24 luglio – Si può continuare a fare “festa”? – parte seconda

Si può continuare a fare “festa”? – parte seconda

Non lo avevo certamente sottinteso, non lo avevo indubbiamente mandato a dire da emissari: il mio giudizio su tutti coloro che, per timori o per convincimenti di tipo medievale, non hanno inteso e non intendono vaccinarsi contro il Covid19, è stato categorico, tranchant. Allo stesso modo provo profondo dissenso verso gli attendisti. In definitiva non li stimo in modo netto come meritevoli di essere parte del consesso civile. Ancor più nel caso in cui chi si è sottoposto per senso civico fosse oggetto poi di conseguenze involontarie dal punto di vista fisiologico, quelle tanto paventate in modo empirico.  Negli ultimi giorni per lo più in modo civile ho assistito ad un dibattito surreale nella contrapposizione tra favorevoli e contrari all’utilizzo del vaccino; c’è chi ha prodotto una riflessione di tipo sofistico nella difesa a spada tratta delle “libertà”. Non è la prima volta che l’umanità si ritrova a discutere di questi temi; qui di seguito, per averne un’idea,  trovate un link molto utile cui riferirsi https://www.epicentro.iss.it/vaccini/ObbligoVaccinaleStoria

Vi si accenna anche alla scelta di poter optare per un’assunzione volontaria, anche se occorre tener conto che non siamo più nell’Ottocento, nè nel primo Novecento, quando la stragrande maggioranza dei popoli non effettuava grandi spostamenti nè delle persone nè delle merci. Viviamo in un’ epoca che abbiamo imparato a denominare “globalizzata” ed è stata proprio questa condizione a determinare la rapida diffusione pandemica. E’ dunque doveroso affrontare anche i temi delle “libertà” individuali sotto quest’ottica; occorre declinarne le caratteristiche nel pieno rispetto dei bisogni e delle “libertà” di ciascuno di noi.

Nelle argomentazioni, come rapidamente suggerivo prima, ho notato il bisogno di arrampicarsi sugli specchi allo scopo di pervenire ad una forma di giustificazione, per non far avvertire la contrarietà verso sia coloro che si ostinano a difendere la posizione a favore del vaccino sia verso chi è in modo timido o deciso ad evitare di sottoporsi alla vaccinazione. Una di queste argomentazioni è stata la seguente: “eviterei di dire che da una parte ci sono i civili, e dall’altra ci sono i novax e i negazionisti, perché potrebbero esserci anche persone che, pur riconoscendo l’esistenza di un virus e il valore dei vaccini in generale, mantengono tuttavia una sorta di sospetto nei confronti di un vaccino per forza di cose poco sperimentato nei suoi effetti a lungo termine. Queste persone hanno ancora modo di mostrare e “agire” il proprio senso civico mantenendo le distanze, evitando la frequentazione di luoghi chiusi ed affollati, usando mascherina e lavamani”.      

A tale riflessione, ponendo in dubbio il senso civico di chi non intende vaccinarsi, ho risposto: “è altrettanto forzosa la tua argomentazione, in quanto nel voler riconoscere i diritti di chi non voglia vaccinarsi per tutte le “buone ragioni” da te evidenziate, poni dei limiti molto più gravosi a carico di chi ha invece scelto la vaccinazione anche allo scopo di un superamento dell’isolamento e per poter ritornare nella maggiore tranquillità possibile ad occuparsi di socialità, di cultura, di partecipazione. Poiché dubito fortemente che chi non sì vaccina per scelta abbia le dovute accortezze rinunciando ad una considerevole parte della sua presenza civica, non posso accordare loro la mia stima.”

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