28 ottobre – IN RICORDO DEL POETA PIER PAOLO PASOLINI – parte 12

IN RICORDO DEL POETA PIER PAOLO PASOLINI – parte12

continua l’intervento del prof. Antonio Tricomi, classe 1975 (nel 2006 poco più che trentenne ma già autore di opere importanti su Pasolini ) Dal suo curriculum ritroviamo 1) ANTONIO TRICOMI, Rimasugli di anima sporca, e-book per le edizioni Guaraldi, 2001 (testo di narrativa) 2) ANTONIO TRICOMI, La biblioteca “Petrolio”. Costruzione di un intertesto, e-book per le edizioni Guaraldi, 2001 3) ANTONIO TRICOMI, Sull’opera mancata di Pasolini. Un autore irrisolto e il suo laboratorio, Carocci, Roma 2005 4) ANTONIO TRICOMI, Pasolini: gesto e maniera, Rubbettino, Soveria Mannelli 2005 5) ANTONIO TRICOMI, La polvere, Stamperia dell’Arancio, Grottammare 2006 (volume di poesie) 6) ANTONIO TRICOMI, Il brogliaccio lasco dell’umanista. Cinema, cronaca, letteratura, Affinità Elettive, Ancona 2007 7) ANTONIO TRICOMI, La Repubblica delle Lettere. Generazioni, scrittori, società nell’Italia contemporanea, Quodlibet, Macerata 2010 8) ANTONIO TRICOMI, In corso d’opera. Scritti su Pasolini, Transeuropa, Massa 2011 9) ANTONIO TRICOMI, Nessuna militanza, nessun compiacimento. Poveri esercizi di critica non dovuta, Galaad Edizioni, Giulianova 2014 10) ANTONIO TRICOMI, Fotogrammi dal moderno. Glosse sul cinema e la letteratura, Rosenberg & Sellier, Torino 2015 –

“Perché dico questo? Non con spirito di polemica, ma di semplice constatazione, Perché è giusto qui forse per citare Pasolini il privilegio di anagrafe fa sì che tocca il discorso di questo tipo un nervo scoperto anche la condizione dei miei coetanei, però è giusto appellarsi ai giovani e vedere nei giovani la risorsa di questo paese, però bisogna farlo in un certo modo Perché ai giovani in questo momento viene consegnata una scuola, una università e più in generale un contesto culturale e produttivo ridotto ai minimi termini, per cui i giovani forse oggi più che in passato sono costretti a salvarsi quasi da soli. Questo senza voler poi difendere più di tanto i giovani. Perché questa lunga premessa? Perché così posso partire proprio dal Pasolini giovane. Quando Pasolini ha vent’anni, poco più poco meno, lavora ad un progetto di rivista che poi non vedrà mai la luce che avrebbe dovuto intitolarsi (parola non comprensibile). Ora, tenete presente che il Pasolini ventenne è il Pasolini che in qualche modo guarda cosa succede in Italia e non solo in Italia siamo in epoca di regime fascista e questo lo dico anche per un ulteriore contributo alla smitizzazione di Pasolini: Pasolini ventenne non solo non fa la resistenza, ma almeno inizialmente non ha alcuna velleità di autore civile Perché è piuttosto occupato sul solco dei Rimbaud e dei Verlaine di fare una poesia pura e perfetta quella che poi sarà la sua poesia friulana. Il fratello di Pasolini parte partigiano, il fratello di Pasolini muore partigiano ed è semmai questa morte improvvisa che paradossalmente sancisce la nascita del Pasolini civile. E’ come se la morte di suo fratello in qualche modo desse la sveglia a Pasolini. Lo convincesse o lo spingesse a superare il fratello a sinistra nel senso provare a dimostrare che anche con le parole, anche da autore e anche con le opere si può giovare al proprio paese non meno che imbracciando la rivoltella. Però dicevo il Pasolini ventenne progetta con altri amici una rivista che avrebbe dovuto intitolarsi “Eredi”. Eredi di chi ed eredi Perché? Eredi proprio della generazione dei padri che aveva consegnato l’Italia al Fascismo, quindi eredi di un paese sbandato e di maggiorenni e padri sbandati. Però eredi anche di una tradizione letteraria che Pasolini da subito avverte in una fase di logorio o di disfacimento. C’è una lettera di Pasolini ventenne, giovane studioso universitario, in cui ad un certo punto si legge: “maledico ogni giorno quel cretino esame di italiano che mi costringe a leggere l’opera omnia di Tasso e Alfieri. Opera che se letta poco alla volta bene, ma letta nella sua totalità fa morire di noia”.”,,,,,,,,(continua l’intervento di Antonio Tricomi)

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