GLI INTELLETTUALI E SANREMO 2022(SAN REMO TUTTO ATTACCATO PER INDICARE IL FESTIVAL) dopo il recupero di due post del 2020 p.2

GLI INTELLETTUALI E SANREMO 2022(SAN REMO TUTTO ATTACCATO PER INDICARE IL FESTIVAL) dopo il recupero di due post del 2020 p.2

Non ho dimenticato di portare verso qualche tipo di conclusione quei post in cui parlavo di Sanremo; è solo che ho deciso di far decantare le acquisizioni artistiche e musicali, avvalendomi delle nuove moderne tecnologie, molto lontane e diverse da quelle cui accennavo, riferite ai miei nonni e genitori, oltre che a me stesso. Vorrei che si ricordasse che nelle mie prime classi elementari si utilizzavano ancora pennini e calamai, con i banchi che erano di legno strutturati per contenere proprio quegli attrezzi che oggi apparirebbero, soprattutto ai sostenitori dei “banchi a rotelle” e dei tablet, antidiluviani.

In realtà mi sono accorto che moltissime tra le produzioni canore che nel corso dei mesi passati mi erano piaciute erano proprio passate al Festival di Sanremo del 2021.  Come mai invece quando le avevo ascoltate lo scorso anno non le avevo valorizzate? La risposta sta nel fatto che durante la presentazione ufficiale c’è sempre qualcosa che non funzona a dovere. Non c’è una buona resa, non si comprende il testo, che pure ha un suo valore molto importante al di là della musica e delle voci. La stessa canzone vincitrice, che ha sbancato anche sui palcoscenici europei e americani, mi aveva quasi dato fastidio; non riuscivo a comprenderne il senso letterale: la rappresentazione poi era fortemente connotata dalla corporeità e dallo strepito strumentale che a me sembrava esasperata. Ma nel corso dei mesi sia prima che dopo l’Eurovision Contest avevo cominciato ad apprezzarla, anche se le preferivo – avendole ascoltate tutte – Madame con la sua drammatica “Voce” o la Noemi di “Glicine” e il duo Dimartino-Colapesce con “Musica leggerissima” che ci ha accompagnato durante le giornate estive. Anche Ermal Meta con “Un milione di cose da dire” e Fedez-Michielin con “Chiamami per nome” mi erano man mano entrate nella mente. E cosa dire de “Il farmacista” di Max Gazzè? Straordinaria inventività ed intensità.

Tuttavia un elemento emerge in modo chiaro: solo sette canzoni su 26 (quest’anno erano 25 ma l’anno scorso ce ne era una di più) mi sono ritornate alla mente ed ho anche effettuato un controllo andando a risentirle tutte. E, al di là dei personalismi, non posso non pensare che la qualità delle produzioni dello scorso festival non fosse così elevata.

Ecco, come potete vedere, non sono un intellettuale schizzinoso. E allora in questi giorni postfestivalieri mi sono impegnato a risentire le nuove canzoni. E ho scoperto che quello di quest’anno, a parte la canzone vincitrice, che non mi ha convinto e continua a non convincermi per niente (al di là del valore assolutamente indiscutibile dei due interpreti), probabilmente avrà in definitiva – alla prova dei fatti – un successo superiore rispetto a quello dello scorso anno, anche se quasi certamente l’Eurovision Contest non avrà lo stesso esito straordinario dello scorso anno.

E vi esporrò in un prossimo post le mie valutazioni.

…3…

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