12 gennaio COVID 19 – parte 6 “Tempi difficili e Tempi facili ”

COVID 19 – parte 6 “Tempi difficili e Tempi facili ”


Ieri (scrivo l’11 gennaio 2021) ho pubblicato un sondaggio (attraverso un Comunicato stampa integrale dell’INAPP), che evidentemente è tenuto segreto, visto che non ha trovato alcun riscontro nel dibattito giornalistico (se fosse una delle tante “false notizie” che circolano mi piacerebbe saperlo ma per ora sembra tutto passare sotto silenzio), tranne un timido sporadico accenno attraverso l’intervista ad una coraggiosa docente di scuola media superiore, che ha espresso dubbi sulla sicurezza nelle scuole ed ha difeso l’utilizzo della “Didattica a distanza” come elemento di superiore modernità ed innovazione nei metodi di iinsegnamento ed apprendimento.

Di fronte a questo silenzio compensato da un battage sempre più intenso ed aggressivo a favore di chi, in modo nettamente acritico ed  ideologico, prosegue a difendere la “Didattica in presenza” assicurando – senza peraltro avere nè contezza nè competenza in materia – che non vi siano rischi per la “sicurezza”, sono sempre più preoccupato per la tenuta democratica del Paese. Non credo di esagerare, di fronte al “silenzio” reale e forzato di una larga parte degli stessi fruitori del servizio scolastico. “Reale” perché ormai sfiduciati e si preferisce a questo punto “tacere”; “forzato” perché non considerato dagli organismi di stampa sempre più collegati ai “poteri forti” siano essi “governativi” o “di opposizione”.

Gli stessi eventi statunitensi, che accanto alla drammaticità ed alla serietà hanno abbinato aspetti folcloristici e grotteschi, aiutano a deviare l’attenzione dell’opinione pubblica, puntando più sui secondi aspetti, davvero secondari e scarsamente significativi, che sui “primi” che svelano la “miseria umana dilagante e l’ignoranza diffusissima” in una popolazione che, al di là delle “paillettes et cotillons” mostrate dai pochi sempre più ridotti per numero, sta vivendo una profondissima pericolosissima crisi di identità accompagnata da un depauperamento del ceto medio non sostenuto tuttavia da una ripresa della parte più emarginata, miserabili per reddito e per cultura.

Su questi temi dovremo necessariamente far ritorno nei prossimi giorni: la Democrazia va difesa partendo  dal sostegno ai diritti primari, Salute Istruzione Dignità di un Lavoro equamente retribuito. Questo vale per gli States ma anche per il Vecchio Mondo.

Ho preso avvio in questi blocchi accennando a quelle che mi sono apparse inadempienze strutturali, dovute alla incapacità funzionale di un ceto politico nel suo complesso nel saper fronteggiare con decisione i morsi della crisi, prima sanitaria e poi economica, nella sua parte iniziale (che non è peraltro terminata). Rimango basito ancora una volta di fronte ai tentennamenti ed alle sottovalutazioni “colpose”, perché invece di rispondere alla necessaria soluzione dei problemi finiscono per crearne altri. Nel gioco abbastanza paternalistico ed infantile del “limitare ma concedere allo stesso tempo un pochettino” di certo non si è fatta la felicità delle varie categorie ma si è acuita l’acredine verso l’apparato governativo.

Sui temi della Scuola non posso che proseguire a condividere umanamente le preoccupazioni espresse di continuo intorno a quanto di bello di utile e di buono è stato perso, e lo sarà ancora, con il mancato rapporto educativo docente discente, e con il deficit di socialità. Ma allo stesso tempo non posso che ribadire che questi sono i tempi che ci è dato di vivere e forse occorrerebbe con saggezza riferirsi ai nostri predecessori che, davanti alle difficoltà, hanno ritrovato la strada per migliorare se stessi ed il loro mondo futuro.

“Tempi difficili creano uomini forti, uomini forti creano tempi facili.
Tempi facili creano uomini deboli, uomini deboli creano tempi difficili.”