando più esigenti e rivendicando molto aspesso un ruolo sempre meno passivo, i secondi organizzandosi in società, in cooperative per poter corrispondere sempre meglio alle richieste ed alle necessità del mercato ed anche per poter intervenire in maniera più diffusa sul territorio. E così dal vecchio tipo di sala unica e grande si è passati alla concezione di sale multiple anche se piccole, con l’uso non contemporaneo di più mezzi in sale diversificate a seconda del loro utilizzo (cinema – sala video – bar – ristorante – sale giochi etc…).
Nella realtà toscana il vecchio, anche se costantemente sospinto dal nuovo, resiste e nella maggior parte del territorio ancora predomina: quasi inesistente per ora il fenomeno delle multi mini sale, così come mancano strutture destinate specificatamente all’ “elettronico”; qualche novità la si ritrova nell’organizzazione degli operatori culturali in cooperative di gestione e di servizio.
E’ in questa realtà che va inserita la nostra proposta che, a parer mio, non poteva e non doveva partire da un allargamento precostituito dell’organismo dirigente (direttivo e coordinamento: si ricorderà che nell’assemblea di Prato ci fu un acceso dibattito su questo aspetto), anche se la riduzione di questo a cinque elementi è apparsa di fatto eccessiva ed ha visto spesso i lavori del Coordinamento in qualche difficoltà.
D’altronde un allargamento del Coordinamento in quella occasione creato, a mio modeto modo di vedere, difficoltà diverse e più complesse da gestire, dovendo procedere più che altro in questo periodo ad un inventario della realtà toscana e ad un’analisi dei problemi. Ritengo comunque che la proposta che faremo oggi debba servire ad un successivo – anche se possibilmente ravvicinato – ampliamento dell’organismo direttivo che peraltro è già stato avviato formalmente con una prima verifica sulla disponibilità effettiva alla partecipazione dei vari compagni che deve essere poi vagliata con attenta serietà, pur garantendo in ogni caso che si mantenga un contatto politico e culturale – anche molto diretto e costante – con le realtà più decentrate della Regione, che hanno oggettivamente più problemi a partecipare agli incontri che si svolgono a Firenze.
D’altra parte, occorrerà meglio delineare quello che deve essere il ruolo di questo organismo, i cui membri sono chiamati a rappresentare istanze dai contorni ben precisati e ad avere caratteristiche che li facciano sentire e rendano responsabili di settori particolari.

UCCA 1985 – PROGETTO DI ATTIVITA’ dell’ UCCA Prato Firenze martedì 23 aprile 1985 – terza parte (vedi 23 maggio)
…Una ripartizione in settori è opportuna per la mia indisponibilità a seguire come responsabile unico l’intero comparto della politica cinematografica, pur senza voler rinunciare al mio compito di coordinatore e ad un maggior impegno, ad una presenza complessivamente totale nel caso in cui l’Associazione, dopo questo primo periodo, intenda farsi carico nei miei confronti di un intervento esclusivamente politico onde farmi ottenere il distacco dalla mia Amministrazione, motivandolo in particolare con la formulazione di un progetto di alfabetizzazione e formazione audiovisuale che abbia come principale interlocutore la scuola.
Per ritornare al Coordinamento, dovendo essere aperto ad altre presenze, si è pensato oltre che a Comitati Territoriali particolarmente attivi, anche ad operatori che hanno fatto la storia della poltica culturale cinematografica in Toscana, oltre a rappresentanti di quelle strutture associative moderne che aderiscono all’ARCI o che in essa riconoscano un’interlocuzione preferenziale; ancora sarebbe importante all’interno di questa struttura direttiva inserire rappresentanti di quelle sale che aderiscono al Circuito Regionale e qualche rappresentante di spicco delle varie manifestazioni, rassegne specializzate e festival che si svolgono in Toscana, penso in particolare alla Biennale di Pisa nei confronti della quale possiamo anche vantare un rapporto già costante e particolarmente interessante, essendo noi fra i principali promotori dell’iniziativa.
