12 settembre – una serie di nuovi post – ASCOLTO – Riflessioni “quasi in diretta” – Un viatico per proseguire il cammino fuori dalla pandemìa – I VECCHI E I GIOVANI – 1

ASCOLTO

Riflessioni “quasi in diretta” – Un viatico per proseguire il cammino dopo la pandemìa

“I vecchi e i giovani”

Non credo di essere il solo ad avvertire un profondo bisogno di socialità. Questi mesi di pandemìa hanno costretto la stragrande maggioranza di noi a diradare i rapporti diretti. A soffrirne siamo stati tutti anche se in modo diversificato. I giovani hanno visto bloccati i loro naturali progetti di crescita; molti, tra gli adulti, hanno dovuto ridurre il loro tenore di vita in assenza di una retribuzione corrente. Gli anziani di diversa età, temendo maggiormente l’aggressione del virus, si sono tenuti distanti dalla vita attiva, cui potevano dedicarsi, rinunciando anche alla cura dei loro congiunti più giovani. Mentre il tempo scorreva, si annunciavano le difficoltà successive, collegate a contraccolpi psicologici. I più giovani, quelli che avranno davanti a loro oltre mezzo secolo di vita, potranno auspicare per se stessi un recupero felice e narreranno questi tempi ai loro figli e nipoti; i meno giovani, quelli che quel mezzo secolo ed oltre ce l’hanno alle spalle, nei prossimi anni stenteranno a riprendere un ritmo pari a quello precedente alla pandemia, anche perché avranno “naturalmente” meno energie da mettere in campo.

In tutto questo periodo abbiamo assistito all’appannamento dell’attività politica periferica, cui è corrisposto un attivismo frenetico da parte delle strutture centralistiche politiche ed amministrative, che hanno avuto mano libera in un campo sterminato di progetti. D’altra parte era inimmaginabile che la cittadinanza (quella che era stata “attiva” fino al febbraio 2019) potesse intralciare gli obiettivi poco, assai poco, collettivi e molto, assai molto, personali (pur condivisi con gruppi di interesse, che da sempre si aggirano nei pressi delle attività amministrative).

Ciononostante uno di questi “anziani” (chi scrive)  si è proposto, con l’aiuto di un gruppo di giovani e di altri più o meno coetanei, di rimettere in moto le energie sopite e, partendo dal proprio territorio, che diventa fulcro centrale dell’attività sociale, proverà a costruire nuove opportunità con l’esperienza degli anziani e le passioni di tutti, a partire dalle giovani generazioni.

Sarà necessario aprirsi all’ascolto. E su questo ho delle idee, che svilupperò in nuovo post.

Ora voglio anticipare il tema riportando una parte della canzone di Giorgio Gaber – il testo qui sotto riportato ha inizio al minuto 2 e 50″

…C’è solo la strada su cui puoi contare
La strada è l’unica salvezza
C’è solo la voglia e il bisogno di uscire
Di esporsi nella strada e nella piazza
Perché il giudizio universale
Non passa per le case
Le case dove noi ci nascondiamo
Bisogna ritornare nella strada
Nella strada per conoscere chi siamo.

C’è solo la strada su cui puoi contare
La strada è l’unica salvezza
C’è solo la voglia e il bisogno di uscire
Di esporsi nella strada, nella piazza
Perché il giudizio universale
Non passa per le case
E gli angeli non danno appuntamenti
E anche nelle case più spaziose
Non c’è spazio per verifiche e confronti….