20 ottobre – ripropongo alcuni post recenti sull’ASCOLTO – in vista dell’incontro del 22 ottobre – 4

Proposta 

Quindi, cosa fare? Questa è la domanda che ci stiamo ponendo da diverso tempo. Infatti il nostro quartiere soffre già da tempo il morbo dell’individualismo che ormai si è talmente radicato in noi che pure chi pensa al bene comune tende a rimanere infilato nelle reti del far per conto proprio. 

Allo stesso tempo però nel nostro quartiere ci sono delle realtà e delle esperienze importanti: circoli, parrocchie, sindacati, associazioni di volontariato, associazioni di commercianti e cittadini, associazioni del terzo settore, realtà sportive e scolastiche, aziende. 

La proposta è quella di unire queste realtà in modo da inserirle in un dialogo permanente, assieme anche a tutti i cittadini che abbiano a cuore il bene comune, per cercare di migliorare il nostro quartiere non solo dal punto di vista infrastrutturale ma soprattutto sociale, culturale, economico ed ecologico.

Dobbiamo creare un incontro, che passi pure da un sano scontro, per poter pensare al quartiere che vogliamo e iniziare ad agire, per quanto si può fare, senza aspettare che dall’alto ci cada qualcosa ma costruendo assieme la San Paolo del futuro. 

extra….1…..

6 (extra parte 2)

…prosegue la trascrizione del documento redatto da Fulvio….

Modalità 

Come poter fare questo dobbiamo deciderlo insieme. Il nome Agorà suggerisce proprio il senso di quel che vogliamo creare: un luogo fisico e virtuale in cui ciascuno possa portare il proprio contributo, avendo lo stesso spazio e la stessa dignità degli altri. 

Inoltre sarebbe interessante, in un secondo momento, creare dei tavoli di lavoro e discussione in cui magari prendersi a cuore diversi argomenti. Pensiamo ad un tavolo sul lavoro, uno sulla sanità, uno sul commercio, uno sulle attività sociali, ecc. 

In questo modo si può sia proporre attività sia interrogarsi sul futuro, proponendo alle varie amministrazioni idee ma anche già lavorando in autonomia sul quel che si può fare. 

Questo infatti deve essere uno spazio laico, nel quale ciascuno abbia la possibilità di esprimersi e costruire con gli altri progetti e iniziative. 

Obiettivi 

L’obiettivo, nemmeno troppo celato, è quello di cercare di rispondere alle difficoltà del territorio e di ricreare uno spirito civico e comunitario sul quartiere, semplicemente mettendo insieme le risorse che il nostro territorio ha al suo interno. Non dobbiamo avere paura di confrontarci insieme, né dobbiamo aspettare che qualcun altro si occupi delle nostre questioni: facciamo quel che possiamo fare, proponiamo ciò che non possiamo fare da soli, occupiamoci l’uno dell’altro.

Infatti la finalità più alta è quella di lavorare insieme per il bene comune, mettendo ognuno a disposizione ciò che ha, in modo da rispondere alle difficoltà di tutti e migliorare la vita di ciascuno. 

Se le difficoltà del singolo diventano le difficoltà della comunità, queste si assottigliano e se gli obiettivi dei singoli diventano comuni, questi si raggiungono più facilmente. Per questo non possiamo più isolarci ma è necessario unirci. 

Conclusioni 

Speriamo quindi di iniziare presto questo lavoro che permetterebbe davvero di fare un salto di qualità al nostro quartiere e alla nostra comunità. Se aderirete a questa Agorà, a questa piazza, verrete chiamati a partecipare ad un primo incontro che ci permetterà di iniziare davvero a costruire il quartiere del futuro. 

Ricostruiamo San Paolo!

Qui termina il documento scritto da Fulvio e di seguito il mio commento “a caldo”

Quel che scrivo è il “mio” pensiero; so tuttavia che molti dei passaggi che qui sotto si snodano sono stati condivisi con altri compagni; a loro riservo lo spazio per consentire o dissentire –

Chiamare questo nuovo progetto “Agorà” è un’ottima maniera per riprendere a discutere. Tra l’altro mi viene alla mente che la “piazza” greca era anche il luogo delle “memorie” e questo ultimo “tempo sospeso” ci ha privato di alcuni compagni ed amici che propongo di ricordare con delle iniziative “ad hoc”

Come si addice ad un “guitto”, “andiamo a principiare” puntualizzando alcuni aspetti. 

Così come è accaduto nelle società liberticide, il pensiero critico anche in una realtà come la nostra, “costituzionalmente” democratica, prima di essere del tutto ridotto al silenzio, in modo ipocrita viene emarginato, sottovalutato, deriso. I portatori della verità consolidata cominciano con l’affermare che “non condividi quasi o del tutto più nulla della linea del gruppo”; poi lentamente ci si allontana fino a quando le distanze, pur se sempre brevi dal punto di vista fisico, appaiono siderali.