Questa struttura di tipo aperto avrebbe certamente un maggior peso nella nostra realtà e garantirebbe una presenza più diffusa della nostra proposta di politica culturale cinematografica, se riuscisse presto a dotarsi di uno strumento di informazione all’altezza dei tempi. Dal mio percorso ( e dai miei contatti telefonici personali ) fra i Territoriali si avverte l’esigenza di conoscere, di essere aggiornati non tanto sulla produzione e sulla critica cinematografica, quanto sulle scelte politiche di fondo dello Stato, delle Regioni e sulle nostre posizioni, per cui anche se in un primo momento potrebbe valere il consiglio di abbonarsi al “GIORNALE DELLO SPETTACOLO” dell’AGIS, subito dopo bisognerebbe aggiungere a questo un commento, un giudizio, una serie di indicazioni politiche “nostre”.
Il mio orientamento è che si sia sempre meno avari di testi scritti da inviare ai Territoriali: ho chiesto all’amico Smuraglia di fornire indicazioni precise – per iscritto – sul ruolo, i compiti e lo scopo della Mediateca Regionale e sulla costituenda società di distribuzione; ai Territoriali va inviata una copia del Progetto Lagorio con il nostro commento (la cosiddetta “legge madre”) – se ne potrebbe far carico Piero Maioli, così come egli stesso potrebbe farci avere, essendo anche già stato approvato dall’Ufficio di Presidenza dell’UCCA Nazionale, una copia del progetto di alfabetizzazione e formazione da inviare a ciascun Territoriale; questo stesso documento, con il giudizio e le eventuali variazioni che vi sarebbero apportate, sarebbe poi inviato ai dirigenti territoriali.
Per quel che riguarda l’informazione strettamente culturale, occorrerà attendere qualche giorno perchè sia definitivamente chiaro il ruolo che avrà e l’impstazione che dovrà assumere la rivista comune dell’UCCA e della FICE, rivolta alle “sale d’essai” di queste due associazioni anche se, in particolare, considerato il costo elevato che avrebbe, io temo che la situazione generale di ARCI Media finirà per coinvolgere la nostra articolazione in maniera negativa, anche se – ce lo auguriamo – non letale.

UCCA 1985 parte 4
Quanto ad ARCI Media credo che occorrerebbe andare ad un dibattito culturale interno più ampio possibile per evitare di disperdere il bagaglio di esperienze accumulato e soprattutto per garantire una continuità nell’attività centrale e decentrata, laddove questa ha avuto un ruolo positivo nel coordinamento nell’ambito dei “media”, e riuscire ad utilizzare al meglio le forze individuali che hanno contribuito alla creazione ed al successo di questa struttura sul piano dell’organizzazione culturale, attraverso le sue proposte.
Sul piano dell’informazione squisitamente culturale è importante organizzare altresì un giro di notizie ad uso interno sull’attività dei Territoriali nel settore cinema e video ed è giusto che siano sensibilizzati gli stessi Comitati ad operare in tal senso (qualcuno già lo fa), così come sembra opportuno procedere ad un inventario, anche se a partecipazione volontaria ed anche questo ad uso interno, del materiale audiovisivo disponibile nell’ambito dell’Associazione e fra i nostri associati, allo scopo di utilizzarlo in iniziative di studio. E’ inoltre di estrema importanza andare ad una precisazione di rapporti con l’Ufficio Cinema del Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana, cercando di capire in maniera più precisa quali siano gli orientamenti e le linee che saranno attuate all’indomani della Conferenza Regionale e a questo punto formulando nostre proposte in merito agli interventi in materia di circuito d’essai e di mini multi sale. Così anche con la Mediateca Regionale occorrerà far pesare la nostra forza di Associazione maggiormente presente sul territorio, aprendo un rapporto su basi nuove nel quale le nostre scelte siano maggiormente prese in considerazione ed offrendo noi un contributo alla soluzione di alcune apparenti ambiguità di fondo presenti nell’attuale politica culturale della Mediateca, rivendicando un più forte e costante confronto con l’Associazionismo sulle scelte, che fino a questo momento sembrano escluderlo ed anche, in qualche caso, mortificarlo.
