L’asocialità dei ribelli NO VAX – parte 2

L’asocialità dei ribelli NO VAX – parte 2

Mi sono ritrovato in varie occasioni a dibattere sui social con qualcuno tra quegli irriducibili, soprattutto quelli che in passato, anche non molto lontano, erano stati compagni di percorsi culturali e politici comuni. Non è mai stato semplice, soprattutto perché l’irriducibile non comprende altra ragione se non la propria e di frequente, non solo ritiene, sanziona come insulsa e non degna di essere presa in considerazione quella degli altri, diversa. Ho avanzato critiche composte ma severe verso coloro i quali concionavano sui social e sui media intorno alle modalità di “ascolto” da riservare a chi si contrappone ai metodi scientifici.
Considero un “parlar tra sordi”  quello che dovrebbe avvenire tra chi ha fiducia nella “scienza” e chi per ragioni che travalicano qualsiasi parvenza di ragionevolezza contrappone un rifiuto irrazionale alle proposte scientifiche. Questi ultimi si avvalgono di dati che non hanno alcun valore, se non quello loro assegnato da impostori del mondo scientifico e da mestatori parapolitici che vorrebbero approfittare di questo torbidume.


Ci sono dei “momenti” in cui occorre mettere da parte convinzioni individuali e saper essere meno egoisti. Coloro che si oppongono alla vaccinazione rilevano a riprova delle loro ragioni il fatto che anche chi è vaccinato può contagiarsi e contagiare, ma non sono disponibili a riconoscere che nel primo caso sono abbastanza protetti dalle conseguenze nefaste e che nel secondo (il contagiare altri) diventano un vero e proprio pericolo solo ed esclusivamente per i “non vaccinati” imprudenti. Questi ultimi finiscono quasi sempre tra le terapie intensive e quelle intermedie, ma sempre in ospedale, dove vanno ad occupare, garantiti dalla gratuità delle cure mediche, posti che potrebbero invece essere riservati a tutti quelli che per i motivi più vari, diversi da quelli collegati alla pandemia, hanno urgente bisogno di cure, e rischiano di incorrere in gravi, gravissime e letali, conseguenze. Nel corso dei mesi in cui gli ospedali scoppiavano per l’alto numero di degenti, costretti peraltro ad essere lontani dai propri cari (lo ricorderete molto bene tutti; lo dovrebbero stampare in fotocopia permanente nella mente dei NO VAX), il pensiero delle persone assennate, anche con quel desiderio di vivere egoistico, andava proprio a quelle evenienze (mi andavo dicendo: e se in questi mesi qualcuno di noi si sente male: che dire? Un ictus, un infarto, un’ernia strozzata…. come la mettiamo?). Ma i NO VAX non ci pensano, loro sono superiori a tutto, tranne che, quando capita a loro di capire di aver contratto il Covid, ti vengono anche a dire che “non è niente! Sono stata in ospedale per 26 giorni e ho letto molti libri” oppure altri, come ho sentito dire da qualcuno di questi nuovi insoliti eroi “di cartone”, si pentono e scoppiano in lacrime. Ora, diciamoci la verità, costoro non meritano compassione; ma forse cure psichiatriche e dovrebbero essere costretti, laddove bisognosi di cure (solo, però, quelle collegate alla pandemìa) a pagarsi per intero i costi della degenza, che – ad occhio e croce – assommano, nelle terapie intensive, a 1500 euro al giorno e per quella “vacanza” di 26 giorni arriverebbero a circa 39000 euro: si potrebbe fare uno sconto del 10% come segno di solidarietà e….compartecipazione.

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