4 maggio – 75 Pulcinella parte 2 (per la 1 vedi 22 aprile)

75 Pulcinella parte 2 (per la 1 vedi 22 aprile)

Nulla lasciava presagire che saremmo andati incontro ad un periodo così lungo di reciproca lontananza. Ed infatti avviammo una discussione intorno a quelli che sarebbero stati i progetti per l’anno che era appena iniziato, il 2020. Le solite iniziative che prendevano corpo e diventavano molto “particolari” ed originali attraverso il coinvolgimento delle classi che vi avrebbero preso parte. Quasi sempre si trattava di attività che si riferivano alle caratteristiche peculiari del territorio flegreo e partenopeo, sviluppavano sensibilità artistiche con l’ausilio di veri protagonisti dell’Arte e della Cultura nel senso più ampio del termine. Con Claudio non mancavano mai di condividere aspre critiche verso gli amministratori locali, non sempre disponibili, se non a chiacchiere e promesse, a sostenere gli sforzi di coloro che “producono” Cultura. Ed anche in quella occasione ciò accadde.

Con lui c’erano nuovi giovani (c’è un turn over di stagisti); negli anni precedenti, quelli in cui avevo presentato alcune delle mie iniziative, avevo fatto amicizia con alcuni di loro e con molti di questi ho continuato a seguirli, mantenendo un rapporto sui social. I “nuovi” mi apparvero più riservati, timidi; ma probabilmente questa impressione era dovuta più che altro ad una mia indisponibilità.

Prima di salutarci, Claudio mi porse in modo del tutto inaspettato il classico panariello per la tombola, quell’oggetto a forma di nuraghe o forse di piramide o di vulcano (visto che nella parte alta c’è una piccola apertura rotonda quanto basta a far uscire un solo pezzo tra i novanta blocchi tondeggianti contenuti nell’involucro), e mi chiese di agitarla e poi estrarne uno. Ero perplesso, ma con Claudio ero abituato alle sorprese e quindi annuii ed eseguii il comando.

Estrassi il 75. Mentre procedevo Claudio era andato in una stanza attigua e ne ritornò con una macchina fotografica elettronica. Mi chiese di porre quel numeretto tra le mie labbra e mettermi in posa. Detto fatto, mi fotografò due tre volte fin quando non fu soddisfatto del risultato. Avevo peraltro notato che nel cestello mancavano molti numeri, e Claudio anticipò la mia curiosità spiegandomi che ogni qualvolta un suo amico in questi primi giorni del 2020 era transitato da quelle parti nell’Associazione, prima di congedarlo, gli aveva chiesto di fare la stessa cosa. Quando sarebbero finiti i numeri, l’ultimo sarebbe toccato a lui, avrebbe raccolto tutte le foto in ordine numerico progressivo da 1 a 90 ed avrebbe realizzato una pubblicazione. Mi chiese di portarlo con me ed io, ancora oggi, lo conservo gelosamente. Trovai geniale l’idea, soprattutto se, abbinando i numeri alle persone e coordinandone significato e storia, si sarebbe potuto produrre un testo originale. A dire il vero, però, andai via, salutando con l’idea di poterci rivedere abbastanza presto ed anche per questo senza dare tanto rilievo al significato del numero che avevo estratto.

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