DENTRO IL LOCKDOWN – quel che cambia (e non è tutto positivo; anzi!) – alcune immagini

DENTRO IL LOCKDOWN – quel che cambia (e non è tutto positivo; anzi!) – alcune immagini

La pandemìa ha condizionato le nostre vite. Lo ha fatto in modi molto diversi e distanti in modo contraddittorio. Per poter comprendere meglio alcuni aspetti dobbiamo tuttavia aprire una finestra immaginaria nelle nostre menti e far lavorare la memoria.

La nostra memoria non dovrà fare grandi salti indietro; basterà rileggere le cronache del 2019, del 2018, del 2017 et cetera.

Si potrebbe cominciare a rivedere quelle scene di massa che hanno caratterizzato molte fasi delle campagne elettorali; ne assumo una esemplarmente – quella in cui il 14 novembre del 2019  pochissimi giorni prima che si scoprissero in Italia i primi due casi della pandemìa  (30 gennaio 2020) un nuovo movimento nato da un tam tam su Facebook si presenta nella piazza di Bologna. Si tratta delle Sardine che sin dal primo momento mi sono apparse “contro” qualcosa ma senza una vera e propria proposta omogenea e complessiva. Le Sardine hanno svolto un ruolo per il quale vanno ringraziate ma che si è in gran parte consumato e che, come tanta altra (“altra” perchè non è chiaro se le Sardine abbiano o meno una gestione economica  “occulta”) parte della Politica “povera”, potrebbe essere destinata a soccombere di fronte a quanti agiscono all’interno di organizzazioni politiche che detengono poteri così forti da non consentire la piena pratica e realizzazione delle libertà. Intorno a questi temi ho già espresso forti timori, pur nella consapevolezza, ahimè, della impossibilità di soluzioni diverse ed alternative in questo drammatico tempo di pandemìa. Le “sardine” sono un soggetto di tipo mediatico, un “fenomeno”: alcuni di loro “forse” troveranno “posto” nei meccanismi politici, normalizzandosi oltre ogni possibile immaginazione, così come si sono normalizzati tanti tra quelli che “strillavano propositi rivoluzionari” negli anni Settanta e Ottanta e a quegli anni sono sopravvissuti.

Rimane in piedi questa perplessità generale su quel che ci attende, rispetto alle pratiche “democratiche” cui eravamo abituati. Ma ne riparleremo, di certo.

Di Andol – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=77362976

Un’altra immagine tra promesse del recente passato e speranze del prossimo futuro è quella dei grandi raduni internazionali organizzati da “Friday for Future” in tutto il mondo (“Venerdì per il Futuro” la traduzione alla lettera in Italia) a difesa dell’Ambiente contro il riscaldamento globale ed il conseguente cambiamento climatico. Senza dubbio, essendo un movimento “tematico”, i suoi leaders  sostenitori sono in possesso di una forte struttura di contenuto prima di assurgere a “simboli” del tempo che viviamo. La maggiore leader di “Friday for Future” è Greta Thurnberg ed, essendo giovanissima e determinata, dovrà darsi da fare parecchio nei prossimi mesi, soprattutto già da subito perché l’ansia di ripresa che le strutture industriali hanno posto in essere in questa fase di ripartenza produttiva sta già mostrando i suoi limiti ambientali ecologici con innumerevoli agenti inquinanti disciolti nelle acque e nell’aria, con più scarsi controlli e con danni incommensurabili.  Quelle “masse” di giovani che si sono occupati di questi temi dovranno forse rivedere le modalità per poter diffondere una cultura ambientale diversa da questa che ancor ora ci preoccupa. Dobbiamo sostenerne la forza per dare loro ancora più vigore; ma per fare questo bisogna convincere tutti coloro che “oggi” detengono i poteri che la Terra non appartiene loro e bisogna preservarla, semmai migliorandone le condizioni, a coloro che verranno “naturalmente” dopo di noi. E’ una battaglia contro anche questi “egoismi” così come occorre battere altre forme di “egoismo”. Ne parleremo più avanti.

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