CINEMA – Storia minima 6 – Primi anni Trenta – continua (per la 5 vedi 14 agosto)

westfront-1918-georg-wilhelm-pabst-1930-cov932-932x460

CINEMA – Storia minima 6 – Primi anni Trenta – continua (per la 5 vedi 14 agosto)

Oltre a Dreyer, in Germania, abbiamo la presenza di quel grande autore di origine austriaca, Georg Whilhelm Pabst, che aveva esordito nel decennio precedente alla fine del quale aveva ottenuto un grande successo con “Il vaso di Pandora”. Egli prosegue con una serie di successi, collegati all’introduzione del sonoro.

Dopo Westfront (Westfront 1918) che , nel 1930, primo suo film sonoro, racconta la tragedia vissuta negli ultimi anni della prima guerra mondiale dai soldati sul fronte Ovest, Pabst realizza nel 1931 sia “L’opera da tre soldi”, derivato dal dramma brechtiano sia “La tragedia della miniera” che, come “Westfront” è un invito a privilegiare una visione politica internazionalista, inneggiante alla pace dei popoli, di fronte al preannuncio di tutt’altra direzione da parte dei poteri fascisti e nazionalsocialisti.

Del 1931 va ricordato il documentario narrativo “Tabu – una storia dei mari del Sud” di un Murnau che non ti aspetti dopo il periodo espressionista. “Tabu” risulterà un capolavoro assoluto: il risultato così eccelso è dovuto anche alla collaborazione con uno dei maggiori documentaristi della storia del Cinema, Robert Flaherty.

Tra le produzioni di quell’ anno in Germania è da segnalare, anche per la originalità del tema trattato (l’omosessualità), il film “Ragazze in uniforme” per la regia di una donna, Leontine Sagan, che dopo questo film che ebbe un destino travagliato, emigrata in Gran Bretagna, non riuscì ad emergere.

Sempre sull’onda del pacifismo internazionalista, è nel 1932 che negli Stati Uniti esce la prima edizione cinematografica del capolavoro di Ernest Hemingway “Addio alle Armi”, che era uscito appena due anni prima. La regia del film è di Frank Borzage, e si avvale di una grande interpretazione da parte di un divo della celluloide, Gary Cooper.
Negli stessi States sempre nel 1932 una nota coppia di tedeschi come il regista Joseph von Stenberg e la “diva” Marlene Dietrich, reduci dal successo de “L’angelo azzurro”, realizzano un nuovo film, che da un punto di vista qualitativo e storico non è un capolavoro ma risulterà essere campione di incassi in quell’anno: si tratta di “Shangai Express”.

Ritornando a Pabst molto interessante è la ripresa di un romanzo già trasformato in film nel 1921 da Jacques Feyder: si tratta di “L’Atlantide” di Pierre Benoit, che Pabst rielabora affidando il ruolo della protagonista a Brigitte Helm, straordinaria interprete del personaggio di Maria e del suo “alter ego automa” in “Metropolis”.

In quello stesso periodo si erano fatti strada cinque fratelli (Chico, Harpo, Groucho, Gummo e Zeppo “MARX”) che avevano praticato il “vaudeville” e la satira acuta e sferzante in alcuni film che sono rimasti nella storia del Cinema. Nel 1932 i fratelli Marx presentarono infatti “I fratelli Marx al college”. Non è loro la regia ma è molto facile riconoscere che le loro interpretazioni non abbiano bisogno di un contributo esterno: la loro carriera cinematografica è appena agli esordi ed in questo film sono in quattro (manca Gummo, il penultimo della serie). In seguito alcuni di loro lasceranno la scena, come Zeppo che già a metà degli anni Trenta si limiterà a far da manager alla “famiglia” artistica.

…6…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *