28 ottobre Aspetti negativi e aspetti positivi della Sanità pubblica toscana (partendo da alcune esperienze personali) parte 4 (per la parte 3 vedi 7 ottobre)

4.

Non sono così orbo da non aver compreso che, rispetto ad altre realtà regionali, quella della Toscana tocca punte di eccellenza. Allo stesso tempo come cittadino “toscano” desidererei per me e per tutte le altre persone, che contribuiscono a tenere in piedi questo Paese insieme ai loro congiunti, un miglioramento della qualità della vita, non un arretramento. Ovviamente, so benissimo che la Toscana è tra le Regioni in cui la Sanità è stata tra i “modelli” da imitare; ben tuttavia, negli ultimi anni si è rilevato un netto peggioramento della qualità della vita in relazione questo settore, oltre che in altri. In tutto questo tempo in cui ho vissuto qui, dopo altre esperienze in altre Regioni, anche io ho difeso più volte il livello qualitativo della Sanità toscana, ma alcune scelte che tendenzialmente si muovevano ad imitazione di altre realtà (ad esempio, il modello “lombardo”, che pure possiede delle eccellenze) hanno sempre più accentrato le strutture amministrative di vertice riducendo al minimo il rapporto diretto dei cittadini, ed allo stesso tempo hanno ridotto gli spazi “pubblici” di fruizione dei bisogni sanitari.

Ho portato un esempio concreto relativo ad una mia esperienza recente (un’asportazione chirurgica di due cisti sebacee con visita in Ospedale nel settembre 2019 e intervento chirurgico fine agosto 2020, cioè 11 mesi) ed ho sottolineato che tutto sommato non era così importante, trattandosi di un intervento “ambualtoriale” che – a mio avviso – non si caratterizzava come “urgente”. Ho dimenticato però di aggiungere che, allorchè i chirurghi, prima di operare, avevano visto i due “bernoccoli”, dopo averli tastati, mi avevano detto che, a lungo andare, laddove la loro mole fosse aumentata, avrebbero potuto infiammarsi ed infettarsi, con la conseguenza che qualsiasi intervento chirurgico non si sarebbe potuto praticare con l’anestesia.

Quell’intervento rimane per me una “cavolatina” ma per fortuna, pur cresciute, le mie cisti erano ancora “sane”.

Questa è una precisazione, che attesta in ogni caso che anche per una “cavolatina” non si può rischiare un’attesa così lunga (undici mesi).

Se si aprono però i “cahiers de doleance” di amici e conoscenti “toscani”, scopriremo che la Sanità toscana ha accumulato molti difetti ed abbandonato molti aspetti che erano considerati “positivi”.

Di recente, forse stimolati da una campagna elettorale, la Regione ha deciso che dal 1° settembre non si paga più il ticket sulle ricette per i medicinali “equivalenti”, annullando il riferimento alle “fasce di reddito”. Detta così appare come una “ottima notizia”; ma se andiamo a ragionare scopriamo che ad usufruire di questo “benefit” sono anche coloro che hanno fasce di reddito medio alto altissimo. Ovviamente è un intervento di tipo “populistico” molto distante da quanto vorrebbe far credere la parte politica di Governo, quando accusa proprio l’Opposizione di attingere a toni populistici per guadagnare consensi.

Meglio sarebbe stato – e sarebbe – dare una risposta concreta ai bisogni più seri; una parte considerevole di cittadini – tra cui anche io ritengo di appartenere – potrebbe pagare anche di più la medicina generale ma avere una risposta immediata e sollecita a quelli che sono i bisogni sanitari preventivi, diagnostici, quelli che garantiscono di poter vivere con dignità la nostra esistenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *