Reloaded di un mio post dell’8 giugno 2020 L’IMPORTANZA DELLA MEMORIA – VERSO UNA CRISI (AL BUIO PESTO)
Se
continuiamo a dire che “da questa tragedia ne usciremo tutti migliorati” che
“andrà tutto bene”, dobbiamo tuttavia avere ben presente quelle che erano le
nostre condizioni nel periodo appena precedente allo scoppio della pandemia.
Basterebbe andare a consultare una Rassegna stampa del 2019 per capire che il
nostro Paese era in piena fase di “decelerazione”, che la previsione del PIL
era davvero deprimente (lo 0,3 in più rispetto al precedente anno); basterebbe
andare a consultare i dati ISTAT per capire che in Italia la “povertà” era un
vero e proprio problema da affrontare. E non lo si poteva fare attraverso gli
slogan o i “peana” del Governo Lega-M5S (“Abbiamo sconfitto la povertà” disse
Di Maio, alzando indice e medio nel segno della Victory), ma con una serie di
interventi coraggiosi e severi nei confronti dell’illegalità diffusa nel
settore del mondo del lavoro. In primis infatti occorreva sconfiggere la
pratica criminale del “lavoro nero”; poi – anche contemporaneamente – tappare
la falla della povertà attraverso sussidi come il “reddito di inclusione” ed il
“reddito di cittadinanza”. Tutti coloro che osservavano la realtà attraverso le
proprie conoscenze e sensibilità, pur in possesso di garanzie personali e
quindi non direttamente interessati, e denunciavano l’incongruità
dell’intervento venivano visti come “gufi rosiconi” o “disfattisti
antipentastellati” per pregiudizi ideologici, e – allorquando affermavano che
quegli interventi “non” avrebbero risolto il dramma della povertà, avrebbero
creato più danni se non fossero stati accompagnati da un serio progetto di
contrasto all’evasione ed al lavoro nero, un progetto di “giustizia sociale” –
venivano attaccati.
Per rendere meglio quello che è il dato di riferimento cui accenno sopra vi inserisco i link di riferimento ai siti dell’Istat
Le prospettive dell’economia italiana nel 2019
Le prospettive dell’economia italiana nel 2019-2020
per capire meglio i dati sulla “povertà” consultare sempre il sito dell’Istat con tag “povertà”
Ritornando
all’assunto dell’avvio del post “Saremo migliori?” “Andrà tutto bene?”, ho la
sensazione che si tratti di affermazioni banali puerili utili a rassicurare i
più deboli, sia per età che per condizione economica e culturale.
In realtà quel che vediamo, di fronte alla reale incapacità di fronteggiare gli
aspetti negativi che si sono aggravati nel corso degli eventi drammatici in cui
siamo stati tutti – chi più chi meno – coinvolti, non è per niente
rassicurante, ben al di là della ventilata possibilità di un ritorno epidemico
nel prossimo autunno-inverno. In questo periodo c’è stata una parte del mondo
economico che ha accumulato guadagni ingenti; c’è una parte del mondo economico
che, pur avendo sofferto in parte la crisi, ha preparato interventi di
carattere politico clientelare (si parla di grand commis dell’economia e della
finanza) tesi all’accaparramento di risorse senza fornire tuttavia le opportune
garanzie (non mi riferisco soltanto alla pretesa della FCA di poter ricevere a
fondo perduto contributi, permanendo nel suo progetto aziendale che privilegia
i rapporti economici con paradisi fiscali e non rispetta le regole fiscali del
nostro Paese).
In questo stesso tempo non si sono visti interventi “seri” e legalmente
“severi” nei confronti del “lavoro nero”; anzi, nel marasma legislativo, che ha
intorbidato le acque ancor più rispetto a prima, i furbi hanno avuto più forza
e vigore rispetto alla povera gente, disposta ancor più di prima a sopportare
angherie retributive. Di tutti questo poco o nulla si dice; soprattutto non si
avverte nella compagine di governo – anche di quella parte di “Sinistra” che
dovrebbe essere maggiormente sensibile – la giusta attenzione. Sembra quasi che
i problemi siano altri. Ma non è così e purtroppo andiamo verso un periodo in
cui chi avrà bisogno sentirà difendersi proprio da coloro che hanno obiettivi
destabilizzanti, pericolosi per la Democrazia.
….1….