16 dicembre – L’asocialità dei ribelli NO VAX intero con preambolo

L’asocialità dei ribelli NO VAX

Preambolo – Mentre mi accingevo a scrivere queste riflessioni un noto rappresentante della categoria No Vax locale, ritenendomi forse responsabile di un suo temporaneo allontanamento dalla platea social Facebook, ha utilizzato toni offensivi e virulenti nei miei confronti, mettendo in evidenza la sua limitatezza. Pur essendo io convinto che non sia possibile dialogare in modo civile con chi ritiene di essere in possesso della Verità (senza avere peraltro cognizioni di tipo scientifico né professionali né empiriche) non ho mai messo da parte il dubbio (anche in queste umili chiacchiere lo evidenzio) e non mi sogno affatto di ergermi a esperto della materia. Rimango dell’idea che il vaccinarsi sia un atto di civiltà altruistica e quindi giudico “ASOCIALE” chi . non essendo limitato da problemi sanitari, rifiuta pervicacemente di vaccinarsi.

La stragrande maggioranza del Paese contribuisce in quota parte alle funzioni vitali dello Stato, soprattutto in quei settori sociali, come la Sanità e l’Istruzione. Ciascuno contribuisce volentieri, riconoscendo che lo Stato adopererà quei contributi in modo saggio ed equo. Nella Sanità, ad esempio, vengono ad essere riconosciute le necessarie cure, sostenendo le spese non solo in parte ma molto spesso “in toto”, soprattutto per chi ha più bisogno. La Sanità italiana è da sempre un modello democratico riconosciuto per il suo valore a livello internazionale.

Negli ultimi anni – come è peraltro accaduto in altre parti del mondo – il settore sociosanitario ha dovuto subire forti contraccolpi, non riuscendo in molte occasioni e per lunghi periodi a corrispondere alle necessità di una popolazione sempre più anziana e dunque bisognevole naturalmente di cure. A soffrirne sono stati tutti coloro che avrebbero dovuto avere cure mediche, anche e soprattutto di degenza ospedaliera o di interventi diagnostici e curativi, che nel corso degli eventi, ed in particolare quelli collegati alla pandemia, sono stati costretti a farne a meno, proprio allo scopo di far fronte ai più urgenti bisogni collegati al dilagare del virus Covid19.

Nella prima fase di essa, quella per intenderci del 2020, febbraio/marzo fino a tutto maggio, quella fase del “lockdown” più duro, quando tutto il mondo produttivo non di prima necessità era ingessato, la comunità ha mantenuto un contegno pregevole, largamente apprezzato ed osannato forse oltre misura, con una retorica quasi nazionalistica. Nondimeno vi è stato chi non ha mancato di avanzare distinguo, troppe volte pericolosamente improponibili, ma che si alzavano a difesa di interessi assai parziali, anche se – all’interno di quella parzialità – certamente importanti. Mi riferisco – solo per fare uno dei tanti possibili esempi – alla pretesa di “riaprire tutto” spesso ventilata e minacciata a dispetto dei dati reali, che rappresentavano un vero e proprio rischio per la Salute pubblica. Il nostro popolo, così eroico, ha tuttavia un brutto difetto: dimentica! Altrimenti ricorderebbe come quella Destra, che pur avanzava nel Paese, proponeva soluzioni perniciose, semplicemente per raccattare consensi da quella parte di società che si sentiva meno protetta.

Poi gli scienziati, che pur avevano avuto un ruolo di sostegno nel fornire soluzioni di tipo sociale, sono riusciti a produrre una serie di vaccini e li hanno rapidamente testati, vista l’emergenza. Dal marzo di quest’anno è stata avviata la campagna di vaccinazione. A questo punto sono sorti nuovi problemi, ben diversi da quelli sinteticamente trattati prima. Si è diffusa, accanto ad una, purtroppo molto timida, campagna di sostegno, una dura e aggressiva controcampagna di discredito della validità dei vaccini, della loro pericolosità, arrivando perfino alla negazione della stessa esistenza del Covid. Allo stesso tempo, coloro che non intendevano accedere alla campagna di vaccinazione, si rifiutavano surrettiziamente di considerare la possibilità di poter accedere a varie forme di socialità, ivi compreso il luogo di lavoro, attraverso lo strumento del Green Pass, necessaria attestazione della vaccinazione, o di una

Mi sono ritrovato in varie occasioni a dibattere sui social con qualcuno tra quegli irriducibili, soprattutto quelli che in passato, anche non molto lontano, erano stati compagni di percorsi culturali e politici comuni. Non è mai stato semplice, soprattutto perché l’irriducibile non comprende altra ragione se non la propria e di frequente, non solo ritiene, sanziona come insulsa e non degna di essere presa in considerazione quella degli altri, diversa. Ho avanzato critiche composte ma severe verso coloro i quali concionavano sui social e sui media intorno alle modalità di “ascolto” da riservare a chi si contrappone ai metodi scientifici.
Considero un “parlar tra sordi”  quello che dovrebbe avvenire tra chi ha fiducia nella “scienza” e chi per ragioni che travalicano qualsiasi parvenza di ragionevolezza contrappone un rifiuto irrazionale alle proposte scientifiche. Questi ultimi si avvalgono di dati che non hanno alcun valore, se non quello loro assegnato da impostori del mondo scientifico e da mestatori parapolitici che vorrebbero approfittare di questo torbidume.


