26 ottobre – “IDEE IN CIRCOLO” UNA RELAZIONE INTORNO ALLA SEDUTA FONDATIVA DEL 22 OTTOBRE PARTE 3

26 ottobre – “IDEE IN CIRCOLO” UNA RELAZIONE INTORNO ALLA SEDUTA FONDATIVA DEL 22 OTTOBRE Parte 3

Riprendendo un tema già accennato nella prima parte (vedi 23 ottobre) bisogna essere convinti che per muovere le acque c’è bisogno di qualcuno che sia in grado più o meno di agitarle, ovvero che abbia il coraggio , e la funzione, di assumersi l’onere dell’iniziativa. E per riaffermare quel che è, in questa fase, estremamente necessario, bisogna riferirrsi a ciò che in coda alla seconda tranche di questa relazione (24 ottobre) è stato proposto: la necessità di far crescere da subito il numero degli aderenti all’Associazione, puntando soprattutto sui giovani.

Questi ultimi hanno visto la riduzione pressochè totale della loro socialità, hanno dovuto fronteggiare questo handicap ricorrendo a sistemi tecnologici telematici disumanizzanti il cui utilizzo fino a ieri avevamo disapprovato. In realtà tutti noi, al di là dell’età, abbiamo supplito alle mancanze che hanno colpito la società con cellulari e computer con cui abbiamo imparato a dibattere “a distanza”. In questa fase “post” si corre il rischio di esaltare quelle modalità a danno della normale vita sociale, con la quale abbiamo nel corso del tempo costruito la nostra Democrazia. E’ quindi un obbligo morale quello che dobbiamo avvertire noi che siamo in possesso della conoscenza pregressa; non è un caso che si siano descritte le vicende del tempo della pandemìa come affini a quelle di una guerra “mondiale”. E’ dunque, questo, il tempo della ricostruzione. E dobbiamo far tesoro di tutto quello che abbiamo sentito come mancanza, non solo nel periodo più crudo della “reclusione forzata”, ma anche in quello precedente, allorquando molti erano i problemi da affrontare, come quelli del Lavoro, della Salute, della Scuola, dell’Ambiente, dei Diritti. Intorno a queste tematiche bisognerà attivare una serie di “focus” partendo da ciò che ci circonda.

Con le istituzioni scolastiche bisognerà aprire un dialogo a 360 gradi per conoscerne le urgenze, non solo quelle strutturali ma anche quelle puramente collegate ai bisogni/obiettivi educativi primari, a partire dalla consapevolezza di essere cittadine e cittadini di un territorio, imparare a conoscerlo e contribuire insieme a tutto il resto della società a valorizzarlo in ogni suo aspetto. Crediamo che sia importante aprire un rapporto virtuoso con le scuole pubbliche e private, anche con quelle da qualche anno attivate dalla comunità cinese in via Galcianese e quelle strutture ancora poco identificabili dal punto di vista culturale che sono apparse in via Pistoiese (Thang Cheng International Cultural Education Center negli ex capannoni Barni) e la Biblioteca della Città italo cinese poco più avanti.

Con quest’ultima etnia, la più numerosa a Prato ed in particolare sul nostro territorio, bisognerà costruire un percorso comune nell’interesse di tutti. Potrebbe essere utile ad esempio anche  far partire un progetto pilota di alfabetizzazione reciproca italo-cinese su base volontaria, utilizzando spazi pubblici o pubblico-privati, come quelli dei Circoli e degli oratori. In questa direzione sarebbe importante reperire spazi per i giovani che intendano avere luoghi e spazi dove poter studiare. Ovviamente, non ci si può dimenticare delle altre etnie presenti (circa 140 su tutto il territorio cittadino), anche se quella prevalente rimane quella orientale.

…3…