Ma passiamo al “programma” di attività culturali nel corso della cui esposizione ritorneremo di volta in volta a sottolineare anche quelle linee di politica culturale necessarie alla conduzione dell’Unione. Si è pensato di dividere il programma in quattro punti:
a) Alfabetizzazione e formazione;
b) Rassegne;
c) Convegno sale video;
d) Strutture

a) Il problema dell’alfabetizzazione e della formazione è di primaria importanza, innanzitutto perchè in questo settore noi siamo ancora troppo scoperti ed occorre invece investire soprattutto per il futuro. La scuola, prima di tutto, ma poi anche altri settori della società, nell’ambito dei progetti di educazione permanente, devono essere i nostri principali potenziali fruitori; dovremo perciò presentare delle proposte alle istituzioni scolastiche (istituti, distretti, provveditorati) ed agli Enti locali attraverso tutti i nostri Comitati Territoriali “in primo luogo”, ai quali andrà affidata la loro organizzazione definitiva, a meno che non sia utile agire diversamente, ma sempre in accordo con i dirigenti locali. Nel corso delle mie visite ai Comitati ho potuto verificare che intorno a questo settore permangono pigrizie e disinteresse, soprattutto incapacità e scarsa fiducia, una sottovalutazione, verso questo tipo di attività, e la maggior parte dei Comitati vi è intervenuta episodicamente con programmazioni su richiesta (cioè una serie di film chiesti espressamente da qualche volenteroso maestro o docente senza un nostro specifico apporto culturale, senza un nostro preciso progetto).
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UCCA 1985 – PROGETTO DI ATTIVITA’ dell’ UCCA Prato Firenze martedì 23 aprile 1985 – quinta parte

Ho potuto però verificare che i Territoriali sono negli ultimi tempi più disponibili ad accettare dei progetti pre confezionati da poter poi realizzare adattandoli “in loco”. Anche intorno a questa “partita” occorrerebbe conoscere la disponibilità – anche se solo tecnica e di servizio – della Mediateca Regionale ad elaborare e realizzare progetti comuni o a fornire semmai una collaborazione “attiva”. Sarebbe, ad esempio, molto importante riuscire a capire in quale modo nella collaborazione “attiva” della Mediateca potrebbe essere preso in considerazione l’utilizzo di filmati altrimenti irreperibili oppure “inediti” in Italia così come, nell’ambito di questo tema specifico, sarebbe utile sapere se non sia il caso di far raccogliere il materiale audiovisivo didattico alla Biennale del Cinema dei Ragazzi di Pisa, decentrando in quella sede una parte delle attività centrali dell’Istituto. Nel caso che la prima ipotesi fosse attualmente irrealizzabile, come credo, mi sembrerebbe opportuno un nostro intervento perché queste strutture decentrate dello Stato abbiano la possibilità di derogare, attraverso speciali permessi, concessi con rpidità inconsueta, a tutta la problematica dei “diritti”, per fini culturali e didattici.
