Aspetti negativi e aspetti positivi della Sanità pubblica toscana (partendo da alcune esperienze personali) parte 3 – per la parte 2 vedi 24 settembre

Aspetti negativi e aspetti positivi della Sanità pubblica toscana (partendo da alcune esperienze personali)

Parte 3

Si era nel pieno della emergenza pandemica e gli ospedali, in particolare quelli pubblici, erano assaliti, letteralmente invasi, da centinaia di persone, in modo particolare “anziane”, affette da Covid19. I reparti delle terapie intensive scoppiavano; le strutture ospedaliere non riuscivano più a reggere l’urto ed era necessario utilizzare nuovi spazi, distinguere in modo netto le zone dove venivano ricoverate le persone affette da sindromi che fino a pochi giorni prima sembravano drammatiche ma che erano diventate di colpo meno significative di attenzione. Eppure, si continuava ad essere colpiti da ictus, infarti, coliche e la gravità dei decorsi oncologici non poteva essere sospesa, interrotta, per effetti miracolosi. In questi frangenti, assimilabili quasi ad uno stato di guerra, i generali non bastano a fronteggiare gli eventi se non hanno truppe disponibili. Ed è del tutto evidente che i generali molto spesso non si confondono con le truppe cui inviano solo indicazioni attraverso i loro portaborse e sottoposti. C’è un tempo per ribellarsi ed uno per avvertire che il proprio dovere è ben superiore a qualsiasi altra opportuna rivendicazione: ed è stato così anche in questa occasione. Le truppe, a partire dai medici,  quelli di base e quelli ospedalieri, per arrivare all’ultimo grado di “infermiere”, a quegli OSS che nelle loro mansioni hanno compiti rilevanti in una situazione come quella che si è dovuta fronteggiare nella prima parte di quest’anno, sono state costrette, per senso di responsabilità ad operare in condizioni precarie (nelle prime settimane non esistevano “protezioni” che garantissero la loro incolumità e quella dei loro temporanei pazienti), con turnazioni improponibili dal punto di vista della tenuta psico-fisica  (alcuni di loro – tanti a dire il vero – rinunciavano, anche per garantire la sicurezza al proprio nucleo familiare, ad ore libere). Non sto raccontando qualcosa di nuovo: lo sappiamo tutti ora, li abbiamo chiamati “eroi”. Anche se, quasi certamente, nessuno di loro si sentiva tale, nessuno di loro riteneva di doversi fregiare di tale titolo. Ci siamo appassionati a seguire le loro storie, come angeli custodi dei cari che sono morti lontano dai loro affetti. Lo Stato, tuttavia, che dovrebbe garantire il rispetto di cotanti “eroi” o “angeli” attraverso riconoscimenti formali non si è smentito nella sua profonda ingratitudine pur ricoperta da forme di ipocrisia: ha pagato quell’impegno con un solo miserabile “euro” l’ora di straordinario. Temevano forse che in tanti si arricchissero. I “nostri eroi” non hanno fiatato, pur avvertendo la mortificazione; non era quello il momento.

Dovevo trattare degli aspetti positivi della Sanità toscana. Mi sono però allargato a tutto il nostro Paese, forse (non so se in altre lande il trattamento degli “ospedalieri” e dei “sanitari” in genere sia stato migliore) a tutta la categoria in ogni realtà territoriale colpita dalla pandemia. La mia esperienza (né diretta né indiretta)  per fortuna non è stata collegata al Coronavirus.

Ad ogni modo anche io intendo segnalare come aspetti positivi il mio contatto poi con gli operatori sanitari che mi hanno operato in “day hospital” qui a Prato. Come già scritto si è trattato di un intervento banale preceduto dall’ effettuazione di un tampone preventivo due giorni prima dell’intervento. Ma anche nelle operazioni semplici si nota la professionalità di tutte e tutti. Ed è davvero una garanzia per chi ha bisogno di cure.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *