24 ottobre – VERSO UN NUOVO LOCKDOWN – parte 8 La legittimità di rincorrere un’utopìa…e la concretezza di fronte alla realtà

VERSO UN NUOVO LOCKDOWN – parte 8 La legittimità di rincorrere un’
utopìa…e la concretezza di fronte alla realtà

Le mie riflessioni sono dettate da un profondo convincimento: non esservi alcuna alternativa possibile migliore rispetto al quadro politico amministrativo attuale. Spero sia stato chiaro in tale direzione da sempre, quando ho trattato in modo critico l’azione del Governo, in particolar modo nel settore che da sempre conosco in modo diretto, come studioso, come genitore, come docente: la Scuola.

Ho rilevato alcuni comportamenti che non mi sono piaciuti nell’attuale Ministro della Pubblica Istruzione; l’ho scritto e lo sottoscrivo ancora, perché “la classe non è acqua” ed il cattivo gusto non può essere tollerato, alla pari di chi, accedendo ad un ruolo amministrativo, pensi di potersi presentare in un’ Aula consiliare vestita con maglietta e short. E’ quindi, a mio parere, intollerabile che in modo indegno si attacchi il proprio predecessore  – peraltro appartenente alla stessa forza politica – ed è emendabile l’utilizzo di espressioni volgari davvero triviali non adatte al ruolo che si ricopre pur temporaneamente.

Poi, per tutto il resto, si può sognare un futuro roseo per il proprio settore di competenza, è del tutto legittimo rincorrere un’utopìa. Ma, per poter percorrere agevolmente  quei “sentieri”, occorre partire da dati reali, concreti, non basarsi su posizioni fantasticate. Ciò che ancor più sorprende è la superbia con cui ci si contrappone ai rilievi critici, che fa forza sulle presunte competenze acquisite “sul campo”, che, a conti fatti, sono riferibili a pochissime minime parziali impalpabili esperienze, pur se di recente culminate in una abilitazione al ruolo di Dirigente scolastica. Diciamo che, con un po’ di impegno e di serietà, la Ministra Azzolina potrebbe pur divenire una buona Dirigente: è giovane e si spera che anche questa esperienza governativa le abbia potuto offrire la possibilità di capire meglio i meccanismi “concreti” della Scuola italiana.

E’ legittimo che chi governa auspichi il buon funzionamento del settore cui è assegnato; a patto che tenga conto dello “stato delle cose” che già da molto tempo prima dell’emergenza sanitaria in corso era precario e tormentava i sonni degli amministratori seri.

Già negli anni scorsi era difficile far entrare in ambienti sempre più stretti ed inadatti gli studenti che facevano domanda di iscrizione. Già il carosello dei docenti era un’abitudine consolidata agli inizi di settembre e il disagio si trascinava per tutto il mese successivo, quando andava bene. Già le tecnologie in un turbinìo di innovazioni progressive divenivano obsolete, superando le stesse conoscenze di base faticosamente acquisite dal personale docente, spesso riottoso ad appropriarsene con i necessari doveosi aggiornamenti: d’altra parte, non si può rinnovare “in toto” con un colpo di spugna la classe docente di pari passo con i mutamenti tecnologici.

La Ministra, però, si è lasciata affascinare da un tema in modo particolare, connesso alle urgenze che la pandemìa aveva sollevato per il mantenimento di una distanza tra studenti nelle classi: la necessità di avere postazioni individuali. In poche parole, i banchi. I vecchi banchi, pur in qualche caso abbastanza nuovi, non apparivano garantire tale prerogativa. In fretta e furia, si è decretata la “morte” dei vecchi banchi e si è deciso di acquisirne di nuovi, alcuni dei quali “a rotelle” per poterli meglio disporre e spostare. Davvero non so chi sia stato l’autore di questa idea e non so chi per davvero l’ha sponsorizzata. Può darsi che sia stata l’urgenza, la fretta; e in quel periodo caotico ci può stare, così come ci sta che eravamo così intontiti da prendere per buona qualsiasi menata……

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