Sul piano dell’attività di formazione terrei conto di una doppia necessità nell’ambito della scuola differenziando l’intervento per i docenti da quello per gli studenti. La riforma dei programmi della scuola elementare, peraltro ancora in discussione, che tiene nel giusto conto le problematiche dell’educazione all’immagine, l’esigenza vera direttamente avvertita dal corpo docente in tutti gli ordini di scuola, la recente decisione del Ministero della Pubblica Istruzione di preparare gruppi di docenti all’uso del computer (che solo apparentemente non ha connessioni con il nostro ambito di attività ma significa che intorno al settore dell’educazione all’immagine non c’è stata finora molta attenzione da parte dell’amministrazione statale), rendono necessario un nostro intervento sull’uso pratico dei “media” sia per quanto concerne la realizzazione, così come per la fruizione più corretta del prodotto, diciamo così, “finito”. Nel primo caso la nostra proposta è quella di un corso teorico pratico sull’uso tecnico e didattico dei moderni mezzi – e strumenti – audiovisivi, che preveda l’insegnamento da parte di tecnici capaci nell’uso della cinepresa (Super 8 e 16 millimetri) e della telecamera insieme ad incontri con direttori della fotografia, con sceneggiatori, tecnici del montaggio, scenografi, curatori degli effetti speciali ad iniziare da quelli sonori, registi, attori. Sempre in questo ambito, ma interconnessa agli altri nostri interventi, vi è la richiesta di riapertura degli ex stabilimenti cinematografici di Tirrenia affinchè possano essere valorizzati, utilizzandoli a fini culturali e didattici.
Per quella che si è chiamata “fruizione diretta” del prodotto “finito” ci si rivolge ancora ai docenti, impostando un corso di lettura dell’immagine, attraverso metodi diversi di lettura critica della stessa, dividendola in analisi semiologica, contenutistica, tecnica e storicistica, nonchè ponendo in evidenza la presenza di una fondamentale diversità nella critica, suddivisa perlomeno nelle due principali, quella cattolica e quella di orientamento marxista. Si partirebbe da un singolo film e si strutturerebbe il corso in momenti distinti con diversi esperti che abbiano le caratteristiche sia culturali che ideologiche di cui dicevamo prima.

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UCCA 1985 parte 6

Per quanto è legato all’alfabetizzazione degli allievi si possono avanzare più proposte: quella fra tutte che ci convince maggiormente è la costituzione, laddove questo sarà reso possibile dalla volontà congiunta degli operatori culturali e degli amministratori locali, di Laboratori dell’Immagine, con lo scopo di sensibilizzare i giovani ad una conoscenza del cinema non solamente a scopo culturale, ma anche con una funzione di primo approccio alla padronanza delle tecniche di realizzazione. In questo campo la nostra esperienza toscana è molto ricca ed è provvista di validi elementi, nonchè acquista un certo interesse la presenza ll’interno del nostro Coordinamento del responsabile nazionale dell’alfabetizzazione e della formazione, che fra i principali obiettivi enunciati nel documento presentato all’Ufficio di Presidenza nazionale ha inserito dandovi rilievo proprio la costituzione di Laboratori dell’Immagine sul territorio nazionale, tenendo comunque ben presente la realtà toscana.
Nella scuola, con diversificazioni legate alle fasce d’età ed al grado di istruzione, il nostro intervento per gli allievi sul piano culturale sarà impostato su piani diversi, comprendendo un approccio iniziale sulla lettura dell’immagine filmica, fatta tramite la presentazione di grandi capolavori del cinema di tutti i tempi; inoltre va considerata con molta attenzione la conoscenza delle varie fasi di realizzazione di un film, acquisita attraverso l’incontro con i tecnici (sceneggiatori, scenografi, fotografi, montatori, ecc…). proporremo ai Territoriali la realizzazione di corsi che tengano presente come oggetto i vari aspetti della Storia del Cinema (i periodi – i generi – gli attori – i registi – le nazioni e le scuole), così come presenteremo un progetto dedicato agli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori di secondo grado, che abbia come scopo quello di costituire un supplemento di preparazione all’esame di maturità e che veda l’elemento filmico abbianto all’intervento critico sia storico che letterario, senza che esso abbia una funzione di predominanza su questi ultimi, cercando però di non cadere nella banalità e nell’ovvietà o nella ricerca di un’originalità a tutti i costi. Un’altra proposta da collegare al mondo della scuola è relativa alla scomposizione del film: si prende un film e lo si suffivide nelle varie fasi, utilizzando testimonianze dirette e foto di scena, con il fine ultimo di realizzare una mostra visiva del percorso di un film, tenendo quindi presenti tutte le problematiche connesse alla costruzione della narrazione filmica.
