IL DOMINO LETTERARIO nuova edizione 2021-22 – secondo incontro: Alberto Di Matteo e il suo “Racconti del mondo rotto” giovedì 9 dicembre ore 21.00 al Circolo ARCI di via Cilea 3 San Paolo PRATO
Nel primo incontro abbiamo amabilmente sviscerato il mondo poetico, e letterario in tutte le sue sfaccettature, di Lorenzo Monticelli con la raccolta “Corpo a Corpo”. Come di consueto (è questa la “ratio” de IL DOMINO) è stato lo stesso Monticelli a designare il successivo autore, che a dire il vero era già presente ed è stato coprotagonista della serata.
L’autore è dunque Alberto Di Matteo. Quella che segue è la prefazione
di Massimo Acciai Baggiani ai suoi “RACCONTI DEL MONDO ROTTO” Porto Seguro Editore 2020
Diciotto racconti piuttosto eterogenei, surreali, sorprendenti, che toccano vari temi di attualità. Racconti che pongono domande, stimolano la riflessione: Di Matteo riunisce in questo volume testi brevi e brevissimi, accomunati – come dichiara lo stesso autore – dalla fuga dalla noia e dall’impossibilità di reggere a lungo la pazienza. Da autore di genere fantastico, quale sono, ho apprezzato molto l’inventiva di queste storie; da lettore e da editor lo stile fluido e immediato, “teatrale” (non a caso l’autore è attore professionista) che pure lascia molti sottintesi.
Le vicende e i personaggi si muovono “ai confini della realtà” (per citare una nota serie americana degli anni Sessanta) ma anche in situazioni assolutamente quotidiane, in piccoli borghi di provincia: una scultura che un artista misterioso ricava da un albero (Un fiore nel deserto), un uomo vede attorno a sé tutte persone col solito volto bovino (Tutti uguali), un sogno che coinvolge molte persone (Siamo ancora qui), una passeggiata di un bambino con la mamma (Ricordo di bimbo), un uomo che ricorda la vita del padre morente (Pompeo)… solo per citare i primi racconti. Si parla anche di immigrazione, di calcio, di proteste studentesche, e molto altro.
I racconti che mi hanno colpito di più sono Lo scrittore e la Divina, dove si traccia un affascinante ritratto di chi, come me e Di Matteo, pratica questo affascinante “mestiere”, e l’inquietante Diario di un assessore, in cui il non proprio onesto protagonista scopre di aver perso la propria ombra e deve cercare di nascondere questo bizzarro e increscioso accidente, per evitare uno scandalo. Molto interessante anche Lettera a Pape Samba, in cui le usanze degli italiani sono osservate dal punto di vista straniante di un immigrato (mi fa pensare a quel delizioso libretto del 1920 di Tuiavii di Tiavea, in realtà un falso letterario di Erich Scheurmann, Papalagi) mentre l’ultimo racconto, A pezzi, mi porta alla mente una vecchia canzone di Gaber del 1973, Quello che perde i pezzi. Tante le suggestioni, i richiami, gli ammiccamenti alla letteratura. L’autore conosce bene la materia che tratta, come si evince dal suo curriculum; le sue ambientazioni sono convincenti e la lettura molto gradevole.
Massimo Acciai Baggiani