19 ottobre – ripropongo alcuni post recenti sull’ASCOLTO – in vista dell’incontro del 22 ottobre – 3

Avevo scritto lo scorso 15 settembre: Ho detto prima che avrei fatto una digressione per poi parlare di selezione e ascolto. Lo farò nel prossimo post.

La selezione non può essere contrabbandata come “democratica” se poi viene imposta comunque “dall’alto”; e qui ritorniamo a parlare di quali fossero i pregi dell’esperienza delle Circoscrizioni – o Quartieri, per intenderci – e della ferita che è stata inferta alla città di Prato con la loro chiusura. Per comprenderci meglio, la “chiusura” è stata giustificata con il riferimento a precise indicazioni legislative, ma non si è voluto tener conto della specificità della città di Prato, i cui abitanti (non solo “residenti”) fluttuano costantemente nel loro numero, la presenza di più di 100 diverse etnie, un tasso di abbandono e dispersione scolastica, la funzione – pur nelle diverse fasi di crisi – di un distretto industriale riconosciuto a livello internazionale. Nell’accesso alle funzioni amministrative periferiche venivano chiamate tutte le realtà sociali insistenti sul territorio di pertinenza e quasi sempre erano i giovani ad essere chiamati a concorrere e partecipare a quegli appuntamenti elettorali. La partecipazione, anche su base volontaria (nelle Commissioni venivano inseriti anche una quota di non eletti), garantiva la crescita politica, amministrativa, culturale in senso ampio e alla fine era quello il banco di prova. Non di rado concorrevano anche gruppi civici, ma ad ogni buon conto l’attività delle Circoscrizioni era un’ottima palestra per addestrare alla Buona Politica.

Il riferimento della mia prima frase è alla modalità proposta da Fabrizio Barca per il reclutamento all’interno del progetto che ha chiamato “Ti candido”. Non intendo avere dubbi sulla buona fede nel procedere a tale scelta, ma non corrisponde alla mia sensibilità, che non ha predilezioni elitarie, di accesso ad un rango di superiorità.

Quanto al tema dell’”Ascolto” che è prioritario in questa serie di post, noi continuiamo a camminare verso la fondazione di questo nuovo soggetto anche se con qualche lentezza incomprensibile, perchè non esplicitata motivatamente.

In una serie di post a questo successiva (mantenendo tuttavia lo stesso titolo) farò una digressione a mo’ di flashback su quel che ha preceduto questa fase dal maggio ad oggi (siamo nel settembre 2021) per conseguire l’obiettivo di costituire una Associazione che sia in grado di funzionare come stimolo in un territorio complesso come quello di San Paolo. Riporterò qui anche una documentazione sul dibattito svolto più o meno “in chiaro” tra noi, con pochi commenti, se non quelli utili a capirci qualcosa di più: perché se c’è un limite su cui potremmo impegnarci a superare, c’è quello della dietrologia (ovvero il dubbio che “dietro” ogni azione si possa nascondere qualche progetto segreto).

5 (extra parte 1)

Il Blog che curo quotidianamente potrà essere utile a chi vorrà capire quel che accadeva tra la fine del secolo scorso e i primi decenni di questo (posso utilizzare il presente senza supporre che io preveda una mia eternazione, visto che siamo agli inizi del terzo decennio).  Nelle ultime mie sortite ho trattato del tema dell’ “Ascolto” e intendo, con questa odierna, proseguire a parlarne. Proseguendo nella elaborazione del progetto di un un nuovo organismo associativo che si preoccupi di contribuire a migliorare le condizioni della cittadinanza territoriale, abbiamo dato vita ad una riunione nella quale presentare ai partecipanti di un minigruppo acceso sul social whatsapp una prima bozza di “Carta di intenti”. La riunione che si è svolta giovedì 16 settembre ha avuto una funzione ricognitiva, di “Ascolto”. Ed indubbiamente è servita a comprendere che non fosse del tutto chiaro ad alcuni che il processo elaborativo “di vertice” era in corso dallo scorso maggio ed era stato definito con un documento, redatto da Fulvio Barni e datato 31 maggio, il cui testo qui di seguito riporto nella sua prima parte (le altre parti, ivi comprese le mie argomentazioni dl 3 giugno). Il titolo era “L’Agorà di San Paolo” e negli obiettivi riportava gli esiti del dibattito che era stato intenso nelle precedenti settimane.

Premesse 

Negli ultimi mesi la nostra comunità ha subito, come tutto il pianeta, la catastrofe pandemica. Questo ha portato inevitabilmente ad uno sgretolamento dei rapporti tra le varie associazioni e attività presenti sul quartiere e, dopo un iniziale moto di solidarietà, ad un rifugiarsi nell’individualismo, quasi a protezione di quel poco che ad ognuno di noi era rimasto. 

Purtroppo le difficoltà economiche si sono ampliate: le richieste alle parrocchie sono aumentate; i circoli, che in una prima fase hanno rappresentato il luogo della solidarietà, sono stati poi chiusi a loro volta; le piccole attività di quartiere si sono trovate in estrema difficoltà a causa delle chiusure. 

Adesso è necessario recuperare quindi il senso dello stare insieme, di essere comunità, di non lasciarci prendere dal naturale moto verso la protezione individuale ma di alzare la testa verso il bene collettivo che è anche, consequenzialmente, personale. 

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