7 febbraio – IL SILENZIO ASSORDANTE dei sostenitori (quelli che sono rimasti “a guardia” del PD) di Renzi

IL SILENZIO ASSORDANTE dei sostenitori (quelli che sono rimasti “a guardia” del PD) di Renzi

Sono trascorse più di due settimane, quasi tre, da quel 19 gennaio allorquando in Senato Matteo Renzi a nome della sua creatura “Italia Viva” pronunciava il suo discorso di addio al Governo Conte, imponendo di fatto una virata poderosa al proseguimento del cammino di quell’Esecutivo. In quell’occasione, a conferma di un elevato tasso di ipocrisia presente in modo strutturale nel corpo della Politica, egli ebbe modo di affermare rivolgendosi al Presidente del Consiglio “Quando mi ha proposto degli incarichi internazionali le ho detto di no. Lei non può cambiare idea per mantenere la poltrona. Questa è la trasformazione finale della politica in reality show”.

Da una inchiesta del giornalista Emiliano Fittipaldi (giovane antesignano del giornalismo di denuncia) per il quotidiano “Domani” qualche giorno dopo abbiamo potuto capire per quale ragione Renzi abbia preferito puntare ad altri incarichi, extraparlamentari, forse più promettenti di soddisfazioni. Senza alcun dubbio confermo che ritengo che ciascuno di noi debba avere la libertà di scegliere il meglio per sé; ma questa vicenda – oltre al livello di ipocrisia manifesta (che è purtroppo largamente diffusa tra i politici) – è diventata oggetto di una serie di approfondimenti in relazione ad alcune affermazioni che solo apparentemente svelano contraddizioni, dal momento in cui rivelano la distanza sempre più netta, direi anche “abissale”, con il sentimento comune della stragrande maggioranza di coloro che hanno sostenuto l’ascesa poderosa renziana ed in qualche modo ancor oggi, pur se in numero ufficialmente drasticamente ridotto (e ciò è elemento di forte sofferenza per un egocentrico cronico), continuano a promuovere.

In tutte le dichiarazioni di Renzi (per “Italia Viva” è l’unico a prendere la parola tra silenti comparse) è perenne un “ritornello” allorquando afferma che “Questa crisi non è sul carattere o sulla simpatia: è una crisi sulle scelte da fare per il futuro”. Ma è proprio questa puntualizzazione a fare emergere che si tratti proprio di un “capriccio infantile”, una delle modalità che hanno definito e qualificato il personaggio negli ultimi venti anni: sottolineare ciò che è vero negandolo fermamente.

La sua natura è indubbiamente quella del “rottamatore” ed infatti si appropria di tale titolo con orgoglio nel 2010 pensando in primo luogo a distruggere la parte meno utile alla sua ascesa nel corpo già febbricitante del Partito Democratico. Una volta conquistato il ruolo principale nel PD ed essendo convolato grazie al sostegno di un Presidente della Repubblica al ruolo di Premier, scalzando in modo indegno il legittimo detentore di quel ruolo, ha tentato di promuovere una sorta di “colpo di Stato democratico” con la “sua” proposta di Riforma complessiva della Carta costituzionale. Con la bocciatura popolare di questa, sembrava essersi conclusa la sua parabola con l’annuncio che “se vince il NO lascerò la Politica” (vedi video).

Tutti dovrebbero ricordarsi di come sono andate poi le cose.

Ritornando ai giorni nostri, vorrei rilevare come sia “assordante” il silenzio di quella parte che ha contribuito al successo di Matteo Renzi in modo particolare nella scalata ai vertici del Partito Democratico; cosa aspettano ad esprimersi: sono contenti dei danni che hanno provocato in questi anni di “rottamazione” di tanta parte “attiva” nella Politica territoriale? Pensano che quel che è accaduto sia davvero responsabilità dell’Esecutivo? Non trovano “ragioni” in tale direzione nell’opinione pubblica, disgustata, nauseata, non solo per il comportamento di Renzi, ma anche dalla presunzione di qualcuno dei suoi parlamentari che si esprime nel richiedere che venga riconosciuta come utile al “bene del Paese” questa ulteriore azione distruttiva?

…prosegue….

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