25 aprile – IN RICORDO DEL “POETA” PIER PAOLO PASOLINI – parte quarta (per la parte terza vedi 23 marzo)

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continua l’intervento della prof.ssa Paola Giugni – Assessore alla Cultura della Provincia di Prato

Molte volte Pasolini ha corso il rischio di essere un uomo romanzato: penso ricorderete anche voi le molte trasmissioni televisive in cui si è parlato di Pasolini e della sua morte e non si è parlato di Pasolini e della sua opera, di quello che rappresentava ed ha rappresentato Pasolini anche dal punto di vista dell’approccio politico, del periodo storico in cui è vissuto, di cui è stato testimone, di cui ha scritto. Pasolini, mi sembra Corseri recentemente ha detto sul Corriere della Sera, è in fondo un fantasma. Si potrebbe dire di più un fantasma che ognuno ha tirato spesso dalla sua parte. Ma questi trent’anni non sono passati invano. Io penso che ormai siamo arrivati ad un punto in cui per il distacco, per gli anni che passano ci sia anche una maggiore serenità di giudizio che porta alla possibilità di approfondire l’uomo e l’opera. L’opera che è enorme. Tra l’altro è andata aumentando dopo la sua morte Perché si sono scoperti inediti, che vanno ancora approfonditi, vanno studiati. Pasolini che comunque non è mai stato dimenticato. Ricordiamo che credo che sia il terzo o il quarto autore più rappresentato nel teatro italiano. Quindi, quello che però appunto è mancato in questi anni è proprio una maggiore serenità nell’affrontarlo, tant’è vero che uno dei libri usciti ultimi che io non so se stamani c’è Tricomi, ecco non lo conosco, bene, è proprio scritto mi sembra molto, molto emblematico da un giovane che è nato l’anno in cui è morto Pasolini.

Quindi ben vengano questi convegni, questi dibattiti, queste giornate di studio Perché c’è bisogno di riflettere molto, di analizzare meglio la sua opera, che è poliedrica, che è enorme dalle poesie, ai saggi, al teatro, il cinema e anche l’uomo. Perché l’uomo e l’opera (parola non comprensibile)…in questo caso direi ancora di più sono uniti inscindibilmente e l’uomo Pasolini, e soprattutto per la mia generazione, è

anche il rappresentante di un periodo storico che poi è quello che ha riflessi enormi sull’oggi. Anche Perché sull’oggi, e ha detto molto bene il Professor Maddaluno, Pasolini aveva avuto delle visioni direi quasi profetiche. Ha parlato di consumismo, di una società basata sulla banalità, su un consumismo e liberismo, in un periodo – e se pensiamo a quello che ha detto della televisione – in cui questo non era chiaro a tutti come lo è oggi. Però appunto, come dicevo, Pasolini è anche stato sfruttato. E’ stato un personaggio anche romanzato. Quindi noi bisogna tornare a capirlo.

Molto velocemente concludo dicendo che noi abbiamo bisogno ora di approfondirlo con giornate come queste al di fuori anche del clamore dei trent’anni. Io credo, e lo ha detto il Professor Maddaluno, che questa non sarà l’ultima, ma deve continuare Perché Pasolini è un classico. Io so che questo è un termine che Tricomi mi sembra non apprezza, poi ce lo dirà lui, per me è un classico della nostra letteratura, poi discutiamo sul valore che si dà a questo termine. E’ comunque un artista con cui dobbiamo per forza confrontarci. Io non so se durerà, se invece è legato solamente a questo nostro mondo, però è un mondo in cui noi siamo ancora di più e quindi conoscerlo, approfondirlo se non altro ci facilita nel conoscere ed approfondire il momento in cui viviamo.

 Quindi io auguro buon lavoro a tutti e permettetemi di ringraziare chiaramente il Professor Maddaluno che ha perseguito queste giornate con forza ed anche con una notevole diciamo forza di carattere Perché non è facile con i tagli, a cui lui accennava, che sono stati fatti in questi ultimi anni alla cultura anche mettere su semplicemente una giornata come questa. E quindi lo ringrazio di nuovo e buon lavoro a tutti. >>

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