La volgarità dei ribelli NO VAX – sulla proposta di Bersani e altro

La volgarità dei ribelli NO VAX – sulla proposta di Bersani e altro

Quel che colpisce in modo più rilevante nell’assistere al manifestarsi della volontà di contrapposizione alla vaccinazione è sempre più la volgarità che molti tra coloro che la dichiarano in modo aperto e libero mettono in pratica. Basta affacciarsi su un qualsiasi “social” e averne la dimostrazione. Per alcuni ne sono sorpreso ma non sono più intenzionato a sopportarli. Oltre agli accenti volgari essi diffondono menzogne, a volte utilizzando false ricostruzioni a volte costruendo elaborazioni pseudoscientifiche, aiutati semmai da illustri pseudo scienziati. Questi ultimi sono personaggi che da decenni non vivono nella comunità scientifica; in poche parole non possono essere considerati “scienziati”, in quanto lo si è solo se ci si confronta a 360° con tutti gli altri, anche con coloro che – vivendo sul “campo” – posseggono dati sempre più aggiornati e attinenti alle patologie con cui vengono a contatto e che dunque sono da essi studiate.

Per fortuna, la situazione nelle ultime settimane sta migliorando, grazie anche a delle scelte – di certo non pienamente condivise – che hanno sospinto una parte di No Vax a riconoscere che, se si vuole far parte di una comunità, occorra rispettarne le regole, anche quando queste impongano sacrifici. Nella prima fase della pandemia questo comportamento è stato ampiamente condiviso dalla stragrande maggioranza dei cittadini; non mancavano le trasgressioni ma in generale siamo stati esemplari per gran parte del mondo e abbiamo sopportato le limitazioni.

Pochi giorni fa, di fronte alla situazione che vedeva i reparti di terapia intensiva occupati in grandissima parte da pazienti No Vax, un uomo politico, che finora non aveva mai dato segni di instabilità, è arrivato  a chiedere, pur se in prospettiva, che quei reparti potessero essere riservati in modo prioritario da pazienti “vaccinati” che necessitassero, soprattutto in presenza di altre gravi patologie, di quelle cure per poter guarire. Ho visto che si è scatenata la polemica, in modo particolare nel mondo della Sinistra. Nulla da eccepire, a parte il fatto che sarebbe invece molto necessario dibattere su questi temi, perché “tale scelta” all’interno degli ospedali in tempi di sovraffollamento è stata e sarà materia quotidiana su cui decidere e indubbiamente coloro che hanno affermato l’inconsistenza e/o la pericolosità del “vaccino” meriterebbero di avere un trattamento in ragione delle loro convinzioni, nel rispetto dell’autodeterminazione del paziente. Non ho, a tale proposito, sentito voci discordi né da Destra che da Sinistra, allorquando qualche paziente Covid ha rifiutato di essere ospedalizzato ed ha firmato per le dimissioni. E non mi risulta che, nel ritornare nella propria comunità, esso sia stato limitato nei movimenti, ragion per cui gli è stato anche permesso di diffondere ulteriormente nella nostra – e sua – “società” il virus.

Partendo da quel “mantra” del “Non è il momento!” con il quale abbiamo sempre visto rinviare le scelte importanti dobbiamo oggi ancora una volta ribadire che forse già da quel febbraio marzo del 2020 i politici e gli amministratori (quelli che ci hanno detto sempre che “non era il momento!”) avrebbero dovuto porsi, a lato dell’emergenza, obiettivi di revisione, ammodernamento ed ampliamento dell’offerta sanitaria pubblica.

Voglio interpretare il “grido di dolore” di Pier Luigi Bersani come una provocazione, una sollecitazione a riprendere in mano il destino di noi tutti.