18 febbraio – LE ASPETTATIVE parte 5… (le “quote” ma non solo)

LE ASPETTATIVE parte 5… (le “quote”)

In realtà il problema della suddivisione per genere nella ripartizione degli incarichi ministeriali in questo Governo Draghi è trasversale.  la Lega ha tre presenze, una delle quali è assegnata ad una donna, Erika Stefani. Anche in questo caso a pesare è stata la caratteristica del dicastero, quello sulle Disabiità. Espressamente richiesto dal leader della Lega, è stato assegnato ad una rappresentante di quel Partito, sostituendo in quel ruolo un’altra donna che lo aveva condotto nel primo Governo Conte, Alessandra Locatelli, sempre della Lega, che di recente è andata a ricoprire lo stesso incarico nel Parlamento regionale lombardo. E, poi, hanno pesato non poco le “quote” tecniche dove, oltre alla conferma della prefetta Lamorgese (già di per sè una “tecnica”), ci sono le new entry di Marta Cartabia e Maria Cristina Messa. Per il Movimento 5 Stelle che, tra le forze “politiche” è il più rappresentato con quattro membri, c’è solo una figura femminile, Fabiana Dadone.

A questo punto, però, bisogna anche cominciare a farsene una ragione: e non è certo la protervia e la cattiveria dei maschi. Bisogna riconoscere che moltissime donne, ed in modo particolare tantissime i cui meriti e le loro competenze sarebbero ben utili  a costruire il miglioramento della società, sono molto poco interessate alla Politica, così come la si è strutturata. In realtà, e probabilmente le stesse “donne” che lottano per avere il riconoscimento del loro ruolo all’interno delle forze politiche dovrebbero prenderne atto, a tantissimi rappresentanti del genere “maschile” questa “politica” nella pratica quotidiana attira sempre meno. Soprattutto coloro che la vorrebbero praticare mettendosi a servizio del bene comune trovandosi moltissimi ostacoli.

Per queste ragioni la capacità di suscitare nuova “passione” dovrebbe essere l’obiettivo di un’operazione (ri)costituente necessaria anche per equilibrare la presenza di “genere” non solo numericamente.

Ritornando a quel che ci attende, un buon segnale è la costituzione del Gruppo interparlamentare alla Camera. In questi ultimi due anni le due forze maggiori nel Governo hanno potuto intraprendere un percorso di contaminazione culturale e politica positiva. Da una parte si è riconosciuto il valore della preparazione politica e dall’altra si è dato atto all’importanza della partecipazione passionale. Si è proceduto ad una crescita “comune”.

In modo diverso si sono mosse le forze politiche di “opposizione” da Fratelli d’Italia a Forza Italia. Non hanno riconosciuto di fatto la gravità della situazione; o, meglio, lo hanno fatto solo per denunciare qualche passo falso o per sostenere in modo becero gli interessi dei “grandi gruppi industriali”. E non fanno nulla nemmeno per illuderci che, con il nuovo Governo, collaboreranno. Se c’era un motivo per non farlo era molto personale e afferiva all’astio accumulato da Salvini verso Conte che non aveva assecondato l’idea del leader della Lega quando, nell’agosto del 2019, progettava di andare a nuove elezioni. Dovremmo ringraziare il Presidente del Consiglio uscente anche per questa sua resistenza; provate solo ad immaginare quanti sarebbero stati in più i contagiati ed i decessi se avessimo avuto la Destra al Governo.

In ogni caso, bando alle polemiche, “palla avanti e pedalare”! anche se con quei caratteri sarà dura: ed una dimostrazione l’ ha già data il neo Ministro leghista Garavaglia.

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