b) Nel settore delle rassegne, le proposte che io farò sono da considerarsi comunque “aperte” (d’altra parte anche quelle precedenti sull’alfabetizzazione e formazione sono da considerarsi tali) e cercheranno di non essere vaghe ma di apparire in generale “orientative” oltre che concrete. Dobbiamo essere in grado di proporre alle realtà territoriali delle rassegne, attivando nell’ambito locale una serie di stimoli che invoglino i nostri operatori culturali a realizzarle poi in maniera autonoma. Io penso alla possibilità che esperienze particolarmente interessanti, come quelle di Empoli intorno al cinema francese, debbano vedere da parte nostra una sorta di collaborazione e di “sponsorizzazione” culturale. Non possiamo limitarci ad accettare esclusivamente rassegne importate dalla struttura nazionale (vedi Cinema svedese, Fassbinder, e Pasolini), anche se il giudizio su quelle proposte è ben più che positivo.

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Per contatti già presi all’interno della mia attività pratese ritengo di poter proporre queste Rassegne: a) Cinema d’animazione italiano, a partire da Bruno Bozzetto: incontri con le scuole italiane di cinema d’animazione e con gli autori, più la personale dell’opera omnia di Bruno Bozzetto; b) Cinema ungherese – Huszarik, Body e altri: le avanguardie figurative attraverso le opere dei maggiori artisti del cinema ungherese fra gli anni Settanta e gli anni Ottanta. La raccolta di materiali fotografici, bozzetti, disegni ed acquerelli di Zoltan Huszarik che è stata già avviata in Ungheria tramite la seconda moglie del regista potrebbe essere utilizzata in una mostra, inoltre potrebbero essere presentati tutti i film realizzati da Huszarik e dal suo fotografo prediletto, Janis Toth e quelli di Gabor Body, famoso regista d’avanguardia, il tutto come pretesto per fare un discorso complessivo sull’arte visiva e figurativa d’avanguardia nell’Ungheria dei nostri anni; c) si sta concretizzando la prima fase – quella dell’ideazione di un discorso critico sul cinema italiano dal secondo dopoguerra ad oggi e che riguarda in particolare una ricerca sul linguaggio cinematografico e sulla sua evoluzione socio etno antropologica, una specie di “Storia di un italiano” e, visto che il titolo richiama quello di un contenitore televisivo a lui dedicato, senza escludere Alberto Sordi. Sempre nell’ambito delle Rassegne, ce n’è una già pronta sul tema “Cinema e Teatro”, curata da Maurizio Grande e che riguarda in particolare un’analisi dei rapporti tra il teatro ed il cinema nelle varie fasi che hanno caratterizzato il “fare teatro” e “fare cinema” nel corso del XX secolo. Come si è detto dianzi, nulla esclude che rassegne diverse da queste qui esposte possano avere l’adesione dell’UCCA ed essere pubblicizzate e decentrate con la nostra collaborazione, così come siamo a disposizione di chi volesse consultarci per la ideazione e realizzazione di corsi e rassegne di tipo cinematografico.
c) Passando ai problemi legati prioritariamente ai rapporti fra cinema e video, oltre a far esplicito riferimento al documento che la seconda Commissione ha elaborato a conclusione dei lavori del VI Congresso Nazionale dell’UCCA (7-8-9 dicembre 1984 – San Miniato di Pisa), è stato previsto di dedicarvi un pomeriggio di riflessioni, martedì 7 maggio, in quanto c’è la necessità di prendere delle decisioni in merito a recenti affermazioni svolte in sede di relazione da Walter Ferrara nella Conferenza di Programmazione del 23 – 23 marzo ultimo scorso e riprese da esponenti di primo piano della Mediateca Regionale. In questo settore la nostra organizzazione è molto indietro ed anche quelle strutture che avevano iniziato ad occuparsene, hanno faticosamente tirato avanti pe run po’, dopo di che hanno dovuto rinunciare , soprattutto per l’assenza di un orientamento sia politico che culturale che intervenisse con maggiore chiarezza su questo comparto.

