7 maggio – LE STORIE 2008/2009 e 2013/2014 – UNA INTRODUZIONE

LE STORIE – UNA INTRODUZIONE

Ogni giorno cerco di pubblicare qualcosa. Scrivo di me con un continuo riferimento a quel che sono stato e ciò che sono.  Indubbiamente c’è il sospetto che sia interessato a me, in modo esclusivo, maniacale. Può darsi; come potrei non istillare il dubbio! Ma in questa fase più che oggettivamente calante della “mia” esistenza ed in questa contingente separazione da tanta parte del mondo “civile” non posso escludermi del tutto dal contesto ed utilizzo questo “canale” di comunicazione.

Da tempo riflettevo su alcuni periodi della mia “storia”, quel tempo che mi è stato dato per vivere, che non avevo ancora avviato a sviscerare, anche perché mi mancavano i “testi” riprodotti su carta, molti dei quali ho già pubblicato e per alcuni altri vado a terminare la loro pubblicazione. Ho da pochi giorni iniziato a scavare tra le numerose mail (posta inviata e posta ricevuta) degli anni 2008/2009 e 2013/2014. E’ un lavoro improbo che tuttavia rimette in evidenza quel che accadde a Prato nella parte finale della legislatura comunale 2004/2009, quella in cui fu Sindaco Marco Romagnoli una sorta di Mario Draghi in  miniatura. A conclusione del secondo mandato di Fabrizio Mattei 1999/2004 ci fu un duello che rischiava di essere mortale per la nuova coalizione Uniti per l’Ulivo; per smorzare gli ardori contrapposti tra DS (Del Vecchio) e Margherita (Giacomelli) l’ex Sindaco e Presidente della Regione Toscana Claudio Martini tirò fuori dal cilindro un eccellente funzionario regionale (dirigente del settore industria prima e poi dei Programmi comunitari nel dipartimento delle attività produttive), Marco Romagnoli. Lo impose di imperio e quasi certamente fece capire che il suo incarico avrebbe avuto carattere di provvisorietà, invitando le due forze principali della coalizione ad avere pazienza.  Conosco Marco e non credo che lui non avesse ben presente quale sarebbe stato il tempo “provvisorio” del suo “servizio”. Ci scherzava con l’ironia tipicamente toscana poco prima delle elezioni che lo videro vincente, quando nella festa dell’Ascensione del 2004, pochissimi giorni prima dell’appuntamento elettorale, dall’alto della Calvana osservava con orgoglio e superbia tutto il territorio che sarebbe stato di sua pertinenza. Quel suo periodo di servizio come primo cittadino pratese fu svolto con insolita modestia (insolita rispetto allo standard della Politica, si intende) ma forse anche per questo egli fu estremamente rispettoso dei diversi ruoli presenti nella struttura amministrativa, i cui meccanismi egli ben conosceva, facendo parte – seppur solo come “tecnico” – di una delle Istituzioni superiori. La sua figura rischiava di porre in secondo piano tutto il fermento progettuale della Politica locale o perlomeno quella era la percezione del mondo politico, che è “strutturalmente” infido. Infatti, pur avendo avuto rassicurazioni in merito alla transitorietà di quell’incarico, molti – uomini e donne – politici, abituati all’ipocrisia, temevano che ciò fosse solo un atteggiamento di facciata e che Marco avrebbe insistito a conclusione della prima legislatura, nel rispetto di una prassi consolidata, per una sua ricandidatura.

Quel che accadde confermò la meschinità della Politica praticata ed allo stesso tempo il degrado da cui non riuscivano ad emergere le forze politiche che avevano contribuito a far nascere da pochi mesi  (ottobre 2007) il Partito Democratico. Di questo tratterò poco alla volta nelle prossime  settimane.

…fine intro…

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