1 marzo – PERCHE’ MARADONA E’ MEGLIO ‘E PELE’

Perchè Maradona è meglio ‘e Pele’

Le labbra fanno la differenza
In un volto, in un viso
L’estate fa strani scherzi
Sulla bocca, in un sorriso
I ragazzi hanno finito la scuola
E c’è chi è già partito per il posto del cuore
Controvento e senza un filo di trucco
Le ragazze son belle, sono piene di vita
Questa notte è un frigorifero rotto
È una canzone che non fa dormire

E allora sogno a bestia una pioggia tropicale
Dove siamo soli e tu inizi a ballare
Io ti vengo appresso, ritmo animale
Baby siamo in area siamo pronti a colpire
Come due spari del West
Come due spari del West
Come due spari

Noi crediamo in Robert De Niro
Nella Tigre di Mompracem
Nella storia che sanno tutti
Maradona è megl’ ‘e Pelé
È megl’ ‘e Pelé

Le labbra fanno la differenza
In un volto, in un viso
I campioni fanno fuoco a Ibiza
Con la testa al ritiro
E forse all’ultimo cocktail
Mentre al massimo io vado in giro
Dentro un paio di boxer
Tra la luna e il salotto
Questa notte sono io che son rotto
C’è una canzone che non fa dormire E allora sogno a bestia una pioggia tropicale
Dove siamo soli e tu inizi a ballare
Io ti vengo appresso, ritmo animale
Baby siamo in area, siamo pronti a colpire
Come due spari del West
Come due spari del West
Come due spari Noi crediamo in Robert De Niro
Nella Tigre di Mompracem
Nella storia che sanno tutti
Maradona è megl’ ‘e Pelé
È megl’ ‘e Pelé E allora sogno a bestia una pioggia tropicale
Dove siamo soli tu inizi a ballare
Io ti vengo appresso, ritmo animale
Baby siamo in area, siamo pronti a colpire
Come due spari del West
Come due spari del West
Come due spari Noi crediamo in Robert De Niro
Nella Tigre di Mompracem
Nella storia che sanno tutti
Maradona è megl’ ‘e Pelé
È megl’ ‘e Pelé
È megl’ ‘e Pelé

Non avrei mai pensato di dover scrivere intorno al tema di chi sia stato migliore tra questi due campioni assoluti, entrambi eccelsi interpreti di un tempo diverso non solo del calcio. Ma questa canzone ha risvegliato in me ricordi e quello spirito giovanile che mi assale di tanto in tanto. L’arrivo di Maradona a Napoli fu un evento che coinvolse tutta la città, la Regione e quelli che – da lontano – riempivano gli occhi di lacrime e di malinconia come gli emigranti cantati da Roberto Murolo nella celebre canzone scritta da Libero Bovio, con musica di Francesco Buongiovanni, “Lacreme napulitane”.

Ero a Napoli ma condizionato dalla mia attività professionale come Commissario per gli Esami di Maturità. Era il 1984, il 5 luglio, in un Istituto Tecnico di Frattamaggiore nell’hinterland partenopeo. Eravamo impegnati nella correzione delle prove scritte, ma quando Maradona entrò nello Stadio, si esibì in un palleggio e conquistò i nostri cuori ed anche noi che eravamo impegnati alla correzione delle prove scritte fummo attratti dall’evento trasmesso da una delle tante emittenti locali campane.

Come figlio di operaio, come sostenitore delle Sinistre, come rappresentante del popolo non potevo sentirmi vicino a Pelè. E in realtà scorrendo le pagine delle biografie si comprende il perché. Anche dopo aver lasciato il mondo del calcio i due hanno mostrato caratteristiche molto diverse: un aplomb aristocratico di superiorità ha circondato Pelé.

Molto diversa è stata la storia ed il “destino” di Diego Armando Maradona. Figlio del popolo era ed è rimasto anche quando ha avuto il successo che gli era dovuto per le sue straordinarie capacità “artistiche” nel governare il “pallone”, anche quando utilizzava arti diversi da quelli canonici, in una forma di “magia”. Anche questo “estro”, la “fantasia”, lo distingueva nettamente dall’altro grandissimo “campione” che è stato “Pelè”.