11 aprile – PIU’ GIOVANI PIU’ DONNE – sesta parte – le amare conclusioni

PIU’ GIOVANI PIU’ DONNE – sesta parte – le amare conclusioni

Questa serie di “post” è un vero e proprio pretesto per sviluppare quella che potrebbe apparire una mia forma di misoginia  e di sottovalutazione del ruolo dei giovani, ma che, io,  in verità, considero un modo per essere meno ideologico e più concreto di guardare alla realtà dei fatti. Quanto all’importanza di una maggiore e più qualificata presenza delle donne in funzioni direttive di primissimo livello e al bisogno di guardare al rinnovamento dei metodi della Politica incentivando e qualificando la presenza dei giovani – donne e uomini – sono stato sempre tra coloro che non solo lo hanno teorizzato con le “chiacchiere” banali dei documenti e delle discussioni accademiche ma lo hanno cercato di mettere in pratica, contribuendo all’inserimento di queste figure nei meccanismi amministrativi locali. Si è rivelato, questo mio impegno, quasi sempre, ma per mia diretta esperienza troppo spesso fino ad oggi, una delusione immensa. Quella nota del  mio ultimo interlocutore (“è vero i giovani assomigliano sempre più agli adulti…. quelli peggiori…. “)    conteneva una profonda verità, valida per tutti, addirittura, mi sento di aggiungere, a partire da chi scriveva. Ho la netta sensazione che sia ormai una regola, secondo la quale i “giovani” che si accostano alla Politica e se ne rendono asserviti allo scopo di utilizzarne gli aspetti utilitaristici a proprio esplicito vantaggio, perdono contestualmente quella forza creativa innovativa rivoluzionaria che dovrebbe essere appannaggio di quella condizione esistenziale. Finiscono per avviare uno scimmiottamento dei modi adulti, fino a diventare parte integrante di quel meccanismo che essendo condizionato da diverse forme compromissorie ne blocca le spinte che potevano essere considerate tipicamente “giovanili”. Già in questa fase la presenza dei “generi” è fortemente squilibrata, ma abbastanza meno che nel prosieguo e su questo “passaggio” ovviamente dovrebbe essere posta maggiore attenzione ma senza alcun “bilancino” meccanico come a volte accade con il sistema delle “quote”. E’ orribile e mortificante quella sorta di “caccia” che dalle sedi politiche parte molto spesso alla ricerca di “figure” che possano equilibrare i “generi” nelle liste. Ogni forza politica dovrebbe prevedere tali presenze in modo “organico” e qualificato, non ridursi agli ultimi attimi per tale scelta, correndo il rischio di fermarsi molto all’apparenza e poco alla consistenza. Una volta “inserite” la frittata è fatta!

Tornando al tema dei “giovani” in Politica e per giustificare al massimo il senso della mia delusione, vi aggiungo un fulgido esempio, il più elevato che io possa utilizzare. Il nostro Paese ha conosciuto nell’ultimo decennio l’ascesa ed il declino del più “giovane” Presidente del Consiglio (tralascio giudizi su quel che è ora) ed a me non è apparsa, quanto all’ equilibrio di “genere”, molto qualificata (al di là di una affidabilità verso il “capo”) la presenza femminile dei rappresentanti del suo Partito nel suo Governo.

Aggiungo infine che, diversamente da tanti altri che si sono entusiasmati davanti alle discese in campo delle “Sardine”, ho espresso da subito molte perplessità su quel “movimento” e mantengo verso di esso una distanza, pronto a ricredermi, anche se permango in ciò dubbioso, conoscendo i costi della Politica e allo stesso tempo considerando impossibile un impegno politico di quel peso, scevro da introiti riferibili ad attività di lavoro in proprio.

Ciononostante spero che i “giovani” possano mantenere intatto il loro potenziale di rinnovamento di cui fino ad ora non ho trovato e non trovo, ahimè purtroppo, alcuna traccia.

Ne riparleremo, di certo.

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