Ci sono dei “momenti” in cui occorre mettere da parte convinzioni individuali e saper essere meno egoisti. Coloro che si oppongono alla vaccinazione rilevano a riprova delle loro ragioni il fatto che anche chi è vaccinato può contagiarsi e contagiare, ma non sono disponibili a riconoscere che nel primo caso sono abbastanza protetti dalle conseguenze nefaste e che nel secondo (il contagiare altri) diventano un vero e proprio pericolo solo ed esclusivamente per i “non vaccinati” imprudenti. Questi ultimi finiscono quasi sempre tra le terapie intensive e quelle intermedie, ma sempre in ospedale, dove vanno ad occupare, garantiti dalla gratuità delle cure mediche, posti che potrebbero invece essere riservati a tutti quelli che per i motivi più vari, diversi da quelli collegati alla pandemia, hanno urgente bisogno di cure, e rischiano di incorrere in gravi, gravissime e letali, conseguenze. Nel corso dei mesi in cui gli ospedali scoppiavano per l’alto numero di degenti, costretti peraltro ad essere lontani dai propri cari (lo ricorderete molto bene tutti; lo dovrebbero stampare in fotocopia permanente nella mente dei NO VAX), il pensiero delle persone assennate, anche con quel desiderio di vivere egoistico, andava proprio a quelle evenienze (mi andavo dicendo: e se in questi mesi qualcuno di noi si sente male: che dire? Un ictus, un infarto, un’ernia strozzata…. come la mettiamo?). Ma i NO VAX non ci pensano, loro sono superiori a tutto, tranne che, quando capita a loro di capire di aver contratto il Covid, ti vengono anche a dire che “non è niente! Sono stata in ospedale per 26 giorni e ho letto molti libri” oppure altri, come ho sentito dire da qualcuno di questi nuovi insoliti eroi “di cartone”, si pentono e scoppiano in lacrime. Ora, diciamoci la verità, costoro non meritano compassione; ma forse cure psichiatriche e dovrebbero essere costretti, laddove bisognosi di cure (solo, però, quelle collegate alla pandemìa) a pagarsi per intero i costi della degenza, che – ad occhio e croce – assommano, nelle terapie intensive, a 1500 euro al giorno e per quella “vacanza” di 26 giorni arriverebbero a circa 39000 euro: si potrebbe fare uno sconto del 10% come segno di solidarietà e….compartecipazione.

L’ asocialita del no vax per scelta è un elemento oggettivo. Coloro che sono la maggioranza della popolazione italiana che hanno deciso di aderire alla campagna di vaccinazione anti Covid19 sono ben consapevoli dei rischi che si corrono assumendo prodotti chimici medicali testati in modo necessariamente affrettato sospinti dall’urgenza di dover sopperire il più rapidamente possibile alla crisi emergenziale pandemica. Ben conoscono attraverso la lettura dei bugiardini di qualsiasi altro farmaco quelle che sono le avvertenze sui rischi che, assumendone anche una dose minima, si possono correre. Non aver compreso che in questo momento occorreva uno sforzo di altruismo, pur corroborato da motivazioni egoistiche, volte all’esigenza primaria di evitare il più possibile il rischio più grave per le conseguenze nefaste del contagio, è molto deplorevole. Peraltro poco alla volta il numero degli intransigenti si riduce, non solo per gli impedimenti cui si è costretti dal super Green Pass ma soprattutto per le serie conseguenze ospedaliere cui sempre più spesso si va incontro. E davvero poco importa che questo possa accadere ad una quota sempre più ridotta di vaccinati. In tutto questo tempo, da parte di alcuni No vax si continua una campagna offensiva che sta procurando un altro più serio danno alla società civile. Ed è un’offesa all’intelligenza umana, che ha da sempre puntato la sua attenzione sul dubbio, attraverso l’esperienza allo scopo di migliorare le proprie condizioni.

Checchè ne dicano gli antieroi del nostro tempo, questi sicofanti simulatori abituati ad invertire le responsabilità e le accuse come il lupo fa con l’agnello nelle favole classiche, non sono molto diversi, costoro, da quelli che processarono Galilei e portarono al rogo tanti altri, in nome di una verità assoluta precaria e fasulla. In questo caso, l’opera dei Novax è criminale, in quanto laddove le attuali maggioranze fossero invertite a favore de resistenti al vaccino, ci troveremmo di fronte a problemi ben più gravi e insormontabili.

….fine….di questo titolo (!)

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