31 marzo 2021 – 1 aprile 2020 RIPRENDO A TRATTARE COME SARA’ IL MONDO DOPO QUESTA TEMPESTA – COME DOVREBBE ESSERE PER ESSERE MIGLIORE

Sembrava un “pesce d’aprile” – purtroppo era realtà!

…che la “memoria” sia con voi…

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RIPRENDO A TRATTARE COME SARA’ IL MONDO DOPO QUESTA TEMPESTA – COME DOVREBBE ESSERE PER ESSERE MIGLIORE

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Coronavirus

riprendo a trattare COME SARA’ IL MONDO DOPO QUESTA TEMPESTA – come dovrebbe essere per essere migliore

Un mondo diverso, dicevamo, deve essere possibile. Ma perché si realizzi, bisogna essere in grado di analizzare le cause della diffusione massiccia del virus in aree altamente industrializzate come quelle della Lombardia e dell’Emilia Romagna. Occorre farlo in modo scientifico e senza avere soggezioni settoriali. Abbiamo detto “altamente industrializzate” e questo può essere un dato di partenza. Vorrei, però, davvero, non farmi condizionare da una posizione pregiudiziale di tipo para ideologico: vorrei accantonare la mia formazione anche se , lo so già, non potrò farne a meno. Ed allora bisogna che ci si misuri a livello democratico; bisogna agire nelle sfere politico-culturali senza temere lo scontro. Mi riferisco allo scontro delle idee, utilizzando le sinapsi aiutate dai dati scientifici e comprovati a disposizione: troppi “guru” a libro paga girano sui social e nei salotti televisivi difendendo soprattutto gli interessi macrofinanziari, fingendo di avere a cuore il bene comune. Ovviamente per aiutarci a procedere si deve – è inevitabile – partire dagli errori, soprattutto da quelli “madornali” riconoscibili a occhio nudo, cioè senza bisogno di alcune lenti. Come quello che si è diffuso nelle prime avvisaglie della bassa letalità del virus, paragonato a “la classica ricorrente influenza stagionale”, di cui si facevano portavoci luminari illustri come la dottoressa Gismondo, microbiologa dell’ospedale Sacco di Milano, alla quale faceva eco il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

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https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/coronavirus-sacco-1.5042749

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https://ilmanifesto.it/fontana-pompiere-il-covid-19-e-poco-piu-di-uninfluenza/

E’ del tutto evidente che l’insistenza con cui ci si incaponiva a mantenere “aperta” la città di Milano mentre la tempesta già imperversava ben oltre “l’influenza stagionale” era molto collegata all’impianto economico industriale di quell’area. E non è un caso che tra coloro che erano stati reclusi tra le mura di Codogno alcuni proprietari di seconde case in Versilia – non di certo poveri operai – siano evasi (ed è solo uno degli esempi che la stampa ha riportato).

https://www.lanazione.it/massa-carrara/cronaca/coronavirus-marina-1.5052442

Come dire che “il virus si è mosso sulle gambe di persone che non avevano di certo bisogno della pura sussistenza” ed è arrivato sulle sponde tirreniche della Toscana. Avrebbero fatto meglio, quei signori, a rendersi conto molto prima, quando avevano scelto la loro seconda casa da quelle parti, ad emigrare allontanandosi dall’aria putrida venefica di quelle lande lombarde inquinate dai fumi incontrollati dell’industria. Quell’aria ha contribuito non poco alla sopravvivenza del virus e i dati oggi sono impietose attestazioni scientifiche del disastro ambientale fin troppo tollerato dallo Stato a difesa non dell’integrità dei lavoratori e dei cittadini ma della rendita finanziaria tout court.
La stessa insistenza, più volte vincente (le cui conseguenze epidemiologiche si sono vieppiù evidenziate), a “non chiudere” le attività e quella a voler riaprire senza garanzie per l’integrità fisica ed umana non solo delle maestranze ma dell’intera popolazione è un atto che potrebbe essere riconosciuto come criminale. Ci stiamo chiedendo in questi giorni quando ne verremo fuori, ma è più urgente sapere “come” ne usciremo. Il distanziamento potrà essere allentato, ma non del tutto annullato; ed alcune regole dovranno permanere a lungo, dovremo abituarci a queste modalità comportamentali tarando dunque il nostro stile di vita in tale direzione. Molto lavoro soprattutto quello amministrativo di segretariato può proseguire ad essere svolto da casa con periodici momenti assembleari online; nelle aziende artigiane o industriali si potrà anche riprendere a lavorare ai macchinari garantendo però la sicurezza (distanza, areazione, uso di protezioni) molto più di quanto non fosse prima. E via dicendo.

Joshua Madalon

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