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UCCA 1985 parte 8 e ultima
Occorre inoltre un intervento da parte nostra relativamente alla legislazione esistente che è carente al massimo e che occorrerebbe aggiornare con le opportune garanzie e, d’altra parte, sarebbe importante anche decidere quali caratteristiche debba avere una sala video, onde evitare di trovarci di fronte a dei semplici “doppioni” di sale cinematografiche che tuttavia non garantiscono nè la qualità, nè l’originalità nè la novità nè tantomeno la serietà dell’iniziativa. Dal confronto che con il 7 maggio avvieremo al nostro interno vogliamo conoscere lo “stato delle cose” nei Comitati territoriali toscani quanto ai “video” ed organizzare il nostro successivo, ed immediato, intervento nel settore che, fra le altre cose, prevede l’organizzazione di un Convegno, forse nazionale, che dibatta queste tematiche. Si prevede successivamente anche un confronto diretto con l’Ufficio Cinema della Regione e con gli operatori della Mediateca Regionale per comprendere quali siano gli orientamenti di questi ultimi e per far pesare il nostro ruolo di maggiore Associazione presente sul territorio.
d) Per “strutture intendo sia i locali esistenti sul territorio che facciano anche attività o che abbiano in sè valenze e potenzialità per essere utilizzati al nostro scopo o che siano “miracolosamente” in fase di nuova apertura, sia quelle società che sono già attive o che stiano per costituirsi sia quelle altre Associazioni attive e sostanzialmente legate all’ARCI da vincoli politici, culturali ed economici (Consorzio Toscano Cinematografico e Centro per la Documentazione e Ricerca Cinematografica – CEDRIC). A queste ultime, con le quali abbiamo condiviso e continuiamo a condividere esperienze culturali e politiche, io chiedo una collaborazione attiva che garantisca la realizzazione di questo “progetto”, formulando in conclusione la richiesta di risolvere al più presto quelle incomprensioni che hanno caratterizzato il primo periodo del mio impegno quale responsabile dell’UCCA in Toscana. Proprio per questo mi piacerebbe andasse convocato un incontro specifico a breve scadenza che sia fatto precedere da una larga rapida consultazione e che veda la partecipazione più elevata di coloro che hanno giudizi da esprimere e suggerimenti da offrire.
Nel complesso per quel che riguarda le strutture, occorrerà rafforzare la nostra presenza sul territorio, sia andando a sostenere quelle realtà che apparissero in grado di reggersi con un piccolo nostro intervento di supporto, sia provvedendo a creare le condizioni per un rilancio (non asrà di certo possibie dappertutto) o per una ristrutturazione, sia ancora intervenendo in strutture esistenti ma non di nostra competenza (privati o enti locali) con proposte di programmazione e gestione culturale degli spazi.
Conclusioni

Il nostro impegno, per il resto, è quello di far crescere l’attenzione di territoriali e delle istituzioni intorno al nostro settore, sollecitando interventi sia sul piano politico che su quello finanziario, allo scopo di valorizzare l’esistente ed organizzare nuovi stimoli e creare nuove occasioni in quelle realtà dove non esistono o dove sono scomparse pur permanendo l’interesse del pubblico locale; incentiveremo per questo nei prossimi mesi il nostro lavoro di rapporti con le suddette realtà, anche per arrivare al Congresso di fine anno avendo elaborato una linea – che possegga dei contenuti concreti – tale da permettere una maggiore incidenza nella nostra realtà. Questo documento – lo si ripete – è da considerare perciò solo come un primo contributo al dibattito congressuale e va integrato con le esperienze, la professionalità e la competenza di quei compagni che in Toscana hanno già da tempo impegnato parte della loro esistenza e le loro forze in questo settore.
Prato – Firenze, Martedì 23 aprile 1985 Il responsabile UCCA Regionale
Giuseppe Maddaluno