Una barbarie celata dietro lo schermo della civiltà – parte 1

Ieri sera sabato 16 gennaio Massimo Gramellini ha concluso la puntata de “Le parole della settimana” annunciando l’editoriale consueto di chiusura, tipicamente emozionante e coinvolgente, con queste parole: “..E’ la buonasera più dura che abbia mai letto durante la mia vita…Spero di riuscire a farla….E’ molto dura, però dobbiamo sentirla…”.

Se volete sentirla collegatevi con Raiplay utilizzando il link che troverete qui.

https://www.raiplay.it/video/2021/01/Le-parole-della-settimana—16-01-2021-a3089d70-d61f-4a8c-a56d-35805a68de44.html

E’ accaduto negli Stati Uniti; è quel paese che, forse “a torto” abbiamo considerato “culla della democrazia”. E’ quel paese che nel 2016 ha eletto un personaggio, estremamente pericoloso per i destini residuali dell democrazia statunitense, come Donald Trump e che nel 2020 gli ha riconosciuto una leadership invidiabile con circa 75 milioni di consensi, che per fortuna non sono riusciti a farlo rieleggere.

La “buonasera” amara di Gramellini ha riguardato un fatto raccapricciante che ci interroga e coinvolge, non meno di quanto non ci abbiano coinvolti – e purtroppo continuano a farlo – le vicende che riguardano i “nostri” giovani Regeni e Zaky (il primo martirizzato in modo violento, il secondo segregato immotivatamente da un regime dispotico antilibertario).

Uno dei più crudi “limiti” all’espressione collettiva dello sdegno inferto dalla pandemia in corso è la difficoltà di collegarsi in modo attivo, come si riusciva meglio a fare.

Negli ultimi anni però c’è stata sempre meno attenzione intorno ai temi sulla liceità civile di comminare pene capitali. Anche un’Associazione come “Nessuno tocchi Caino” o un’Istituzione come “Amnesty International” non è riuscita a mostrare il giusto interesse verso questi argomenti.  D’altra parte il livello medio culturale della popolazione mondiale ha subito un arretramento progressivo che sta producendo un imbarbarimento diffuso: non ci si lasci abbagliare dalla presenza di “eccellenze” tra le giovani generazioni (trentenni, quarantenni).

Quello che è accaduto nello Stato dell’Indiana con l’ennesima esecuzione capitale è ulteriormente raccapricciante per altri due motivi: innanzitutto si tratta della prima donna negli ultimi 70 anni ad essere giustiziata; e poi si tratta di una persona che avrebbe dovuto avere un trattamento specifico di tipo sociale. 

Qui sotto trovate un link cui riferirvi per comprendere il motivo per cui l’esecuzione – in sè e per sè  ma in modo ancora più particolare questa – sia da considerare un vero e proprio “crimine”, un’aberrazione frutto di una Cultura turpe e nefanda che nega gli stessi princìpi fondamentali della Civiltà che avrebbero dovuto suggerire trattamenti civili di sostegno alla donna, riconoscendone soprattutto l’incapacità “di intendere e di volere”.

https://www.fanpage.it/attualita/perche-la-pena-di-morte-e-sempre-sbagliata-la-vera-storia-di-lisa-montgomery/

Da questo link riporto per facilitazione di chi legge un brano:

“Lisa Montgomery a tre anni veniva fatta giacere a letto mentre il baby sitter violentava sua sorella di otto anni, lì accanto. A 11 anni iniziò a essere stuprata lei, dal patrigno, che picchiava lei e sua madre.

Il patrigno costruì una stanza apposta accanto alla roulotte dove vivevano, perché da lì nessuno potesse sentire le sue grida.

Una volta il patrigno le sbatté così forte la testa sul pavimento da procurarle una lesione cerebrale.

La madre di Lisa Montgomery la faceva prostituire con l’elettricista e con l’idraulico, per pagare i lavori di casa. Invece il patrigno la usava come banchetto con gli amici, e alla fine delle violenze le pisciavano addosso”.

Senza alcun dubbio quel che ha commesso Lisa Montgomery è orrendo

Sempre da fanpage (vedi sopra):

“Lisa Montgomery aveva strangolato una donna incinta di 23 anni, un delitto atroce. Le aveva tagliato la pancia e le aveva tirato via la figlia, rapendola e fingendo di avere partorito lei”.

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