29 marzo – Non è il momento. Può darsi, e io sono perfettamente d’accordo. A patto che lo sia per tutti. Seconda parte

Non è il momento. Può darsi, e io sono perfettamente d’accordo. A patto che lo sia per tutti. Seconda parte.

Ovviamente c’è stato un ribollire di polemiche su tutta la galassia dei social, con attacchi virulenti sospinti ad accreditare la volontà di privilegiare le città della Costa, nel drenare il maggior flusso possibile di turismo a svantaggio di Firenze. Chi ha anche solo un po’ di sale in zucca e gli occhi per vedere, si è accorto in questi anni prima della pandemia di come il flusso verso Firenze fosse sempre stato intenso, facendo sì che la ricettività alberghiera e tutto l’indotto non riuscisse a garantire a tutte le richieste un’accoglienza.

Nel titolo che ho riproposto mi riferisco alla possibilità (è purtroppo una certezza)  che, in tutto questo periodo di stallo “democratico” (con l’assenza di un vero e proprio possibile confronto per la stragrande maggioranza dei cittadini, condizionati da lockdown più o meno stretti), i poteri forti economici e finanziari che regolano i grandi affari ed influenzano le scelte politiche sono stati molto attivi. Peraltro l’impegno più intenso che riusciva ad essere riconoscibile è stato collegato alla richiesta di interventi necessari a fronteggiare i problemi sanitari e quelli economici da parte delle tantissime categorie svantaggiate. Anche io ho trattato poche volte la questione, preso dall’evolversi degli eventi.

Anche per questo ripropongo parte di un post del 23 novembre 2018

23 novembre 2018 Sarebbe – a questo punto – opportuno dire che già troppi danni il “modernismo accattone e consumistico” ha fatto in questo territorio – sarebbe l’ora di dire “Basta!”. Tornare indietro anche molto più indietro “chiudendo” tutta la baracca sarebbe la cosa più utile per salvare la Natura e l’Ambiente.

Niente di nuovo sotto il sole della Toscana

Un Partito Democratico che non ha mai saputo trovare la propria essenza di Sinistra pur riformista e democratica appare sempre più confuso nell’oscillazione tra la resistenza di una leadership da sempre disponibile per la conservazione del Potere a costruire rapporti con i poteri forti e con le Destre semmai civiche ma non solo e le minoranze – che insieme non costruirebbero una maggioranza – che vanno alla ricerca di un collegamento con la vecchia e stanca base popolare ancor più indebolita dalle ricorrenti crisi economiche e sociali.

Una Destra divisa ancor più ben lontana dalle visioni culturali che negli anni avevano prodotto una certa qual egemonia che le aveva consentito di assumere posizioni di primo piano nella città di Prato, e piegata dalle ubbie e dai capricci della Lega che dietro i successi salviniani pregusta una nuova vittoria.

Un Movimento 5 Stelle inconsistente che non ha radici nella società e che vive per ora di una rendita che sembra sempre più vecchia pur non datata al di là di un quinquennio. Come scritto in un inciso parlo di Prato.
E mi riferisco in particolare alla vicenda aeroporto. Mi spiego meglio: da qualche anno si dibatte in modo anche isterico e rapsodico del possibile ampliamento dell’aeroporto di Firenze. Un intervento che prevede di costruire una nuova pista parallela al tratto conclusivo della Firenze Mare che consentirebbe a parere dei sostenitori un maggiore e più pesante afflusso di veicoli, rendendo quello scalo di livello internazionale, portando a Firenze ancor più turismo, oltre che incentivando ancor più il commercio. Una visione ultramoderna non c’è che dire! Ma non fa i conti con la realtà, limitandosi alla difesa di una visione catastrofica e distruttiva degli ambienti naturali. Non solo quelli del Parco naturale della Piana che finirebbe per essere inquinato oltre misura ma tutto il resto del territorio della stessa Città metropolitana che per consentire afflussi umani e commerciali sempre più massicci finirebbe per occupare cementificamente molti degli spazi. Ho la sensazione che vi sia una profonda ottusità, una unilateralità di visione da parte dei proprietari dei territori e delle grandi imprese commerciali e turistiche che non consente loro, dietro il baluginio della moneta, di osservare come la città capoluogo sia già troppo stretta nelle diverse e sempre più frequenti occasioni internazionali. Da parte della Politica, Partito Democratico e Destre unite, si dà forza a questa idea nella speranza di poter lucrare consensi plutocratici che permettano di disporre di sostegni sostanziali nelle sempre più costose macchine elettorali. La gran massa di popolo si lascia in parte convincere che potrà trarne benefici per sè ed i propri figli, e forse nipoti, vista anche la certezza che la realizzazione definitiva non sarebbe così vicina nel tempo. Ovviamente molti non riescono ad essere informati correttamente e pienamente, visto che la forza economica di chi si batte perché quest’opera non veda la luce è molto ridotta, per i motivi di cui accennavo prima. D’altra parte il mondo è sempre più piccolo nelle distanze e l’aeroporto di Pisa – che ha spazi naturalmente molto più ampi per crescere – assolverebbe senza produrre gli stessi catastrofici danni al ruolo di scalo internazionale.

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