LE ASPETTATIVE – parte 1

LE ASPETTATIVE – parte 1

Se qualcuno si attendeva – o ancora si attende – che il tentativo di mettere in piedi un Governo fallisca non potrebbe che essere riconosciuto come un irresponsabile. Una simile soluzione comporterebbe un vero e proprio default non solo istituzionale ma anche economico e sanitario. Chi pensa che sia meglio far fallire Draghi sia per un tornaconto di tipo elettorale sia per ragioni collegate ad una visione diversa del proprio progetto politico non ha in mente l’interesse di grandi masse. Non è questo il “tempo di rivoluzione”; questo è il “tempo di agire” ed eventualmente adoperarsi per limitare al massimo quelle che possono essere scelte antitetiche al proprio interesse di posizione.

Molte – e molto alte pur nella loro semplificazione – sono le aspettative diffuse. La semplificazione serve a comprendere l’elemento comune ma l’attuazione prevede interventi assai più articolati.

Molti guardano al futuro Premier ponendo in prima linea i propri interessi. E’ giusto farlo ma non ci si attendano “miracoli”. Viviamo ancora in un periodo “pieno” di pandemìa e la priorità assoluta centrale intorno cui tutto il resto deve ruotare è l’elemento sanitario.

Occorrerebbe una maggiore serietà nel valutare le azioni del Governo, a partire da quello ancora in carica, forse per poco. Le critiche formulate sono state contornate da una serie di “falsità” (fake news), come l’accusa di non avere un adeguato “piano vaccinale” (c’è una differenziazione tra Regione e Regione, ma laddove il “sistema” funziona e le dosi vengono distribuite tutto procede normalmente) o la diatriba intorno alle “bozze” sul Recovery plan e la “governance” (ogni Paese ha avviato una elaborazione partendo dai titoli – forse meno forse poco più di una “bozza”; e la “governance” sarà un’operazione che necessariamente vedrà la presenza di “tecnici” all’interno del Consiglio dei Ministri, che di certo appalterà competenze “esterne”, più o meno come aveva progettato Giuseppe Conte).

In questo periodo tra le altre cose Salvini e Renzi hanno agito da veri e propri oppositori al precedente Governo; il primo con tutta la legittimità – il secondo seguendo la sua acidità caratteriale. Vanno ricordate le numerose comuni sortite a favore della totale apertura delle attività commerciali, come se niente o poco più di niente stesse accadendo, le rimostranze anarchiche a favore dei no-mask e no-vax  e gli attacchi scomposti contro la chiusura delle scuole, incuranti delle numerose problematiche collegate alla sicurezza degli ambienti, di cui – peraltro – molta responsabilità è nell’assurda ”Buona Scuola” di renziana memoria (un’operazione, quella, semplicemente di “maquillage”, modalità ereditata dal periodo “berlusconiano”).

La “conversione” di Salvini è una formalità tattica dalla quale attende una “resa” in termini di consenso. Fin quando questa scelta funzionerà a suo vantaggio egli rimarrà legato al Governo; subito dopo si sfilerà.

Laddove il Governo nascesse con tutte queste “gambe” la presenza della Lega per l’appunto è da intendersi “a tempo” limitato. A patto che sia facile e tollerabile per le altre forze politiche, come Leu, PD e M5S, accettarne – non di certo condividerle –  le posizioni nel corso dei prossimi mesi. Ovvio che questo è un “punto di vista” – il mio – di chi non si riconosce del tutto in quelle posizioni assolutamente ideologiche di tanti miei compagni. A costoro dico che c’è un tempo diverso in cui stabilire le proprie posizioni; e non è “questo”.

Quanto alle “aspettative” non illudiamoci che avvengano “miracoli”, ancor più “gratis”.

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