27 settembre – una serie di nuovi post – ASCOLTO – Riflessioni “quasi in diretta” – Un viatico per proseguire il cammino fuori dalla pandemìa – 9 (pragmatismo da salotto parte 1)
In questi ultimi mesi ho avuto modo di accedere ad una serie di documenti inerenti ad alcune attività da me (e non solo) svolte sul territorio in cui sono rimasto, quello di Prato e di San Paolo nei primi anni di questo secolo. Ed in una serie di miei post li vado pubblicando affinchè possano essere conosciuti (la loro importanza è minima per la Grande Storia ma non per la “piccola” storia interlocale.
Accade – credo normalmente – che le generazioni che seguono le nostre non sappiano quel che è accaduto, ciò che è stato fatto di buono o commesso di meno buono. Devo ovviamente ringraziare il compagno ed amico Marzio che ne ha conservati tanti, li ha incasellati in una serie di file, di cartelle; da parte mia ho molti materiali cartacei (la differenza generazionale tra me e Marzio si nota anche in queste cose) che confrontati con quelli digitali ci consentono di rappresentare alle nuove generazioni, che abbiano la voglia e la forza di attingere ad essi, un quadro storico sociologico ed antropologico di una porzione di territorio che pur essendo limitrofo al centro della città appare esserne la periferia negletta.
Se a qualcuno venisse in mente che questa affermazione che ho appena fatto sia ingenerosa e bugiarda, suggerirei di approfondire le questioni urbanistiche che le Amministrazioni di Sinistra, di Destra e poi ancora di Sinistra hanno interpretato come un riconoscimento tardivo dei bisogni che ha finito per essere incomprensibile ed incompreso dalla popolazione reale (con ciò intendo non quei piccoli gruppuscoli di potere che si muovono nell’approssimarsi delle competizioni elettorali, ma tutto il resto della “massa” civica). I loro interventi potrebbero apparire molto simili alle elargizioni che la borghesia ricca cattolica promuove per liberarsi dalla cattiva coscienza, se non ci fossero dietro anche macroscopici interessi finanziari e immobiliari: vogliono farti subire una valanga di cemento dandoti in cambio qualche giardino, qualche via, qualche fasullo “centro commerciale a km zero riservato di fatto a pochi eletti” o qualche anglicizzata nuova sede bibliotecaria multiculturale o ancora qualche spazio riservato ad elite che vengono da fuori e tornano fuori, senza lasciare nulla – soprattutto come crescita culturale – al territorio.
Ecco, dunque, uno degli esempi negativi di pragmatismo da salotto da combattere perché fortemente deleterio e spiegherò meglio il perché anche se ai più avveduti potrebbe essere già ben chiaro. Su questo tema, molto affine a quel che abbiamo fatto in quei primi anni del nuovo secolo, tornerò a scrivere, proponendomi di cooperare a realizzare subito dopo – o nel mentre stesso – quel che dalle sedie e comode poltrone elaboriamo a chiacchiere.