19 marzo – AVVOCATI vs BANCHIERI – ciarlieri vs taciturni parte 1

AVVOCATI E BANCHIERI – ciarlieri e taciturni parte 1

In questi mesi ho osservato tutto quanto mi accadeva intorno. Ho scritto pagine quotidiane sulla società al tempo del Covid e sugli eventi politico economici ed ho prestato attenzione alle iniziative delle amministrazioni a tutti i livelli, a partire da quelle periferiche per andare a quelle nazionali ed internazionali; ho seguito le varie posizioni che si sono espresse in modo diverso a seconda delle categorie, dagli studenti ai commercianti, dai professionisti autonomi agli artisti, dagli operatori sanitari ai bisognosi di cure. Ho criticato il Governo Conte 2 come avrebbe fatto un qualsiasi altro dotato di una pur minima intelligenza libera e contemporaneamente ho riconosciuto che non sarebbe stata possibile un’altra soluzione “migliore”, visto il deludente “parterre” politico di Opposizione. Quella parte, irresponsabile, che non ha mai per davvero teso la mano ed ha solo incentivato il “disordine” a scopo di “lucro elettoralistico”, più attenta alle oscillazioni per loro in positivo dei sondaggi.  Non ho condiviso gli attacchi smodati perversi di un’acredine infinita ed immotivata, quel “fuoco” che avrebbe dovuto essere “amico” che ha portato alla “vile imboscata” dello scorso gennaio, dopo la quale si è innescato il meccanismo della “crisi”.

Per quello che poteva fare un modesto cittadino quale io sono, ho riconosciuto l’impossibilità di poter proseguire in questo percorso sempre più accidentato e di fronte a problemi immensi inferti a tutti noi dalla pandemìa;  ho accolto, pur esprimendo molte  riserve, con una certa fiducia ma anche – per l’appunto – con altri permanenti dubbi, l’arrivo del banchiere Draghi.          In primo luogo, l’ho scritto rivolgendo il mio pensiero ai “compagni” che hanno spinto verso il voto contrario, non poteva essere “questo” un momento in cui ci sarebbe stato perdonato l’aver prodotto le condizioni per un’assenza di guida per il Paese o ancora peggio aver consentito alla Destra di gestire da sola un nuovo Governo.                                                                                                                                                                                      Non ho alcuna remora a considerare Draghi inadeguato a fare meglio; o meglio non credo, ancora una volta che sia, lui, migliore di Giuseppe Conte: ha un curriculum molto importante – questo sì – ma politicamente ha moltissimi limiti. Ciò nonostante, al punto in cui eravamo stati condotti dall’improvvida sortita di Matteo Renzi, non vi era alternativa.

Da oltre un mese gli italiani hanno la riprova dell’inadeguatezza del nuovo Governo. Si è ventilato l’avvio, favolistico,  da subito di “un cambio di passo”. L’unico dato che avanza è quello dei contagi, degli accessi alle terapie intensive, dei decessi; è quello delle “zone rosse” alla quale identificazione di colore aggiungerei “intense”; è quello delle “chiusure” di tanti spazi della socialità, della Cultura, oltre che delle Scuole. I “piani di vaccinazione” attuali non sono molto diversi da quelli già preparati; la differenza poteva essere addebitabile ad un problema “europeo”: l’assenza di dosi di vaccino sufficienti ad avviare una seria campagna. Il tanto atteso “decreto sostegno” forse vedrà la luce legislativa in queste ore, ma poi dovrà confrontarsi con gli atavici marchingegni burocratici; né più né meno che così come era al tempo del fu Governo Conte 2.

Tutto questo sembra essere semplicemente un “cattivo pensiero” mio (e, forse, di qualcun altro) anche perchè il mondo del giornalismo sembra in grandissima parte supino, genuflesso davanti alla “maestà” suprema e non fa altro che tessere lodi al “nuovo” ed accuse offensive al “vecchio”.

Allo stesso tempo, quella parte del mondo politico che ha sostenuto il Conte 2 appare frastornata ed incapace di avviare una funzione critica, propositiva ma stringente.

Ne parleremo ancora, pronti a smentirci ed a cospargerci la testa di cenere.

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